In costruzione
Leonello Oliveri
Penso
che chi si interessa della storia contemporanea sappia chi fu Junio Valerio
Borghese, il Comandante della X Mas, e
conosca il suo ruolo durante (e dopo) la
II G.M.
Forse
meno note sono le modalità con le quali lui, comandante della Xa, riuscì a
salvare la pelle alla fine della guerra mentre altri giovani della Xa non
riuscirono a sopravvivere a forse non sempre giustificate (ma ovviamente è una mia opinione personale) vendette .
Alla
fine della guerra Junio Valerio Borghese fu salvato… dall’ OSS (Office of
Strategic Services) il Servizio Segreto americano, antenato della CIA,
nella persona del suo capo in Italia, il famoso ((v. biografia qui https://it.wikipedia.org/wiki/James_Angleton)
James Angleton
Ecco
la storia del suo salvataggio in due documenti dell’epoca.
Il primo è un report che Angleton, 1st. Lt. ,
Inf. C.O. della SCIZ Units (controspionaggio USA a Roma) invia il 12 maggio
del ’45 al Col. Nichols del AFHQ
(Quartiere Generale delle Forze Alleate), documento conservato negli
archivi OSS (fascicolo Top Secret Nazi
War Crimes. Disclosure Act) e declassificato nel 2005. Per meglio capire
l’interesse dell’OSS per Borghese potrà essere utile ricordare che Borghese già
alla metà di aprile stava svolgendo trattative
(insieme a ufficiali tedeschi) non solo per una resa agli Alleati, ma
anche per il dopo.. Così almeno
leggiamo in P. Williams, Operazione gladio cap. 1:
“On April 13, 1945 , Borghese met with General Wolff and Angleton at villa
on Garda Lake , where they discussed the possibility of extending their war efforts
beyond any peace treaty with the Soviets, redeploying X MAS under the covert
direction of the OSS . Borghese was amenable to the terms, especially since his
cooperation would save him from an Italian firing squad.” che potremmo tradurre
pressappoco così: “Il 13 aprile 1945, Borghese incontrò il
Generale Wolff e Angleton in una villa sul lago di Garda, dove hanno discusso
della possibilità di ampliare la loro sforzi di guerra oltre ogni trattato di
pace con i sovietici, ridistribuendo la X MAS sotto la direzione nascosta
dell'OSS. Borghese era sensibile al progetto, soprattutto perché la sua
collaborazione lo avrebbe salvato da un fuoco italiano”. Se quanto scrive Williams è corretto anche
circa la data della partecipazione di Angleton (1) a tali colloqui, si deve
supporre che il capo dell’OSS sia arrivato sul lago di Garda attraverso la Svizzera
e certo non attraverso l’Italia ancora in mano tedesca (e RSI).
Circa
il gen. Wolff, capo delle SS in Italia,
fu colui che già nel ‘44 aveva preso cauti contatti con gli Alleati per
definire una via d’uscita per le truppe tedesche dall’Italia e che nell’aprile
del ’45 ne negoziò la resa (Operazione Sunrise) all’insaputa di Hitler (e degli alleati della
RSI: per par condicio dopo l’8 settembre?). (2)
Il report di Angleton |
Angleton viene a sapere che una
squadra di sei partigiani della brigata Matteotti stavano cercando il “principe
nero”. Due partigiani entrano nell’albergo dove si trovava Angleton e “SAIL”:
questo era infatti nei documenti OSS il nome di copertura di Borghese.
Ma lasciamo la parola al capo
dell’OSS: “ Due membri del gruppo hanno
indicato al portiere che stavano cercando qualcuno in un appartamento identico
a quello di SAIL. Alla luce del nostro interesse nell'ottenere
informazioni sulle nostre operazioni e sulla possibile collocazione di
documenti preziosi, è stata presa una rapida decisione di intervenire con
questi partigiani rendendo SAIL prigioniero di guerra nel caso in cui dovessero
scoprire dove si trovasse. Mentre i due partigiani erano nell'appartamento
alla ricerca di SAIL, il sottoscritto ha interrogato gli occupanti della
macchina in merito alle loro attività. Era evidente che intendevano
esercitare un giudizio sommario e l'esecuzione di tutte le persone da loro
prese. Dopo mezz'ora, i due partigiani che erano entrati nell'edificio
tornarono in gran fretta, saltarono in macchina e si allontanarono”
Il già citato P. Williams è esplicito al
riguardo: “On May 15, 1945 , when Borghese was arrested and charged with war
crimes, Angleton managed to secure his release into US Army custody. The Black Prince was dressed in an
American uniform and transported from Milan to Rome . Angleton needed Borghese and the 10,267 fascists
who fought under his command to help establish the stay-behind units that would
ward off any Soviet aggression” che potremmo tradurre un po’ liberamente “Il
15 maggio 1945, quando Borghese fu arrestato e accusato di crimini di guerra,
Angleton riuscì a garantire il suo rilascio sotto la custodia dell'esercito
americano. Il Principe Nero fu rivestito con un'uniforme americana e
trasportato da Milano a Roma. Angleton aveva bisogno di Borghese e dei 10.267 (!)
fascisti che combatterono sotto il suo comando per aiutare a formare delle
unità in stay-behind (potremmo tradurre “dormienti”) per far
fronte ad eventuali aggressioni sovietiche”.
Il documento di Angleton così prosegue: “ After
waiting several hours, the undersigned
went to SAIL and brought him immediately to Rome for detailed interrogation. . It is
felt that because of SAIL’s aid to our agents, we should prolong his internment
in order to enable him to have a fair trial until partisan excitement has
calmed down, and in order to extract from him valuable political and
counter-intelligence information which he has acquired since the armistice of
September 8. Had SAIL been kept in custody at Milan , there is little doubt but that the
uncontrollable partisans would have attempted to take him into their custody by
force of arms” (“Dopo aver atteso diverse ore, il sottoscritto si recò da
SAIL e lo portò immediatamente a Roma per un interrogatorio
dettagliato. Si ritiene che,
grazie all'aiuto di SAIL ai nostri agenti, dovremmo prolungare il suo
internamento al fine di consentirgli di avere un processo equo fino a quando
l'eccitazione partigiana si sarà calmata e al fine di estrarre da lui le preziose
informazioni politiche e di controspionaggio che ha acquisito dall'armistizio
dell'8 settembre. Se SAIL fosse stato trattenuto in custodia
a Milano , non vi è dubbio che gli incontrollabili partigiani avrebbero
tentato di prenderlo in custodia con la forza delle armi”. E dopo averlo “preso in custodia”, non ci vuole troppa
fantasia ad immaginarne la sorte...(3)
Angleton
tornerà sull’argomento del “salvataggio”
di Borghese diversi anni più tardi,
quando nel febbraio del ‘76 rilascerà sul fatto un’intervista al settimanale
italiano Epoca.
Milano Piazzale Fiume, 26 aprile: Borghese ordina lo scioglimento della Xa |
Anche
il testo di questa intervista si trova nei documenti d dell’OSS.
Eccone,
in traduzione, le parti principali. Il
giornalista ricorda a Angleton, intervistato nella sua casa in Virginia,
l’uscita in Italia di un libro (“Gli
americani in Italia”, di R. Faenza e M. Fini), nel quale gli si imputava di
aver “rapito“ (kidnapped) Borghese e di averlo poi protetto.
Le
risposte dell’ex capo dell’OSS sono illuminanti: “Chiunque conosca come me
l’Italia e veda ora la situazione, sa che l’Italia è stata uno degli obiettivi
primari dei sovietici (..)
La
storia del “rapimento” di Borghese è vera, ma i motivi sono diversi (..) L’OSS
venne a sapere che i tedeschi stavano preparando un piano che prevedeva una
resistenza ad oltranza in Austria e la politica della “terra bruciata” in
Italia con la distruzione di porti, fabbriche, (..) con l’obiettivo di creare
una “situazione rivoluzionaria” che avrebbe potuto produrre uno scontro tra i
sovietici e gli Alleati (..) Decidemmo di fare il possibile per bloccare questo
piano e di servirci per ciò del principe Borghese. Per contattarlo gli inviammo
il comandante Marceglia”.
L'intervista di Angleton |
Si allude qui
alla famosa “Missione Marceglia”, su cui ritorneremo. Marceglia era
quell’operatore dei “siluri a lenta corsa” della Xa Mas che il 18 e il 19 dicembre 1941
erano penetrati nel porto di Alessandria
affondando due corazzate inglesi) (..) Marceglia gli comunicò il nostro
messaggio: se accettava di cooperare con gli Alleati e usare i suoi reparti per
impedire ai tedeschi di distruggere i porti, lo avremmo sottratto ai partigiani
che intendevano fucilarlo (..) I principe accettò. (..) Borghese mantenne gli
impegni, tant’è vero che furono i suoi uomini a fornirci le piante dei campi
minati del porto di LivornoToccava ora a me adempiere alla mia parte del
contratto (..) Mentre la guerra stava per finire mi recai in segreto a Milano
(..)e presi alloggio in una villa. Quando Borghese arrivò alla mia casa lo
nascosi in una stanza al piano superiore (..) Ricevetti poi la visita di un mio
collega britannico (collega? Probabilmente uno dei SOE, Special Operations Executive, il corrispettivo inglese dell’OSS: fra le due organizzazioni non sempre i
rapporti furono idilliaci) reduce dai negoziati di armistizio con il gen.
Vietinghoft ( il gen. Vietinghoft dal marzo del ’45 fu il comandante
supremo delle truppe tedesche in Italia. A guerra finita, nel’47, dopo due anni
di prigionia in un campo inglese per prigionieri di alto rango, fu scarcerato.
Morì nel 1952) (..) Il mio ospite mi disse che aveva chiesto ai tedeschi di
consegnarli due soli fascist ringleaders (caporioni fascisti):
Borghese e il col. Di Leo, capo del RSI’s Defense Information Service
(Servizio Informazioni Difesa dell’RSI). La sua intenzione era di
interrogarli e di consegnarli ai partigiani for immediate execution. Loro sono esperti,
disse, inutile imbarcarsi in processi che non avranno mai fine ( "They are
experts," he said. "It's
useless to get involved with things that never end." ). Abbiamo qui un ottimo esempio
del pragmatismo (o cinismo) inglese: cavare tutto l’utile possibile da una
persona e poi disinteressarsi della sua sorte. E lasciare che i partigiani
sbrigassero le loro vendette.
Ma Angleton non ci sta: “It
was during that dinner when I realized that if I were to keep my word of honor
to the prince I would have to take him to the South immediately, into the
jurisdiction of the supreme allied command at Caserta”: nel corso del pranzo
capii che se volevo mantenere la mia parola d’onore col Principe dovevo portarlo a Sud, nella
giurisdizione del Comando Alleato di Caserta. Perciò il mattino dopo facemmo indossare a Borghese un’uniforme americana,
lo mettemmo su una jeep e dopo una sosta a Firenze per permettergli di vedere
la sua famiglia lo portammo a Roma dove prima fu interrogato dai nostri servizi
d’informazione ( e il fascicolo che l’OSS dedica a Borghese contiene verbali del suo interrogatorio) e poi lo consegnammo per un regolare
processo (..)”all’Ammiraglio De Courten: e possiamo immaginare l’entusiasmo
di Borghese, comandante della Xa, il cui inno ricordava le “Navi d'Italia che ci foste tolte non in battaglia ma col tradimento”,
considerato che proprio De Courten, già Ammiraglio di Divisione nella IIa G. M.,
ebbe un ruolo importante proprio nella consegna della flotta italiana agli
inglesi l’8 settembre. Nel ’45 De
Courten era Capo di Stato Maggiore della Marina nel Governo Badoglio nel Sud e
successivamente Ministro della Marina nei governi successivi) (4).
Chi volesse conoscere le
vicende del processo a Borghese v.
Nel 1949 Borghese tornò libero
cittadino.
Il resto è cronaca (o storia)
recente.
Operatori del "siluri a lenta corsa" della Xa: le loro missioni a Gibilterra, Malta e Alessandria entrarono nella storia |
NOTE
(1) Come riferimento Williams usa, in nota
17, il testo di Jack Green
and Alessandro Massignani, The Black Prince and the Sea Devils: The Story of
Valerio Borghese and the Elite Units of the Decima MAS (Cambridge, MA: De Capo
Press, 2004), p. 181. Purtroppo non sono riuscito a trovartlo.
Per quanto concerne i contatti tra Angleton e Borghese, troviamo sempre in Williams (cap. 1) un'annotazione interessante: "(..) Anche il padre di Angleton, Hugh, ha servito
l'OSS. Prima della guerra, Hugh era
stato il presidente della Camera di Commercio americana in Italia e il proprietario della filiale di Milano della
National Cash Register Company. L'anziano Angleton (..) aveva sviluppato contatti estesi in tutta Italia che sono
stati di grande utilità per suo figlio. Uno di questi era il
principe Junio Valerio Borghese, un membro delll’aristocrazia nera cattolica (..) ”
2) Wolff alla fine delle guerra non fu incriminato a Norimberga grazie all’interessamento di Dulles, Direttore dell' OSS in Europa. Fu imprigionato fino al ’49. Nel ’62 fu nuovamente processato, condannato a 15 anni ma ne scontò solo sei. Restò in Germania (ovest) dove morì nel 1984. Dimostrazione che.. spesso a volare sono solo gli stracci.
2) Wolff alla fine delle guerra non fu incriminato a Norimberga grazie all’interessamento di Dulles, Direttore dell' OSS in Europa. Fu imprigionato fino al ’49. Nel ’62 fu nuovamente processato, condannato a 15 anni ma ne scontò solo sei. Restò in Germania (ovest) dove morì nel 1984. Dimostrazione che.. spesso a volare sono solo gli stracci.
Circa i contatti in Svizzera, sui quali sono stati desecretati nel 2005 centinaia di documenti dell’ OSS, in essi fu, tra le altre cose, "pianificato" l’utilizzo della Xa Mas per il dopo (v. per es. EIR Investigation, Italy’s Black Prince: Terror War Against the Nation-State, by Allen Douglas) p. 55: “Wolff and Dulles plotted the Anglo American redeployment of fascist operatives After the war among them Borghese. Indeed Wolff declared, “Where thwe person of Borghese and his Xmas is concerned. I have spoken several times with a represwentative of mr. Dulles “ovvero " Wolff e Dulles pianificarono la ridistribuzione anglo-americana di agenti fascisti dopo la guerra tra loro Borghese. In effetti Wolff dichiarò: “Per quanto riguarda la persona di Borghese e la sua Xa Mas ho parlato più volte con un rappresentante di mr. Dulles”.
Circa A. Dulles, illuminante la sua biografia che può essere letta qui
3) Jack Greene e Alessandro Massignani, Il principe nero, Junio Valerio Borghese e la X MAS, Oscar Mondadori, 2008, pag. 199/200 raccontano così la "cattura" o "salvataggio" di Borghese: "L'8 maggio si presentò in casa il capitano dei carabinieri Giuseppe Polosa, dicendo che Carlo Resio e l'agente dell'Oss James Jesus Angleton erano a Milano e cercavano Borghese per dargli un messaggio dell'ammiraglio De Courten. L'incontro ebbe luogo il 9 maggio. Resio e Angleton informarono il principe che De Courten lo voleva a Roma per parlargli, ma questi, non del tutto convinto da quel messaggio che gli era stato riferito solo oralmente, rispose che si sarebbe riservato di decidere." Il principe decise di partire con i due e giunse a Roma il giorno successivo....Borghese fu portato in un appartamento in via Archimede e arrestato il 19 maggio dagli americani” (citazione da https://it.wikipedia.org/wiki/James_Angleton).
In modo ancora leggermente diverso la vicenda è raccontata in http://www.italia-rsi.it/farsixa/decimaveneziagiulia.htm: dopo lo scioglimento della Xa "Borghese trascorse due settimane in un appartamento di Viale Beatrice d’Este a Milano, tenuto in custodia dal tenente della polizia partigiana **. Il 9 maggio vennero a trovarlo il maggiore James Angleton dell’OSS e il capitano di fregata Carlo Resio del Servizio Informazioni Segrete della Marina. L’11 maggio quest’ultimi lo condussero con una jeep a Roma. Nelle sue memorie Borghese scrive che i due gli riferirono un messaggio verbale di De Courten che chiedeva di parlargli con urgenza "di alcune situazioni provocate dalla cessazione delle ostilità, sulle quali riteneva utile conoscere il mio parere". Per vincere le sue perplessità gli comunicarono che i partigiani erano in procinto di catturarlo. Ma una volta giunto a Roma non riuscì ad avere alcun contatto con De Courten .
4) E' interessante riportare quanto scritto dal già citato P. Williams, Operazione gladio, cap. 1 a proposito delle intenzioni di Angleton (ma meglio dell'OSS e poi della CIA) circa l'"utilizzo" di Borghese: " For a while, Angleton and other OSS officials, including Donovan, toyed with the idea of making Borghese the new king of Italy. But soon they came to their senses and realized that the X MAS commander would be of greater use as the leader of a shadow government, with a secret army that could manipulate Italian affairs throughout the coming decades. To create this government, the US State Department issued a mandate by which the “operational resources” of the Italian police, the Italian military intelligence, and the Italian secret service were placed at the disposal of Angleton and the SCI.
In modo ancora leggermente diverso la vicenda è raccontata in http://www.italia-rsi.it/farsixa/decimaveneziagiulia.htm: dopo lo scioglimento della Xa "Borghese trascorse due settimane in un appartamento di Viale Beatrice d’Este a Milano, tenuto in custodia dal tenente della polizia partigiana **. Il 9 maggio vennero a trovarlo il maggiore James Angleton dell’OSS e il capitano di fregata Carlo Resio del Servizio Informazioni Segrete della Marina. L’11 maggio quest’ultimi lo condussero con una jeep a Roma. Nelle sue memorie Borghese scrive che i due gli riferirono un messaggio verbale di De Courten che chiedeva di parlargli con urgenza "di alcune situazioni provocate dalla cessazione delle ostilità, sulle quali riteneva utile conoscere il mio parere". Per vincere le sue perplessità gli comunicarono che i partigiani erano in procinto di catturarlo. Ma una volta giunto a Roma non riuscì ad avere alcun contatto con De Courten .
Diversa è la
versione dei fatti dell’ammiraglio De Courten, nella quale sembra quasi che
egli tenga a precisare che ignorava perfino la presenza di Borghese a Roma.
Afferma infatti che una sera di fine aprile - ma 1’11 maggio Borghese era
ancora a Milano - Angleton e Resio lo informarono che sotto casa, in
un’automobile, c’era il comandante Borghese:
Essi mi chiesero
disposizioni circa la sorte del Borghese. Consigliai loro la soluzione più
opportuna per evitare che il caso fosse sottoposto a immediate sanzioni, le
quali, nell’atmosfera ardente e sovreccitata di quei giorni, non avrebbero
potuto essere che di carattere estremamente grave, e per mettere Borghese in
condizioni di essere giudicato in tempi di maggiore serenità e obiettività. E
così infatti è avvenuto".
Borghese consegnerà poi alle Autorità alleate le mappe delle mine poste nel porto di Livorno, che sarà poi sminato anche da un "uomo rana" inglese diventsato in seguito famoso, quel Lionel Crabb che nel 1956 scomparira "misteriosamente" mentre stava facendo un'immersione sotto la carena di una nve da guerra russa in visita nel porto di Londra
Borghese consegnerà poi alle Autorità alleate le mappe delle mine poste nel porto di Livorno, che sarà poi sminato anche da un "uomo rana" inglese diventsato in seguito famoso, quel Lionel Crabb che nel 1956 scomparira "misteriosamente" mentre stava facendo un'immersione sotto la carena di una nve da guerra russa in visita nel porto di Londra
Under Borghese, the Gladio forces in Italy were divided into forty main groups: ten specialized in sabotage; six each in espionage, propaganda, and escape tactics; and twelve in guerrilla activities. A special training camp for members of the stay-behind units was set up in Sardinia, off Italy’s western coast. The camp, thanks to the efforts of Gehlen and Wolff, was soon swarming with new gladiators from Germany, France, and Austria. By 1946, when the OSS morphed into the Central Intelligence Group (the precursor of the CIA), hundreds of Gladio units were in place throughout WesternEurope".
Ovvero:
"Per un po’, Angleton e altri funzionari dell'OSS, tra cui Donovan, hanno giocato con l'idea di fare di Borghese il nuovo re d'Italia. Ma presto tornarono in sé e si resero conto che sarebbe stato più utile usare il comandante della X MAS come capo di un governo ombra, con un esercito segreto che potrebbe manipolare gli affari italiani nei prossimi decenni. Per creare questo governo, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha emesso un mandato con il quale le "Risorse operative" della polizia italiana, l'intelligence militare italiana, e il servizio segreto italiano furono messi a disposizione di Angleton e SCI (Special Counterintelligence Units Unità di controspionaggio statunitense).
Sotto Borghese, le forze del Gladio in Italia furono divise in quaranta principali gruppi: dieci specializzati nel sabotaggio; sei in spionaggio, sei in propaganda e sei in tattiche di fuga; e dodici nelle attività di guerriglia. Un campo di addestramento speciale per i membri delle unità “dormienti” fu istituito in Sardegna, al largo della costa occidentale dell’Italia.
Il campo, grazie all'impegno di Gehlen (Reinhard Gehlen, già generale della Wehrmacht, alla fine della guerra fu “assunto “ dall’US Army -G-2 Intelligence- per fondare e dirigere una rete di spionaggio contro l’Unione Sovietica: uno degli ex nazisti passati nel servizio segreto statunitense con l'operazione Paperclip) e Wolff , fu presto brulicante di nuovi gladiatori provenienti da Germania, Francia e Austria.
Nel 1946, quando l'OSS si trasformò nel Central Intelligence Group (il precursore della CIA), centinaia di unità Gladio erano in atto in tutta l’Europa occidentale".
Il campo, grazie all'impegno di Gehlen (Reinhard Gehlen, già generale della Wehrmacht, alla fine della guerra fu “assunto “ dall’US Army -G-2 Intelligence- per fondare e dirigere una rete di spionaggio contro l’Unione Sovietica: uno degli ex nazisti passati nel servizio segreto statunitense con l'operazione Paperclip) e Wolff , fu presto brulicante di nuovi gladiatori provenienti da Germania, Francia e Austria.
Nel 1946, quando l'OSS si trasformò nel Central Intelligence Group (il precursore della CIA), centinaia di unità Gladio erano in atto in tutta l’Europa occidentale".
Così almeno scrive P. Williams e così lo riportiamo.
E poi il libro continua allargandosi ad anni più recenti..
Per quanto concrne Angleton un'interessante biografia è, per es., qui
Leonello Oliveri
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