domenica 30 gennaio 2022

Il cecchino tedesco, il pilota americano e Lili Marleen


Leonello Oliveri
Proprietà letteraria riservata
Riproduzione vietata

Due settimane dopo lo sbarco in Francia, il capitano Jack Leroy Tueller si godeva il suo turno di
riposo in una buca ai margini di un improvvisato campo di aviazione fra i frutteti della Normandia:

Jack era un pilota di P 47 Thunderbolt del 508 Sq., 404 Gruppo Caccia. 


Dopo lo sbarco aveva effettuato molte missioni di attacco al suolo contro i carri tedeschi. A dicembre, quando tornò in patria, aveva collezionato 100 missioni di guerra.



Jack aveva una passione: la musica, o meglio, la tromba, che suonava con grande abilità. Se l’era portata anche in guerra, perfino in volo in una sacca sotto il paracadute: "se mi abbattono, pensava, e mi mettono in un campo di prigionia posso suonarla per le sentinelle e guadagnarmi almeno un pezzo di sapone”.
Quella sera, Jack era accovacciato in una buca ai margini del campo, con un compagno. Dovevano stare riparati, perché i tedeschi in ritirata avevano lasciato dietro alcuni cecchini che avevano già provocato diversi morti. Molti erano stati eliminati, ma uno in particolare doveva essere ancora nascosto nei frutteti vicini.
Nella sua buca,
nell’oscurità e silenzio delle notte, i pensieri di Jack vagavano liberi. Si mise a pensare al cecchino, isolato, nel buio, solo mentre i suoi si ritiravano. Chi era? Forse era un ragazzo come lui, forse aveva paura come lui.



All’improvviso Jack non resistette più: sotto gli occhi stupiti e preoccupati del suo compagno prese la tromba, si alzò in piedi, uscì nel prato, mise lo strumento alle labbra e suonò.
Nel buio della notte, sotto i lontani brontolii dei cannoni, le struggenti note di Lili Marleen, la più famosa canzone di guerra di tre eserciti, varcarono lo spazio deserto, penetrando e disperdendosi fra i rami dei meli.
Il suo compagno lo guardava atterrito, aspettandosi da un momento all’altro lo sparo del cecchino.
J. suonò allo scoperto per 60 interminabili secondi.
Non ci fu nessun sparo.
Quando l’ultima nota tremolate si spense, J. ritornò nella buca.
L’indomani mattina un sergente della polizia militare lo chiamò: un prigioniero tedesco insisteva per parlare a chi aveva suonato quella canzone.
J. andò al campo. Su una jepp un soldato tedesco, un ragazzo di 19 anni, spaventato e solo, lo attendeva. In un inglese stentato, piangendo, gli disse che quella musica lo aveva salvato: aveva pensato alla sua fidanzata lontana, alla sua famiglia, alla sua casa. E non aveva potuto sparare.
Gli tese la mano, esitante.
Il capitano Jack Tueller strinse la mano al suo nemico catturato.
"Non era un nemico", dice Tueller, guardando indietro. “Era un ragazzo spaventato, come me. Entrambi stavamo facendo quello che ci era stato detto di fare. Non provavo odio per lui.
But music soothed our savage beasts, La musica ha calmato le nostre bestie selvagge”.

Forse ce ne è bisogno anche oggi.

Poi la guerra, quella guerra, finì.
Tueller tornò a casa: il giovane soldato tedesco, chissà.
Tueller ha continuato a prestar servizio nelle guerre di Corea e Vietnam e poi al Pentagono durante la crisi dei missili cubani e la guerra fredda. Si ritirò nel 1966 come colonnello, dopo aver guadagnato la Distinguished Flying Cross, .
Morì nell Utah nel 2016, a 95 anni, lasciando nipoti e pronipoti, ma soprattutto lasciando loro una storia bellissima di umanità e di speranza: le nostre bestie feroci possono essere domate.


E ora, se volete, andate qui https://vimeo.com/45105711, cliccate su “scarica”,(sperando non ci siano problemi di copyright ) scegliete una definizione a piacere (560, 720) e godetevi un bel video sulla vicenda.

Qui un altro video ricostruisce la storia video https://www.youtube.com/watch?v=yRTmrcCbV8E


E se volete saperne di più:

(www.wearethemighty.com/mighty-trending/the-power-of-music/)
http://edition.cnn.com/2009/US/11/05/vif2.....trumpet/?imw=Y)


Leonello Oliveri
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