domenica 30 gennaio 2022

Germania '44 : parola d'ordine: Mangiare anche la buccia (delle patate!)


Leonello Oliveri
Proprietà letteraria riservata
Riproduzione vietata

Nel 1944 la situazione militare tedesca era ormai senza

speranza. Eppure continuavano a combattere (anche perché sapevano cosa potevano attendersi in caso di sconfitta) e trovavano anche il tempo di sorridere.
Possiamo tastare il polso della situazione anche spulciando le vignette di una pubblicazione tedesca dell'epoca, edita dal NSDAP!





Quelle che seguono sono appunto alcune vignette pubblicate nel  ’44 dalla rivista tedesca sopra ricordata, l' Illustrierter Beobachter. (volendo lo trovate in internet, ed è, a quanto ho capito, di "pubblico dominio"). Diamogli  una spulciatina.
 
Un problema grave era la mancanza di carburante (i panzer alle Ardenne si fermeranno anche per questo) e allora.. via coi sostituti: quello che oggi chiameremo “biogas” e allora “mistgas" (che nella traduzione più elegante sarebbe “gas da letame”).

L’autore delle vignette è un famoso vignettista austriaco, Emmerich Huber (1903-1979 - https://de.wikipedia.org/wiki/Emmerich_Huber
Certo che se avessero saputo cosa li aspettava nei mesi e anche anni successivi (fino al ’47-'48), spazio per l’umorismo ce ne sarebbe stato poco...

Ecco un'inattesa pubblicità nel num. del maggio '44
"Sono vuoto e devo tornare indietro": amore per il riciclo 
o testimonianza di carenza di vetro?


Continuiamo a sorridere (magari a denti stretti). Queste vignette, ( aprile 1944) sempre di E. Huber, mi sembrano interessanti: una sottile presa in giro delle nuove armi segrete e una larvata critica della guerra?
"Impossibile, le tue foto delle nostre
nuove armi non verranno pubblicate



(e dire che l'editore della pubblicazione era il NSDAP!)




"Accidenti. La battaglia è finita e io
non ho terminato la registrazione"



Ancora due vignette risalenti all’inizio di giugno ’44 (una settimana prima del D- Day) che testimoniano le difficoltà interne della Germania provocate dalla guerra.

Nella prima, l’aumento dei prezzi: “
Quello che purtroppo il commissario al prezzo (Preiskommissar) non può ancora fare è installare in ogni negozio un dispositivo che attiri subito l'attenzione sul fatto che il venditore chiede prezzi elevati. Pertanto prestate attenzione al listino ufficiale anche voi stessi”: un Preis-uber wachung apparat (dotato di braccio allungabile !)forse non starebbe male anche da noi, in questi tempi di prezzi galoppanti!.

(E a proposito di prezzi: questa pubblicazione nel '33 costava 20 pfenning; nel '44 il prezzo non era aumentato.)

La seconda vignetta testimonia invece una situazione vissuta allora anche in Italia, quella della

borsanera”: di fronte al collega che si divora di nascosto un panino al burro (“l’importante è che io abbia il burro sul pane”), la didascalia dice: “Prenderesti il collega per un ladro? Ma lui ruba. Ruba persino ai suoi compagni di lavoro. Perché? Perché le persone che come lui comprono a caro prezzo il burro dai contrabbandieri sono ladri dei viveri destinati alla comunità”. E sul capo del golosone una minacciosa scimitarra...


Insomma, (sor)ridere per non piangere…

Spulciare le vignette e la pubblicità di questa rivista permette di scoprire aspetti inattesi della psicologia della popolazione: la guerra diventava sempre più spaventosa, qui veniva presentata in modo leggero, ma leggendo fra le righe si capiva che la situazione era gravissima.


Nel ’44 il peso della guerra fa infatti capolino anche nelle vignette.
Incominciamo con un sorriso. Si può sorridere di tutto, anche della mancanza dei fiori:

4 maggio ’44:
Lei:" E’ dalle 6 che ti ho aspettato sotto l’orologio, con d’accordo. E tu sei qui a trafficare col traforo"
Lui: "Scusa cara i fiori erano esaurirti, quindi volevo farti un mazzolino in fretta"

Ma c’è poco da sorridere. C'è mancanza di tutto, occorre risparmiare anche l'acqua

giugno 44.
(..) se ti sei sporcato le mani, non buttarti in acqua: (..) tieni a portata di mano una bottiglia con 1 cucchiaino di detersivo e ¼ di acqua. (..) Versane un po' su uno straccio e strofina (..) risparmiare sul detersivo (..) incoraggia a cercare ovunque nuovi modi per risparmiare (..)"


Anche i bambini devono risparmiare:

luglio '44: “(..) parla coi bambini come parli con gli adulti, spiega loro le condizioni in tempo di guerra in modo sensato (..) le cose devono durare più a lungo e quindi devono stare attenti con le loro cose (..) dobbiamo risparmiare anche sui detersivi e anche loro possono aiutare se non si sporcano i vestiti (..)"




Parola d'ordine: patate lesse (= con la buccia)


20 aprile '44: il giorno del compleanno di H.!
Le patate? Le scorte di patate devono durare. Evitare perdite spelandole, quindi meglio farle lesse, non si spreca la buccia..



e ancora, repetita iuvant:

 mangiare patate bollite per non sprecare la buccia perchè :"Io, la patata lessa, sono come un uovo sgusciato: carnosa, liscia, senza perdite per la sbucciatura, con pieno valore nutritivo. Le perdite per la sbucciatura sono alimenti di base sprecati per le famiglie Quindi la parola d'ordine è: solo patate lesse" .






Insomma, già un anno prima della fine della guerra, in Germania si dovevano mangiare anche le bucce delle patate (ma nel '46/'47 le cose non miglioreranno..)

Ma suggerimenti del genere c'erano anche da noi...
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Risparmiare  carbone: fare la doccia anziché il bagno

Continuando nello spulciare la sopracitata pubblicazione rivolta al pubblico tedesco, in quella che sta diventando un' interessante immersione nell'interno della vita tedesca di allora, mi sono imbattuto in alcune vignette (primavera del ’43) che richiamano la penuria cui si trovava la Germania in seguito ai bombardamenti: la mancanza di carbone, con cui si produceva, tra l’altro, il “gas di città”.

Ed ecco allora i suggerimenti per risparmiarlo, con la creazione di un personaggio tipico, il “Kohlenklau”, il ladro di carbone.

Ed ecco il primo suggerimento: fare la doccia anziché il bagno:

Se almeno un membro di ciascuna delle famiglie tedesche dotate di fornelli da bagno a gas facesse due docce al mese invece di un bagno (che sicuramente pulisce e rinfresca altrettanto bene), ciò si tradurrebbe in un risparmio totale di 2 milioni di metri cubi di gas al mese. Con questo importo risparmiato, è possibile creare munizioni sufficienti per 1000 mitragliatrici per sparare continuamente per 24 ore intere. 4 milioni di chili di carbone che erano necessari per produrre questa quantità di gas ogni mese solo con un piccolo cambiamento (..)”

E ancora


Quello cui tutti devono fare attenzione è lo spreco di carbone.

Ovunque vengano sprecati preziosi elettricità e gas, lui è coinvolto. Sfruttando la nostra sconsideratezza e negligenza mette in pericolo l'economia di guerra, ad esempio la produzione di munizioni





Ed ecco un altro suggerimento pratico: per risparmiare gas non stirare le cravatte ma usare il fermacravatte Raxon
Solo Kohlenklau stira ancora le cravatte oggi. E spreca gas ed elettricità e quindi carbone. Ma l'amico Raxon mette la sua cravatta sul fermacravatta Raxon ((..)”




E se non bastasse: spegnere la radio quando non la si ascolta!

Questi riferimenti al “ladro di carbone" Kohlenklau ( o meglio, a fermare gli sprechi di combustibili energetici) mi ha incuriosito. E così’ sono andato a leggermi Wiki (https://de.wikipedia.org/wiki/Kohlenklau ) e ho scoperto che Kohlenkau fu il nome di una campagna di propaganda per risparmiare carbone iniziata in Germania nel ’42 mediante l’organizzazione di un Dipartimento di Propaganda appositamente costituito.

Il “personaggio” durò ben oltre la guerra, ma questa volta si trattava di rubare carbone da treni o camion per alleviare il disperato bisogno: c'è un famoso film dedicato ai bambini di Amburgo" ladri" di carbone nel 1948!.

E questo mi ha richiamato alla mente ricordi della mia ( ormai lontana) infanzia: dalle mie parti c’era una cokeria, da cui uscivano autocarri e treni carichi di carbone, tutti scoperti: e il “prelievo” di qualche piccolo pezzo di carbone da parte dei più disperati (ce ne erano ancora), con la scusa di meglio “sistemare” il carico, allora capitava ed era in qualche modo tollerato…
tempi duri...

Poster del '40 sul "risparmio energetico" : Eccolo di nuovo!
 
Ha sempre fame, il suo sacco è sempre vuoto. Avidamente
si aggira furtivamente intorno al forno, ai fornelli o al rubinetto che gocciola.
 Si intrufola intorno alla finestra, alla porta o all'interruttore della luce,
 rubando quello che può. Ruba alla produzione di armamenti
, che ha bisogno di ogni piccolo pezzo che ruba dalla città e dalla campagna

Prendilo
! 
Leggi di più sui giornali”.



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Ma non è che noi stessimo meglio..

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I Fumetti!

Sfogliando la rivista (numero del 28 agosto ’44, public Domain Mark) mi sono imbattuto in un servizio  inatteso: un’intera pagina dedicata al Blühender Blödsinn, pubblicazioni “senza senso”: i fumetti, “ letteratura” ignota al pubblico tedesco e considerata "infantile", adatta al più a bambini di  dieci anni.

Uomini forti, che non devono chiedere: Superman, Captain Marvel, The Phantom, Jungle Jim etc. etc.

Fra le diverse scenette, un esempio “neutrale”

 

Presentato cosi': "Un  uomo forte che può battere 12 indiani in giro con ogni dito è il capo dei Royal Mounted (Canadian Mounted Mountain Police). Qui sta attualmente spazzando via un'intera tribù di indiani, "

 Questo genere  letterario era molto in voga (diremmo tipico) degli US. Però durante la guerra cambiò impostazione (e contenuti) diventando propaganda anti-tedesca

La rivista presenta una pagina dalle  avventure di Smilin' Jack (Jack il sorridente), un fumetto apparso per la prima volta il 1 ottobre 1933 sul Chicago Tribune e terminato nel 1973.

Qui, Jack, che era su un mercantile americano silurato, viene salvato ( ma allora erano buoni?) da un U-Boot tedesco.

Un po' di trama. Un torvo comandante dell’U boot (con monocolo e divisa fantasy)  pretende da Jack informazioni. Lui rifiuta. Il comandante gli rivela che a bordo dell’ U Boot c’è … Cindy, la moglie di Jack, caduta in mare ai Caraibi  e raccolta dall’U boot: se Jack non parla, sarà torturata. Appare la donna ( in vesti ovviamente succinte). Viene affidata ad un  marinaio dal nome appropriato (Butcher , che significa macellaio). Lei urla ” Stop twisting my arms, you fiend”, smettila di torcermi le braccia, diavolo”. E Jack “you dirty, yellow livered dog”, che potremmmo tradurre “sporco cane codardo”.

 


Propaganda datata?

Non so. Mi vengono in mente certi fumetti di certe collane eroiche della mia giovinezza e certi film di guerra…



Leonello Oliveri
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