sabato 25 novembre 2023

Guai ai vinti! La “guerra dopo la guerra” degli Alleati in Germania (1945-’47)

 



Un drammatico libro sulle condizioni della popolazione tedesca nell’ immediato dopoguerra 

Leonello Oliveri
Sto leggendo un libro pubblicato negli USA nel 1947. Racconta, con molta partecipazione dell’autore, la disastrosa situazione determinata in Germania dalle politiche alleate dopo la guerra.
Il titolo è abbastanza “faticoso”: Gruesome Harvest. The Costly Attempt To Exterminate The People of Germany, che potremmo tradurre come “Raccolto raccapricciante: il costoso (per i tedeschi...) tentativo di sterminare il popolo tedesco”. Una edizione successiva apparve col sottotitolo più chiaro, The Allies Postwar War Against the German People, La “guerra dopo la guerra” degli Alleati sul popolo tedesco.
L’autore fu un insegnante universitario statunitense, Ralph Franklin Feeling. Il libro, (pubblicato a Chicago dall' Institute of American Economics)  apparve negli USA subito dopo la guerra, nel ’47: in Italia arrivò nel 2015,  pubblicato da Italia Storica col titolo “Un raccolto di sangue. I crimini alleati e sovietici contro il popolo tedesco", 1945-1947”.

Tratta quindi  di cosa successe in Germania, e ai tedeschi, nei due anni successivi alla guerra: appunto, una “guerra dopo la guerra” sulla popolazione tedesca, che, in un' ottica anche di vendetta e punizione,  fu considerata collettivamente colpevole  dei crimini del nazismo. 

La “politica” degli Alleati vincitori nei confronti della Germania dopo la guerra fu decisa, a guerra ancora in corso, sulla base del  “Piano Morgenthau” (v.https://it.wikipedia.org/wiki/Piano_Morgenthau ): un progetto che si può definire "punitivo" ( o vendicativo) , frutto anche delle potenti lobby che condizionarono la politica USA: Freda Utley nel suo The High Cost of Vengeance p. 99 , frutto del suo viaggio in Germania nel '48, scrive addirittura di the race hatred of Morgenthau's disciples.
L'esodo dai territori dell'est
(da A.M. de Zayas A terrible revenge  The Ethnic Cleansing
of the East European Germans, 1944-1950  
Il piano prevedeva la divisione della Germania (amputata di quasi il 30% del suo territorio, privata di gran parte della popolazione maschile morta o prigioniera e sommersa da centinaia di migliaia di profughi delle zone passate sotto controllo sovietico, polacco e cecoslovacco) in due stati, l’asportazione delle infrastrutture industriali sopravvissute, la sua trasformazione in un paese solo agricolo e pastorale, l’allontanamento dalle attività pubbliche di chiunque fosse stato implicato anche marginalmente col nazismo, e rigide misure finalizzate ad impedirle la possibilità di risollevarsi come potenza economica e militare.

Quando nel ’44 le prime notizie su quello che sarebbe stato il destino di una Germania sconfitta divennero note in campo tedesco, il risultato, ovvio, fu accrescere la sua determinazione ad una resistenza disperata.

Nell’aprile del ’45 il “piano Morgenthau”  fu sostituito dalla  Direttiva JCS 1067, (https://ghdi.ghi-dc.org/sub_document.cfm?document_id=2297) , una “direttiva redatta da economisti idioti”. (R. Murphy, Diplomat Among Warriors, Londra, 1964 p. 251) che imponeva alle forze americane di occupazione in Germania di “(…) non compiere alcun passo verso il ristabilimento dell'economia tedesca”, e che sollevò le critiche perfino del gen. Patton (v. http://uomini-in-guerra.blogspot.com/2023/02/il-generale-patton-vincitore-in-guerra.html), che la guerra l’aveva veramente vissuta.
Nel luglio del ’47 anche questa direttiva fu finalmente revocata, sostituita dalla JCS 1779. Ma i suoi effetti durarono fino al '48: ci volle il "blocco di Berlino" per far cambiare la politica USA verso la Germania.
Ma in quegli anni la situazione della Germania ( e per molti mesi anche dei prigionieri di guerra tedeschi: all'inizio del 1947 centinaia di migliaia di soldati tedeschi erano ancora utilizzati per lavori forzati nel Regno Unito, in Francia e in Unione Sovietica) fu disastrosa.

Torniamo al nostro libro.
"Ricco di documentazione contemporanea, ardente di indignazione umanitaria e patriottica, questo classico informato e avvincente osa raccontare la vergognosa storia. Oggi, mentre la guerra di propaganda contro i tedeschi prosegue nei media e nella vita accademica,  Gruesome Harvest, scritto nel 1947 da un coraggioso americano, (..) racconta una storia vitale, una che non deve essere soppressa o dimenticata"(https://www.barnesandnoble.com/w/gruesome-harvest-ralph-franklin-franklin-keeling/1006385154.

Nella sua prefazione l’autore scrisse. “Questo libro è dedicato a quelle persone in tutti i paesi che sono governate principalmente dalla ragione, piuttosto che dall'emozione; che pensano in modo coerente in termini di principio, piuttosto che di pregiudizio; che cercano di vedere gli eventi di ora nel modo in cui saranno visti tra una generazione da parte di storici sobri (..) che credono nell'uguaglianza davanti alla legge per interi popoli come per gli individui; che riconoscono l'ingiustizia di condonare un atto commesso da un paese condannando lo stesso atto commesso da un altro”.

Nell’ edizione italiana M. Triggiani lo presenta cosi’ “(..) Un atto di accusa senza mezzi termini quello dell'intellettuale statunitense Ralph Franklin Keeling, Un raccolto di sangue, pubblicato negli Usa, per la prima volta, nel 1947. Denuncia lanciata a caldo, mentre ancora venivano compiuti dagli Alleati e dall'esercito sovietico i crimini di guerra e contro l'umanità ai danni della popolazione civile tedesca nel periodo 1945-1947. (..)   Frutto anche di una sostanziale applicazione del Piano Morgenthau, voluta dai presidenti Usa Roosevelt e Truman. Tutto questo mentre la propaganda a stelle e strisce continuava a proclamare ideali come la pace, la convivenza, la liberazione dell’umanità dalla guerra, l’autodeterminazione dei popoli, l’eliminazione delle pratiche dei fascismi”. (M. Triggiani  http://www.barbadillo.it/98855-segnalibro-i-crimini-degli-alleati-e-sovietici-contro-i-civili-tedeschi-1945-1947/)

Finita la guerra, i vincitori avevano
 decretato che il popolo tedesco fosse colpevole e dovesse scontare le colpe del nazismo e soffrì: “Cacciati dalle loro case, saccheggiati delle loro proprietà, decimati dalla carestia e dalle malattie, violentati, derubati e ridotti in schiavitù milioni di tedeschi - la maggior parte dei quali donne e bambini - sopportarono il peso di quella che la rivista Time definì "la pace più terrificante della storia (..)”( https://www.ostarapublications.com/product/gruesome-harvest-the-allied-attempt-to-exterminate-germany-after-1945/):una “guerra post bellica”, in pratica una vendetta sulla base del teorema per cui un intero popolo, anziani, donne e bambini compresi, è responsabile dei tanti crimini del partito al potere (1)

Il libro racconta, insomma, le sofferenze subite dal popolo tedesco fra il 1945 e 1947 “ in spregio di quelle regole e di quei principi ai quali affermavano di ispirarsi le potenze alleate. Keeling raccoglie testimonianze e reportage dalla Germania distrutta e occupata, 
"Preziosa come l'oro": potevi
comprarci qualsiasi cosa
mostrando come la deportazione, l’affamamento, (..) e la spoliazione subita dallo sconfitto siano state deliberatamente condotte proprio mentre si affermavano alti intenti di pace, convivenza, autodeterminazione dei popoli, liberazione dell’umanità da quelle paure che Roosevelt aveva annesso all’esistenza su questa terra dei demoniaci fascismi, sconfitti i quali esse
sarebbero scomparse”( E. Mastrangelo,
https://www.ilprimatonazionale.it/cultura/recensione-libro-un-raccolto-di-sangue-14685/

Nel ’48 la situazione, finalmente cambiò,  non tanto per il ricordo di cosa aveva prodotto la “Pace Cartaginese“ imposta alla Germania dopo la sconfitta nella I Guerra Mondiale ( l’affermazione di Hitler e del nazismo) o per un disagio morale, quanto per il nascere della “guerra fredda”, con l’improvvisa paura che la Germania (divisa a metà) venisse contagiata dal Comunismo. Interessanti al riguardo le parole del generale statunitense Clay, sempre più preoccupato per la situazione umanitaria e politica nell'area tedesca  sotto la sua responsabilità: nell'agosto del '45 affermò (vedi qui) :"Non c'è scelta tra essere un comunista con 1.500 calorie al giorno e un credente nella democrazia con 1.000 calorie" (2).
Fu questa necessità di una Germania amica e forte come barriera nei confronti dell’URSS a produrre le condizioni che determinarono la fine di quella politica vendicativa e punitiva.


Il libro è  disponibile oggi, anche in italiano, nel web e nell’usato.

La copertina del libro  nell'edizione
italiana del 2015



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Nel libro vengono fra gli altri ricordati questi “problemi” che condizionarono la situazione tedesca fra il ’45 e il ’47:
- le amputazioni territoriali che privarono la Germania del 28% del suo territorio, ricco di risorse minerarie e agricole;
- l’esodo forzato dei tedeschi dai territori perduti con conseguente sovraffollamento nei territori rimasti (dove fra l’altro restavano migliaia di ex lavoratori coatti stranieri che tornare all’est proprio non desideravano). Circa questa "pulizia etnica" Robert Murphy, consigliere politico del governo militare americano a Berlino in un Memorandum al Dipartimento di Stato del 12 ottobre 1945 scriveva “ quelle deportazioni di massa organizzate dai nazisti hanno fornito parte della base morale su cui abbiamo intrapreso la guerra e che hanno dato forza alla nostra causa. Adesso la situazione è ribaltata. Ci troviamo nella posizione odiosa di essere complici (partners) di questi fatti e di condividere inevitabilmente la responsabilità... Sarebbe davvero un peccato se i fatti indicassero che siamo partecipi di metodi che abbiamo spesso condannato in altri casi" (Foreign Relations of the United States, 1945, vol. 2, pp. 1290-91.;
- l’agricoltura che, priva di fertilizzanti  (produzioni proibite, in quanto teoricamente utilizzabili come esplosivi)  e attrezzature, mutilata di ampi territori, non poteva sfamare tutti;
- lo smantellamento delle poche industrie sopravvissute
(“cannibalismo economico” lo definisce l’autore): "L'odio freddo, la stupidità e il desiderio di distruggere hanno distrutto ciò che le bombe avevano lasciato" scriverà più tardi Maurice Bardeche; ancora nel 1949 Freda Utley (in The high cost of Vengeance, Chicago 1949: un libro che dubitiamo possa venir mai tradotto in italiano ) notava che "gli americani furono portati a credere che la demolizione delle fabbriche non significasse altro che il disarmo della Germania; Fino a poco tempo fa i loro giornali li lasciavano all’oscuro del fatto che lo smantellamento e le restrizioni imposte alla produzione tedesca privavano milioni di tedeschi di ogni ragionevole opportunità di vita"; smantellamenti e trasferimenti di
intere fabbriche all'est (alla fine del '48 598 mila  tonnellate di macchinari e altri materiali  prelevati dalle fabbriche tedesche, erano state consegnate a Francia, GB,  Russia, Cecoslovacchia, Iugoslavia, Albania )    assurdi prima ancora che inutili, e che rispondevano solo a un cieco desiderio di vendetta e risentimento che veniva principalmente  da ambienti non militari;
- le centinaia di migliaia di prigionieri tedeschi ridotti ai lavori forzati in Germania, Francia e URSS. Al riguardo l’autore scrive: “ Il rapporto ufficiale della Croce Rossa Internazionale dell'agosto 1946 mostrava che il nostro stesso governo, attraverso il suo ramo militare nella zona tedesca, esigeva il lavoro forzato da 284.000 prigionieri, 140.000 dei quali nella zona di occupazione, 100.000 in Francia, 30.000 in Italia e 14.000 in Belgio". Le loro condizioni erano spesso disastrose: l’autore ricorda un articolo del francese Le Figaro che denunciava “"In alcuni campi per prigionieri di guerra tedeschi ... si possono vedere scheletri viventi, quasi come quelli nei campi di concentramento tedeschi, e le morti per denutrizione sono numerose. Apprendiamo che (..) alcuni sono stati impiegati in rimuovere le mine senza dispositivi di protezione in modo che siano state condannate a morire prima o poi”. In teoria i prigionieri sarebbero stati tutelati dalla Convenzione di Ginevra del 1929. Per aggirarla gli Alleati usarono un escamotage: i prigionieri di guerra tedeschi non furono considerati "Prigionieri di Guerra" (POW) ma Disarmed Enemy Forces (DEF) per gli USA e Surrendered Enemy Forces (SEF ) per quelli in mano agli inglesi: Le conseguenze furono quelle descritte, per es., da James Bacque nel suo libro Other Losses: decine di migliaia di morti (vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Forze_nemiche_disarmate).

Un documento impressionante: un ordine del Governo Militare USA
in cui si minacciava la fucilazione ai civili tedeschi che portassero cibo
ai militari prigionieri (da G. Bacque,Crimes and Mercies:
The Fate of German CiviliansUnder Allied Occupation
,1944–1950, p. 42
(Vedi Nota  4)


Ma la fame imperversava anche in Germania nei civili: “Nella zona francese 5.000 persone sono morte ogni settimana di fame. A metà dell'estate del 1946, a Berlino, le autorità americane denunciarono ufficialmente 19.000 casi di tubercolosi molto gravi per i quali non c'erano posti letto”. Così leggiamo nel libro.
- la “denazificazione” che colpì in pratica automaticamente ogni dipendente pubblico, applicando il principio della “colpa collettiva” rispetto ai crimini del nazismo. Su questo problema, e sulle sue conseguenze, il libro insiste parecchio: “I capi tedeschi avevano applicato l'orribile e indifendibile dottrina della colpa collettiva [quale colpa? ] contro un intero popolo che consideravano nemici mortali. Questo è stato uno dei loro più grandi crimini. Noi abbiamo commesso lo stesso crimine, applicando la stessa dottrina contro tutto il popolo tedesco" (..). Democrazia al rovescio, la definisce l’autore: “ Stiamo cercando di insegnare loro la democrazia, eppure abbiamo così circoscritto ciò che possono insegnare che i loro insegnanti, a meno che non siano comunisti, hanno paura di dire qualsiasi cosa “: con l’emarginazione di chiunque fosse considerato aver avuto rapporti col nazismo (il che in pratica voleva dire anche tutti i dipendenti pubblici: ogni autorità civile veniva sovente confusa con le gerarchie politiche del partito: "Entro la fine dell'inverno 1945-1946, il 42% dei funzionari pubblici era stato licenziato. ), le amministrazioni locali furono private di personale capace, riempiendo “ i loro posti di incapaci. Questa viene vista come “ una delle principali cause che hanno contribuito alla paralisi economica della zona”. Nel settore francese "tre quarti di tutti gli insegnanti dai loro posti di lavoro. Tuttavia, constatando che le scuole non potevano funzionare senza di loro, furono presto riassunti, anche se soggetti a facile licenziamento" (3).
Al riguardo l’ autore è particolarmente severo e duro: spesso a dirigere la “denazificazione” venivano inviati, scrive, “ impiegati civili ad alto salario, costituiti in larga misura da persone che avevano fallito la competizione sociale ed economica in patria, compresi in alcuni casi ufficiali congedati (...) che non avevano sopportato il duro corso di combattimenti reali in Francia e in Italia, o il dispiacere di dover tornare a casa come falliti prima della fine della guerra, ma che ora ricevono una paga più alta che mai nelle loro vite di prima in tempo di pace, e che si divertono a gonfiarsi con arroganza con presuntuosa importanza davanti a persone sconfitte ma spesso più raffinate, colte, catturate sotto la loro autorità delegata”: giudizi questi, del nostro autore, come si vede, particolarmente duri.
 Denazificazione  vorrà anche dire che decine di migliaia di funzionari e veterani delle forze armate,  considerati in qualche modo coinvolti col partito Nazionalsocialista, verranno privati a lungo di ogni aiuto statale, compreso il  diritto alla previdenza sociale, che verrà ripristinato per loro solo nel 1951 (Alfred-Maurice de Zayas,, A Terrible Revenge: The Ethnic Cleansing of the East European Germans, 1944-1950  NY 1994, p. 130) 
Gli effetti della denazificazione vengono considerati devastanti per la stessa economia tedesca: “circa 3.000.000 di uomini tedeschi sono stati colpiti nella nostra zona su una popolazione totale di 16.682.000. Le nostre autorità di occupazione hanno incarcerato 75.000 persone e destinato all'internamento altri 80.000 prigionieri di guerra non restituiti perché [considerati] importanti nazisti; estromesso più di 100.000 da cariche pubbliche; e hanno privato il business del talento manageriale e tecnico licenziando e retrocedendo centinaia di migliaia di altri”.
E' interessante notare che queste critiche (o accuse) sono le stesse avanzate in quei giorni dal Gen. Patton, che  la guerra contro la Germania l'aveva fatta, ma che non poteva condividere quei metodi punitivi contro dei soldati: vedi  qui.


Nelle ultime pagine del suo lavoro Franklin Feeling mostra quelli che  furono probabilmente i motivi sottostanti alle due guerre mondiali: ” Ogni volta che l'equilibrio di potere in Europa viene sconvolto in modo tale che il continente inizia a cadere sotto il dominio di qualcuno dei suoi poteri, la Gran Bretagna considera la situazione una minaccia per la sua stessa esistenza e va in guerra per preservare se stessa”.
Un'altra edizione del libro
L’autore riporta poi un brano di una pubblicazione inglese del ’43 (The Nineteenth Century and After", dell'editore F.A. Voight) che delinea chiaramente le  cause delle guerra. Non solo  il “lebensraum” di Hitler  (che a sua volta procurerà tante sofferenze nei territori conquistati) , ma anche la visione che gli inglesi avevano del loro Impero: "Va di moda liquidare l'equilibrio di potere come una dottrina obsoleta. Non è una dottrina. È, per la Gran Bretagna e l'Impero, la condizione immutabile della sopravvivenza. Qualsiasi potere che diventi padrone indiscusso del continente europeo può diventare padrone delle isole Britanniche (...) "L'Inghilterra non ha un nemico permanente in Europa, e nessuno dei suoi interessi vitali è in conflitto con gli interessi vitali di qualsiasi potenza europea. Il suo unico nemico è quel potere, o quella coalizione di poteri, che può tentare di dominare l'Europa. Contro quel nemico deve essere sempre pronta, essere sempre forte e avere sempre alleati. Come il suo nemico varia, così devono variare i suoi alleati. Il nemico di ieri può essere l'alleato di domani e l'alleato di ieri può essere il nemico di domani.(...) "Il potere dell'Impero Britannico, più il potere degli alleati continentali, se l'Impero è forte, bilancerà sempre il potere di qualunque potere cerchi il dominio. E finché l'equilibrio sarà mantenuto, ci sarà la pace, perché nessuna potenza può prevalere sul resto dell'Europa più dell' Impero britannico, finché l'Impero è forte”. 
E la conclusione di Feeling è  senza esitazioni: “Questo spiega in termini molto diversi da quelli del signor Morgenthau la causa sottostante delle due guerre mondiali (..) Chiarisce anche molti episodi altrimenti inspiegabili legati alla guerra e al suo scoppio. Mostra perché la Gran Bretagna entrò in guerra apparentemente per opporsi all'aggressione, ma applicò la politica solo alla Germania e non alla Russia quando attaccò la Polonia in piena collaborazione con la Germania”. Così scriveva Feeling.

E a Berlino subito dopo la guerra circolava questa battuta: "if you thought war was hell wait until you try peace" se pensavi che la guerra fosse l'inferno aspetta di provare la pace!


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E se volete approfondire sulla situazione in Germania ’45-’47 e sul destino dei prigionieri di guerra tedeschi (e italiani) , qualche suggerimento dal web:

G. Usura , La fame in Germania dopo la seconda guerra mondiale https://www.inconvenienthistory.com/11/2/6731

AA.VV., Il destino dei civili tedeschi sotto l’occupazione alleata
http://informare.over-blog.it/2015/02/l-olocausto-sconosciuto.html

M. Brech Una guardia carceraria americana ricorda
https://www.nairaland.com/5418659/ww2-real-history-eisenhowers-death#82260233 

E sui prigionieri di guerra italiani
:O. Ferrara, Nell'Inferno dei Campi di Prigionia Francesi. Una pagina strappata del II Conflitto Mondiale
http://www.qattara.it/prigionieriecampi_files/Nell'Inferno%20dei%20Campi%20di%20Prigionia%20Francesi.pdf  (se non funziona copiare il link e incollarlo)

Territori persi dalla Germania in seguito alla sconfitta
(da https://it.wikipedia.org/wiki/Ex_territori_orientali_della_Germania)

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Le sigarette  come valuta di scambio  
Una curiosità: durante quei mesi terribili, di fame e di miseria devastante, c'era comunque chi riusciva a fare ottimi affari coi civili affamati offrendo ... sigarette. Ecco cosa leggiamo in The Value of Money in Berlin during the Russian Conquest of the City April - May, 1945, una pubblicazione di Gerald Tebben della Cincinnati Numismatic Association:
"Monday, July 16, 1945
La rivista Time riferì: "La settimana scorsa gli Stati Uniti hanno preso il controllo della loro parte di Berlino occupata, capitale devastata dalla morte di un impero morto. Lungo una strada delimitata dall'Armata Rossa, una colonna di 4.000 veicoli statunitensi si è diretta verso la città distrutta". Durante questo periodo, le sigarette - chiamate Amis dai tedeschi - guadagnarono terreno come denaro. Petrov riferisce che il valore di una sigaretta oscillava, ma durante i primi tre anni di occupazione valeva generalmente 7 marchi. Ha osservato: "Il notevole valore raggiunto dalla sigaretta ha fornito alle autorità sovietiche un nuovo mezzo per estrarre dalla popolazione tedesca beni precedentemente nascosti". I Rossi convertirono il tabacco del bottino di guerra in oro, scambiando 60 sigarette per ogni grammo d'oro finché l'oro non finì. Poi vendevano le sigarette al mercato nero.
Anche i soldati americani trovarono il modo di guadagnare velocemente con le sigarette. Compravano pacchetti di sigarette al cambio postale per 5 centesimi e li rivendevano al mercato nero. Le Chesterfield valevano più dell’oro sul mercato nero di Berlino
Sabato 28 luglio 1945
Il giornalista Joel Sayre ha parlato dell'economia delle sigarette a Berlino sulla rivista New Yorker. "Al mercato nero una sigaretta costa dai 15 ai 20 marchi (da un dollaro e mezzo a due dollari, al cambio ufficiale), a seconda della qualità. Le sigarette americane sono considerate le migliori, e il mercato nero standard il prezzo per una confezione da 20 è di 300 marchi, ovvero $ 30. Il valore di una confezione di Chesterfield può arrivare da $ 75 a $ 90".
(..)Alla fine dei mesi della guerra e nei primi anni di occupazione, le sigarette erano a valuta principale in Germania. I tedeschi lo chiamavano, zigarettenwahrung – sigaretta moneta. Durante i primi anni di occupazione, molte persone - kippensammlers  (raccoglitore di mozziconi- si sono sostenuti raccogliendo mozziconi di sigarette scartati e rielaborandoli in nuove sigasrette" .

Delle sigarette come denaro parla anche Marta Hillers , in quel suo drammatico libro Eine Frau in Berlin: Acht Wochen in der eroberten Stadt (Una donna a Berlino: otto settimane nella città conquistata) in cui racconta degli stupri e violenze che la popolazione femminile berlinese (e non  solo) subì in quel periodo." Sabato 28 aprile 1945 "Prima di andarsene (il soldato che l'ha violentata) pesca qualcosa dalla tasca dei pantaloni, lo butta giù sul comodino .... un pacchetto sgualcito di sigarette russe, solo alcune rimaste. La mia paga."
Però durante gli anni dell'occupazione militare alleata la razione di sigarette che ogni tedesco poteva comperarwe era di... sette sigarette alla settimana. (Victor Gollancz, The Record of as Visit in Darkest Germany,, cit., p. 202)
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Berlino aprile 1946, un anno dopo la fine della guerra
"Spazzatura mangiabile"
(da  Nemesis at Potsdam the Anglo americans and the 
 
expulsion of the Germans,  Londra 1977, di Alfred M. De Zayas,


NOTE
1) Colpa collettiva: "Il documento politico più notevole contenente elementi di colpa collettiva e punizione collettiva è JCS 1067 dell'inizio del 1945 (..). Le dichiarazioni fatte dai  governi britannico e statunitense, sia prima che immediatamente dopo la resa della Germania, indicano che la nazione tedesca nel suo insieme doveva essere ritenuta responsabile delle azioni del regime nazista, spesso usando i termini “colpa collettiva” e “ responsabilità collettiva "
"Questa atrocità è colpa tua": pubblicità delle
Truppe di occupazione per "convincere
 i tedeschi delle loro colpo

.(..) A tal fine, quando gli Alleati iniziarono i loro sforzi di denazificazione nel dopoguerra, la Divisione di Guerra Psicologica (PWD) del Corpo di spedizione alleato del Q.G. supremo intraprese una campagna di propaganda psicologica allo scopo di sviluppare un senso tedesco di responsabilità collettiva. Nel 1945, il Gruppo di Controllo delle Pubbliche Relazioni e dei Servizi di Informazione della sezione Britannica (CCG/BE) della Commissione di Controllo Alleata per la Germania iniziò a emanare direttive agli ufficiali incaricati di produrre giornali e trasmissioni radiofoniche per la popolazione tedesca per sottolineare "la responsabilità morale di tutti i tedeschi per i crimini nazisti". Allo stesso modo, tra le autorità statunitensi, un tale senso di colpa collettivo era "considerato un prerequisito per qualsiasi educazione a lungo termine del popolo tedesco".(  https://en.wikipedia.org/wiki/Denazification).
Ma uno  dei  motivi per cui gli Alleati imposero l’idea della colpa collettiva era (oltre allo spirito di vendetta presente in circoli  -non militari- d'oltreoceano), la consapevolezza "che si trattava di un modo utile per privare i tedeschi dei diritti e della sovranità nazionale (Giles Macdonogh, After the reich the brutal history of the allied occupation , New York U.S. 2007 P. XIV. E nella popolazione civile la conseguenza immediata (e duratura) fu " la rassegnazione e l' accettazione di qualsiasi forma di umiliazione nella consapevolezza dei grandi torti perpetrati dallo stato nazionalsocialista" (ibidem, XI)

2) Nel ’46 nella zona britannica della Germania la razione teorica di cibo cui la popolazione aveva teoricamente diritto era di 1500 calorie (circa la metà delle contemporanee razioni in Inghilterra). Teorica in quanto, come testimonia il giornalista inglese Victor Gollancz che la visitò nell’autunno di quell’anno “gli anziani, i deboli, i soli, i molto poveri, hanno vissuto in questi ultimi giorni con qualcosa da 400 a 1.000 calorie. Quattrocento - e sono stato in molte case dove questa era la razione giornaliera - sono la metà della cifra [=della razione del campo di concentramento ] di Belsen (The Record of as Visit in Darkest Germany, London 1947, pp. 30-31.

3) Per superare il processo di "denazificazione" i "candidati erano ripartiti in cinque categorie:
V. Persone esonerate (tedesco: Entlastete ). Nessuna sanzione.
IV. Seguaci (tedesco Mitlaufer ). Possibili restrizioni su viaggi, lavoro, diritti politici, oltre a multe.
III. Delinquenti minori (tedesco: Minderbelastete ). Posto in libertà vigilata per 2-3 anni con un elenco di restrizioni. Nessun internamento.
II. Delinquenti: attivisti, militanti e approfittatori o persone incriminate (tedesco: Belastete ). Soggetto all'arresto immediato e alla reclusione fino a dieci anni per l'esecuzione di lavori di riparazione o ricostruzione più un elenco di altre restrizioni.
I. Delinquenti gravi (tedesco: Hauptschuldige ). Soggetto ad arresto immediato, morte, reclusione con o senza lavori forzati, oltre a un elenco di sanzioni minori.
Gli indagati dovevano compilare un questionario (Fragebogen) di 133 domande. Fra fra queste:.
a) "Hai parenti che hanno ricoperto incarichi... in una delle organizzazioni elencate sopra dal num. 41 a 95?"
b) "Elenca su un foglio separato i titoli e gli editori di tutte le pubblicazioni dal 1923 ad oggi, che sono state scritte in tutto o in parte da te e tutti i discorsi pubblici da te fatti, indicando oggetto, data e tiratura o pubblico."
c) “Elenca tutti i viaggi. . . fuori dalla Germania. . . persone visitate”.
Questa è la migliore :
d) “Da bambino giocavi con i soldatini? Se sì, di quale reggimento erano
Il risultato fu che "alla fine del 1945 erano in attesa di essere schedati 3,5 milioni di ex nazisti, molti dei quali nel frattempo interdetti dal lavoro. (..) All'inizio del 1947, gli Alleati tenevano in detenzione 90.000 nazisti; ad altri 1.900.000 fu vietato di lavorare come lavoratori manuali. Dal 1945 al 1950, le potenze alleate detennero oltre 400.000 tedeschi in campi di internamento in nome della denazificazione. https://en.wikipedia.org/wiki/Denazification

4) Testo e traduzione del documento da Crimes  And Mercies: The Fate of German Civilians Under Allied Occupation, 1944–1950 ,J. Bacque, 1997, p.42 
Copy
The President of the Gevernment , Coblenz 9 May 1945
To the Landrat in Bad Kreuznach (città in Renania)
Food supplies for the prisoners
The military government has requested me to make it known, that , under no circumstances may food supplies assembled among the local inhabitants, in order to deliver them to the Germns prisoner of war. Those who violate this command and neverthless try to circumvent this blockade, to allow anything to comne to the preisoner, place themselves in danger of being shot. In special individual cases –contributions of near relatives –these can only be negotiated trough the military commander.
I request you accordingly, to make every effort to stop possible collection and to explkain to the local inhabitants in suitable terms about the facts of the matter
By order signed segnature
The Lanfrat of the District of Kreuzmach central office
Bad Kreuznach 15 may 1945
To the Burgmeiaster’s offic in Langenlonsheim (comune del circondario di Bad Kreuznach)
I am trasmitting a copy for your close attention, so that the local inhabitants may be suitably informed
Signed sieben
Certifled by Lorenz

copia
Il Presidente del Governo, Coblenza 9 maggio 1945
Al Landrat di Bad Kreuznach (città in Renania)
Forniture alimentari per i prigionieri
Il governo militare mi ha pregato di far sapere che in nessun caso si possono riunire scorte di cibo tra gli abitanti della zona per consegnarle ai prigionieri di guerra tedeschi. Coloro che violano questo comando e ciononostante tentano di aggirare questo blocco, per permettere che qualcosa arrivi al prigioniero, corrono il pericolo di essere fucilati. In casi individuali particolari – contributi di parenti prossimi – questi possono essere negoziati solo tramite il comandante militare.
Vi chiedo pertanto di compiere ogni sforzo per impedire eventuali raccolte e di spiegare in termini adeguati agli abitanti della zona i fatti della questione
Firma firmata per ordine
L'ufficio centrale del Lanfrat del distretto di Kreuzmach

Bad Kreuznach 15 maggio 1945
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Leonello Oliveri
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