giovedì 1 maggio 2025

Inside the Company- CIA Diary: un ex agente racconta le operazioni segrete della CIA



"The United States seem destined
by providence to plague America
with misery in the name of liberty"
Simon Bolivar
Guayaquil, August 4th 1829



Leonello Oliveri
(in costruzione)
Proprietà Letteraria Riservata
Riproduzione Vietata

Tutti, credo,  sappiamo  ( o pensiamo di sapere) cosa sia la CIA, la Central Intelligence
Agency
, la cui missione è “semplice ma fondamentale: sfruttare il potere dell'informazione per garantire la sicurezza del nostro Paese. Siamo la prima linea di difesa della nazione. Realizziamo ciò che altri non possono realizzare e arriviamo dove altri non possono arrivare”.

Ma un conto è aver visto qualche film, un altro è leggere questo libro scritto da un ex agente che dopo aver vissuto e operato nella “Company” in sud America deciderà di rendere nota l'attività, i mezzi e l'operato di questa agenzia: il libro sconvolgerà e metterà a repentaglio la sua vita.

Questa è la storia della carriera di dodici anni di un ufficiale delle operazioni segrete della CIA che si è conclusa all'inizio del 1969”, Philip Agee, un agente che dal 1960 al '69 “combatté la guerra santa contro il comunismo corrompendo politici e giornalisti, falsificando documenti, manipolando cortei e manifestazioni, intercettando telefoni e leggendo la posta di altre persone”(Patrick Breslin © The Washington Post,).

La vita e la formazione

Philip Agee nacque nel 1935 a Tacoma, in Florida. Ebbe l'infanzia e la giovinezza tipica di chi proveniva da una famiglia benestante: scuola privata (gesuiti), poi laurea, nel 1956 in una prestigiosa università cattolica, l'Università di Notre Dame. L'Università, il cui motto era “Per Dio, la Patria e Notre Dame” avrà una forte influenza sul carattere del giovane Philip.

Lì Philip ha il primo contato con la CIA: “Centinaia di aziende vengono all'università per intervistare gli studenti per un possibile impiego” scriverà nel suo Diario, “con mia sorpresa, un uomo della CIA è venuto da Washington per incontrarmi per un programma segreto di formazione per dirigenti junior”.

Dopo qualche esitazione, Philip sceglie di far domanda per entrare nella CIA.

manifesto di propaganda
antisovietica (1947)
"Non era insolito per un giovane come me, patriottico, conformista e di famiglia benestante, entrare al servizio del governo, così entrai nella CIA per l'avventura. Avevo solo 22 anni e avevo una visione romantica delle cose” (v.
https://www.philipagee.com/).
Teniamo presente che il periodo  fra il '50 e i primi anni  '60 fu quello  della massima tensione fra USA e URSS: c'era stata la prima atomica russa, la nascita della Cina di Mao, la guerra di Corea, poi il maccartismo, il muro di Berlino, le spie, la crisi dell'U2 abbattuto, dei missili a Cuba, l'attentato a Kennedy, il Vietnam.  L'atmosfera che si respirava in USA ( ben rappresentata, per es. nel film del 2015 "Il ponte delle spie"), era quella del patriottismo esasperato dalla  red scare, la "paura rossa", (i russi avevano l'atomica, anche se gli unici ad usarla erano stati gli USA) che diventava quasi isteria, con la gente che si faceva costruire bunker antiatomici in giardino.




E' il 1957, per Philip inizia l'iter della formazione.
Sede della CIA a Langkey -Virginia
Il primo scoglio è.. il “poligrafo”, la macchina della verità: l'aspirante agente viene collegato ad un aggeggio che misura battito, pressione, sudorazione, movimenti involontari mentre viene sottoposto ad un fuoco di fila di domande sulla sua vita, tendenze (anche sessuali) esperienze di ogni tipo etc. La prova, fra ansia e paura, viene superata.

Incomincia l'istruzione.

E il primo corso è un lungo stage di formazione sul comunismo internazionale: e questo illustra bene quale era per la Central Agency, contemporaneamente, il male da combattere, il nemico e la sua missione.
Ma c'era un altro ostacolo da superare: Philip doveva fare il militare. Allora viene destinato ad un reparto speciale dell'Aeronautica Militare, in realtà una struttura di copertura della CIA.
Vi resterà due anni, fino al '59.

Terminato il servizio, viene trasferito a Washington e inizia l' addestramento vero e proprio: studio del comunismo, non tanto dell'ideologia quanto della politica estera sovietica (“la CIA non fa politica, fornisce informazioni”), studio delle funzioni, organigrammi, compartimentazione (intelligence estera, guerra psicologica e paramilitare, controspionaggio) di quella che fra loro chiamano semplicemente “the Company”.

Nel Dicembre '59 viene accettato formalmente e inizia la parte più tecnica della formazione: esercitazioni pratiche di tiro, difesa, penetrazione in obiettivi protetti. Al riguardo un episodio divertente: una volta la squadra di apprendisti spie doveva esercitarsi ad entrare e fotografare una struttura protetta off limits (un'industria chimica): senonché i nostri quasi agenti furono sorpresi dalle guardie e arrestati (e l'Agenzia dovette pagare una cauzione per farli uscire).

Poi quella più specifica: come sono organizzati i criptonimi, ovvero i nomi segreti che mascherano agenti e attività, come si fanno intercettazioni postali e telefoniche, l'arruolamento di informatori (qualche volta per convinzione, in genere con corruzione, ma anche col ricatto). Poi la vera arma segreta della sua attività futura: l' infiltrazione e penetrazione nelle strutture ritenute potenzialmente pericolose per gli USA (partiti politici, Forze Armate, sindacati associazioni studentesche, professionali, culturali, religiose), la propaganda e la disinformazione, le operazioni sui media (in pratica acquisire editori e giornalisti sul libro paga dell'Agenzia): questa, e non la ricerca e scoperta di chissà quali piani segreti di guerra, sarà la parte principale del suo lavoro, l'acquisizione, anche tramite la corruzione, di informatori e collaboratori.

E poi la contro informazione: innanzi tutto la “deception”, l'inganno, con la fabbricazione di lettere, manifesti, rapporti fasulli da attribuire a potenziali avversari per rovinarne l'immagine. Poi l' organizzazione di proteste pubbliche, disturbare o impedire manifestazioni di oppositori anche con l'inserimento di agitatori e provocatori “professionisti” per far degenerare la manifestazione in disordini e vandalismi adatti a spaventare l'opinione pubblica creando un clima favorevole alla richiesta di metodi repressivi, formare gruppi  per sventare o aggredire oppositori, aggredire o insultare poliziotti e militari per creare in loro sentimenti di rivalsa, organizzare azioni dimostrative da attribuire all'opposizione politica..

Nel luglio '60 finalmente il training terminò e Agee ebbe la sua prima destinazione: la stazione CIA di Quito, Ecuador, America del Sud.

Ecuador, Uruguay, Messico

Agee nel 1976
Le priorità della politica americana in Ecuador erano chiare: convincere il Governo ecuadoregno a rompere le relazioni con Cuba, contrastare l'allora Presidente colpevole secondo Washington di ostinazione nazionalista e simpatie sinistrorse (verrà deposto da una giunta militare) e reprimere formazioni e  attivisti comunisti e di sinistra
Questa mission illustra  quale fosse il compito della CIA in Sud America : la lotta al Comunismo e all'URSS: non perché quello stato minacciasse gli Usa (questo poteva essere fatto credere alla gente) , ma perché quella ideologia veniva considerata incompatibile e pericolosa per il capitalismo economico e finanziario USA.


L'Uruguay all'epoca era, teoricamente, un paese potenzialmente ricco, ma la ricchezza consisteva in prodotti agricoli di piantagione (banane, cacao, caffè) che facevano gola alle grandi Company USA. Come conseguenza una grande concentrazione terriera in poche mani: nel suo libro Agee ricorda che circa il 5 percento delle famiglie deteneva circa il 60 percento della terra, mentre circa il 75 percento aveva meno del 10 percento della terra, 200 famiglie possedevano il 75-80 percento delle terre rurali dell'Uruguay: “una repubblica delle banane disperatamente povera dove più della metà della popolazione riceve meno di 100 dollari all'anno”, annoterà Philip. 
Ma per la politica USA il pericolo in Ecuador era il locale piccolo partito comunista. La soluzione sarebbe stata eliminare quelle condizioni socio/economiche che offrivano all'ideologia di sinistra un facile terreno: migliorare le condizioni economiche e sociali della popolazione, eliminando i grossi latifondi, migliorando sanità, viabilità, istruzione. Ma ciò sarebbe andato contro gli interessi sia della turbolenta (e non sempre incorruttibile) classe politica locale, sia degli interessi economici delle grandi Company USA che sfruttavano le risorse del territorio. Mancava inoltre la presenza di una classe media abbastanza numerosa, indispensabile per alimentare una qualche corrente riformistica effettiva.
 E così, invece di riforme economiche, corruzione e repressione. E di ciò la Central Intelligence Agency sarebbe stata in quegli anni il motore e lo strumento.

Il riassunto dell'attività cui l'autore fu coinvolto o di cui fu testimone in Ecuador,  come lui ce le presenta e ricostruisce nel suo libro, può essere visto come un manuale delle operazioni di quel servizio segreto.
Prassi comune era infiltrare, spesso anche ai massimi livelli, le organizzazioni politiche dall'estrema sinistra all'estrema destra, creare movimenti fasulli ”anticomunisti” (con risvolti a volte comici: una volta fu creato dalla CIA un inesistente “Fronte anticomunista Cubano”, quando poi fu fondata davvero un'organizzazione con quel nome si dovette cambiare il nome a quella fasulla), penetrare e assoldare informatori nella politica, nelle forze armate, polizia, servizi segreti locali, nelle diverse organizzazioni sociali: operazione non troppo difficile facile vista la disponibilità di fondi e la grande povertà degli abitanti: con una manciata di sucre (la moneta locale) si pagava un autista, un giardiniere di qualche Ambasciata, con 50 dollari al mese un membro della polizia, con un po' di più un giornalista, o un parlamentare, con 200 un leader sindacale, con 500 un ministro: . "Senza denaro, dirà in un'intervista, nulla o quasi nulla di ciò che fa la CIA può funzionare. Il denaro è il lubrificante che aiuta la CIA in tutto ciò che fa". E in un'intervista rilasciata nel 2006 ricorderà: "Io, per esempio, a fine mese uscivo in macchina e avevo nella giacca forse dieci o dodici buste con i soldi, ognuna per una persona diversa, e dovevo stare attento: non dare a "Raul" la busta per "Carlos"

Poi comprare i “ media” di allora, innanzitutto editori e giornalisti (tra i quali, annota,  uno che lavorava anche per un'agenzia di stampa italiana: chissà quali oggettive informazioni ci avrà trasmesso). Controllare i giornali era infatti fondamentale: in occasione di una delle frequenti elezioni nel paese (dal '52 all' '81 l'Ecuador ebbe 11 Presidenti, comprese due giunte militari) dei due candidati alla vicepresidenza uno era un collaboratore locale della CIA, per tagliare fuori dalla corsa l'altro fu sufficiente far pubblicare da un giornale compiacente un articolo in cui si annunciava il sostegno nei suoi confronti del PC ecuadoregno: poi, se il candidato dell' Agenzia avesse vinto, sarebbe stato opportuno aumentargli lo stipendio “ da settecento a mille dollari al mese, e se diventerà presidente gli daremo ancora di più".

E poi corteggiare la classe operaia inventando organizzazioni sindacali inesistenti per competere coi sindacati di sinistra, pagando ai dirigenti corsi organizzati dalla CIA per spiegare i pericoli del comunismo.


il kit per aprire la posta
(museo della CIA)
E comunque spiare tutti: controllare tutti gli arrivi dall'estero, i passaporti, la corrispondenza: avevano a disposizione tutti gli elenchi degli elettori, gli elenchi di tutte le utenze telefoniche, dei proprietari di auto (“arrivate 50 libbre di chiavi di tutte le auto prodotte negli USA dal '35”, scriverà nel suo diario).

Poi le intercettazioni telefoniche e fotografiche, installando microfoni, deviazioni telefoniche in tutte le location interessanti. Ma non tutte le operazioni andarono bene: più volte gli operatori furono sorpresi da cameriere, donne della pulizia, guardie private mentre installavano microfoni o deviazioni telefoniche in alloggi che sarebbero stati presi in affitto da potenziali bersagli.
Intercettazioni effettuate anche con apparecchiature pericolose: “l'attrezzatura arrivata – scriverà- comprende anche un grembiule di piombo in modo che gli operatori possano evitare sterilizzazioni indesiderate” .

Poi il tentativo di assoldare agenti della contro parte, usando qualsiasi mezzo, dal denaro a fanciulle compiacenti, al ricatto: se era relativamente facile nel caso di locali, molto più difficile nei caso di cubani, quasi impossibile nel caso di agenti: Philip ricorda il caso di un agente cubano che, quando dopo tanti approcci gli fu prospettata la possibilità di disertare, rispose con un beffardo “He told me to kiss his ass and hung up”. Altri, anni dopo, alcuni verranno rivelati come "agenti doppi".

Poi c'erano anche le operazione che potremmo definire veramente "dirty": , le tipiche  provocazioni chiamate  false flag (1) :  organizzare azioni e attentati contro chiese o organizzazioni di destra facendo sembrare che fossero opera di sinistra, gridare slogan antimilitari per inimicare le forze armate (e accelerare il loro intervento in colpi di stato), boicottare l'attività (es. esportazioni di carne ) di strutture che non si riusciva a controllare, comporre lettere, articoli  o documenti falsi e compromettenti.  
Agee racconta diversi episodi al riguardo. In particolare uno riguardante un membro di un gruppo guerrigliero, che si era recato a Cuba: fu elaborato un piano per fargli passare documenti incriminanti. Fu preparato un documento compromettente. Un agente acquistò un tubetto di dentifricio "e aveva passato tre ore a spremere il dentifricio e a pulire il tubetto. Poi ha accartocciato i fogli, li ha schiacciati un po' con la scarpa, li ha piegati per farli entrare nel tubetto".  Al ritorno, approfittando della complicità di un addetto ai bagagli in aeroporto, il tubetto di dentifricio fu lasciato cadere nella sua valigia, fu "casualmente"  scoperto ed esaminato, il documento ritrovato. Alle rimostranze e proclamazioni di innocenza del "colpevole", la stazione CIA reagì informando della scoperta un giornale compiacente. "L'emozione è immensa", scriverà poi Agee nel suo diario.

Altra attività era segnalare e far catturare, tramite la polizia segreta locale, attivisti delle locali forze di opposizione di sinistra con i conseguenti “interrogatori”, per i quali era possibile far venire dagli USA anche una “squadra speciale per gli interrogatori” (le famose -famigerate?- tecniche di “ interrogatori potenziati”?)

Ma la collaborazione con la polizia locale, alla quale venivano forniti i nomi degli attivisti da “interrogare “, visti i metodi che la stessa utilizzava (il poveraccio “viene incappucciato e legato a un letto con la picana (un generatore elettrico a manovella attaccato ai genitali. v. https://it.wikipedia.org/wiki/Picana )” alla lunga crea a Philip qualche problema etico: nel dicembre del '65 mentre si trova nei locali della polizia segreta “sentii le urla di un torturato: era quello di cui aveva fornito il nome alla polizia?” Non dice niente ai poliziotti “Noi just sat Noi just sat there embarrassed and shocked. I'm going to be hearing that voice for a long time Noi siamo rimasti lì seduti, imbarazzati e scioccati. Sentirò quella voce per molto tempo. “Sentire quella voce, chiunque fosse, scriverà più tardi nel libro, mi ha fatto sentire terrorizzato e impotente”

Qualcosa in lui comincia a scricchiolare. Ma continua.

Nel '64 viene trasferito in Uruguay.
Ma cambia poco, troverà sempre la solita miopia di una certa politica USA di allora che non si rendeva conto che appoggiarsi alla classe politica conservatrice e alle giunte militari locali per difendere gli interessi delle multinazionali, bloccando così ogni tentativo di riforma sociale ed economica, era il modo migliore per creare la situazione più adatta alla crescita di movimenti di opposizione e resistenza di sinistra: in una parola si favoriva il diffondersi dell'ideologia contro cui si lottava.

Marines a Santo Domingo
Nel '65 gli USA lanciano l
'Operazione Power Pack, l'invasione della Repubblica Domenicana (dove si stava sviluppando una sorta di guerra civile) voluta dal presidente USA Johnson per il pericolo che nella Repubblica Dominicana si potesse insediare un regime di estrema sinistra, a modello di quanto avvenuto a Cuba.( https://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Power_Pack)

L'invasione provoca, nel Diario, l'ironico commento di Philip: “10mila marines per 55 comunisti” , ma la sua riflessione andrà oltre: “L'invasione dominicana mi ha fatto pensare a cosa stiamo realmente facendo qui in America Latina.(..) La riforma delle ingiustizie che rendono attraente il comunismo, semplicemente non sta facendo progressi. Qui il problema è un piccolo numero di proprietari terrieri che producono per l'esportazione e i cui interessi si scontrano con quelli della maggior parte del resto del paese.(..) Più penso all'invasione dominicana, più mi chiedo se i politici di Washington vogliono davvero vedere delle riforme in America Latina. (..) Qual è il vantaggio nell'eliminare la sovversione se le ingiustizie continuano?

Nel settembre '66 viene deciso il suo trasferimento in Messico. Agee sarà ufficialmente l' addetto olimpico dell'Ambasciata degli Stati Uniti per le Olimpiadi del 1968. Cosa ci fa un agente CIA alle Olimpiadi? Era la copertura ideale per avvicinare persone di tutto il mondo, specie dell'est, con la possibilità di reclutare informatori o aiutare/sollecitare diserzioni.

Il Messico all'epoca era governato dal PRI, Partito Rivoluzionario Istituzionale (bell' ossimoro!). Il reddito medio è di dodici dollari a persona al mese, “in Messico la Stazione ( ovvero la locale unità CIA) è di grande aiuto alle autorità nella pianificazione di incursioni, arresti e altre azioni repressive”. I servizi di sicurezza messicani, scrive Agee, “sono così efficaci nel reprimere l'estrema sinistra di cui non dobbiamo preoccuparci. Se il governo fosse meno efficace, ovviamente, ci metteremmo a promuovere la repressione”.
 Il Messico fu in quegli anni l'unico paese centro Americano  a non interrompere i rapporti diplomatici con Cuba, ma per un semplice motivo, rivelato da Agee in una intervista che rilasciò nel 2006: "L' 'ambasciata messicana all'Avana sarebbe rimasta aperta, come stazione di ascolto e osservazione (..) Quindi, il fatto che il Messico non abbia interrotto le relazioni con Cuba, mentre tutti gli altri lo hanno fatto, è dovuto semplicemente al fatto che è stato raggiunto un accordo segreto per mantenere una posizione di ascolto qui all'Avana, tramite l'ambasciata": lasciata aperta per poter spiare!

Agee intanto medita di lasciare la CIA, anche il suo matrimonio è finito: “Se non mi dimetto, rimarrò ìmpantanato in un lavoro miserabile e alla fine sarò di nuovo assegnato in America Latina e separato dai ragazzi”(i figli, ne aveva due) .

Nel frattempo viene invitato a seguire un corso dedicato a come indurre i sovietici a  spiare il loro paese. Agee lo giudicherà inefficace:“ la maggior parte di noi si è semplicemente astenuta dal manifestare pubblicamente in nostro dissenso, sapendo che si sarebbe preso nota dei dissidenti e tale eresia prima o poi avrebbe avuto riflessi su di noi”.

In Messico le solite operazioni. 
Agee conosce e si lega ad una giovane donna, brasiliana, già comunista militante, una vita di clandestinità e prigionia: “Ho colto l'occasione e le ho detto che avevo
Agee a Londra (nel '75?)
lavorato per la CIA in precedenza, ma nonostante la sua forte reazione ha accettato di continuare a vedermi. E' una dei tanti esponenti della sinistra nel Programma Culturale (Messicano) che crede, con grande amarezza, come molti altri, che l'Agenzia sia stata responsabile dell'esecuzione di Che Guevara
”: diverrà per un certo periodo la sua compagna.

Agee decide di dimettersi dalla CIA, senza però rendere nota per il momento tale scelta.

Nell' ottobre del '68 in Messico succede un fatto terribile: c'è una grossa protesta studentesca contro le enormi spese per le Olimpiadi mentre il paese è in miseria: in una manifestazione a Città del Messico la polizia spara sulla folla: è una strage, il “massacro di Tlatelolco”, 300/400 morti ( https://en.wikipedia.org/wiki/Tlatelolco_massacre ) .

E' forse la spinta decisiva per lasciare la CIA.

Decide anche di scrivere un libro sulla sua esperienza.
La sua non pare, dal Diario, una decisione improvvisa, non è la “conversione dell'Innominato” di manzoniana memoria.

Presa di Coscienza
Leggendo il libro, che, scritto dopo l'uscita dalla CIA sotto forma di diario, apparirà nel '75, si possono forse ricostruire le tappe di questa “presa di coscienza”:

settembre '65: “ Qual è il vantaggio nell'eliminare la sovversione se le ingiustizie continuano?”
dicembre '65 “come possiamo giustificare le nostre operazioni per supportare la polizia e sconfiggere la sinistra quando questo serve solo a rafforzare questo miserabile, corrotto e inefficace governo uruguaiano?”
agosto '66 “più vedo questo governo, più urgenti diventano le domande su se e perché sosteniamo tali cose”.
giugno '68, una delle confessioni più demoralizzate: “I quartier generali (dell'Agenzia) sono disseminati di ufficiali che hanno smesso da tempo di credere in ciò che fanno, solo per continuare fino alla pensione come uomini cinici e amareggiati, ansiosi di evitare responsabilità e sforzi. Eviterò almeno di unirmi a loro, non importa cosa accada
ottobre '68 , dopo la strage di piazza Tlatelolco: ”La difficile ammissione è che sono diventato il servo del capitalismo che ho rifiutato. Sono diventato uno dei suoi poliziotti segreti (..) La CIA, dopotutto, non è altro che la polizia segreta del capitalismo americano,(..)
No, non serve a niente cercare di cambiare il sistema. Ciò che è successo alla Plaza of the Three Cultures (la strage) sta accadendo in tutto il mondo alle persone che cercano di cambiare il sistema".
gennaio '70 “Le operazioni segrete della CIA costituiscono gli sforzi solitamente invisibili per sostenere governi ingiusti, impopolari e minoritari”.

Lasciata la CIA, incomincia la stesura del suo libro.

                                                             Il libro


Gennaio/marzo '71, una decisione difficile, che sarà fonte di discussioni e  accuse nei suoi confronti: “Ho deciso ora di nominare (nel libro) tutti i nomi e le organizzazioni collegate alle operazioni della CIA e di ricostruire il più accuratamente possibile gli eventi a cui ho partecipato”.

Per Agee il problema è dove trovare le informazioni necessarie per ricostruire gli eventi a cui ha partecipato per mostrare come opera l'Agenzia. Ritiene non saggio, per motivi di sicurezza, andare negli Stati Uniti, anche se ciò gli impedirà di vedere i figli. Potrebbe trovare materiale a Cuba, ma “ se la CIA venisse a sapere che sono andato a Cuba, inizierebbe una campagna per denigrarmi come traditore”. Comunque a maggio vi si recherà per un certo periodo, ammirando il coraggio e l'entusiasmo della popolazione cubana, ma il viaggio gli procurerà  critiche  e accuse.

Invia le prime bozza a qualche editore. Le pagine circolano, negli States  incominciano a preoccuparsi.

Parigi agosto 71. Agee diventa scomodo, forse viene percepito come un pericolo: va in Europa, in Inghilterra, per ritrovare i giornali dell'epoca e ricostruire gli avvenimenti, contatta editori, cerca finanziamenti. Presto si accorge di essere “attenzionato” dal suo vecchio datore di lavoro.
La macchina da scrivere
con microspia


Viene aiutato nelle sue ricerche da una giovane che "sostiene di essere un'ereditiera venezuelana, laureata alla Boston University e attualmente studentessa all'Università di Ginevra". Lei gli fornisce una macchina da scrivere. Agee si insospettisce, (l'esperienza della CIA gli è utile): la sua radio era disturbata quando si trovava vicino alla macchina. allora  "ho strappato il rivestimento del coperchio interno della custodia e ho trovato un'elaborata installazione di transistor, batterie, circuiti, cablaggi e antenne, nonché un minuscolo microfono per captare le voci. Gli oggetti erano tutti molto piccoli, montati in spazi ricavati da un pezzo di compensato da 1/4 di pollice tagliato esattamente delle dimensioni della custodia e incollato contro il coperchio". (Attualmente la macchina è conservata presso la Tamiment Library/Wagner Archives della New York University, cui la destinò la vedova di Agee) .

Fra tante precauzioni il lavoro procede lentamente, Agee è consapevole che sta sfidando il suo vecchio datore di lavoro: il prezzo da pagare sarà elevato.
Prima ancora che il libro venisse pubblicato, nel '74, iniziò infatti negli USA una campagna denigratoria su alcuni giornali. Senza fare il suo nome apparvero articoli su un agente della CIA, descritto come ubriaco e scoraggiato, che si diceva avesse rivelato segreti ai russi nel 1972 e su un ex agente della CIA che aveva raccontato tutto ciò che sapeva al KGB.
Ma Agee andò avanti.

Londra gennaio '74: “La CIA spera ancora di farmi tornare negli Stati Uniti prima di pubblicare il diario, e ora scopro che la mia disperazione di vedere i bambini era proprio ciò che pensavano potesse attirarmi di nuovo”. Agee ha 39 anni, i due figli diventano una sorta di moneta di scambio, scopre che l'Agenzia chiede alla moglie “di non inviare i bambini, così che avrei dovuto andare lì a vederli”(..) Ma lei si rifiuta di collaborare”.

Nel '75, finalmente, esce il libro. Sebbene scritto come un diario, il libro in realtà ricostruisce gli eventi basandosi sulla memoria di Agee e sulle sue ricerche successive. “ Pertanto, ciò che abbiamo in questo libro non è un diario del periodo, ma un resoconto di quel periodo interpretato dopo quattro anni di ricerche successive e valutato alla luce di idee e atteggiamenti molto diversi da quelli che aveva all'epoca”. (Thus, what we have in this book is not a diary of the period, but an account of that period interpreted after four years of subsequent research, and evaluated by very different ideas and attitudes than those he held at the time: in https://www.cia.gov/resources/csi/studies-in-intelligence/archives/vol-19-no-2/intelligence-in-recent-public-literature/).

Agee intervistato a Londra
nel '75 (v. nota 2)
Il libro, ritardato di sei mesi prima di essere pubblicato negli Stati Uniti; fu un bestseller immediato, alla fine tradotto in 20 lingue, italiano compreso: non è solo il racconto di anni di attività, ma contiene in un' appendice anche un elenco di oltre 200 presunti ufficiali e agenti della CIA, tutti conosciuti personalmente da Agee. Anche se all'epoca non c'era ancora alcuna legge che lo proibisse, ( l'Intelligence Identities Protection Act, che rendeva un crimine rivelare intenzionalmente l'identità di un agente segreto fu approvata dal Congresso USA nell' 82), ciò provocò scalpore, preoccupazione (anche per l'incolumità degli agenti) e anche accuse di tradimento (2).
In Ecuador il libro fu pubblicato in un'edizione clandestina di 1500 copie nel 1977 (3) . Recentemente (2014)  il Ministero degli Esteri ecuadoregno ha pubblicato, autori Jaime Galarza Zavala e  Francisco Herrera Aráuz  due interviste (del '75 e del 2006) ad Agee .

proteste contro
l'espulsione
 Il libro diventa subito un best seller, anche se non molto gradito in alcuni paesi (v. N. J. Karolides, Banned books - Literature suppressed on political grounds, Infobase Publishing,  New York, 2006, pp. 236- 243)  e soprattutto all'ex datore di lavoro, che complicherà continuamente ( anche dal punto di vista finanziario: "a Londra, non avevo soldi, confesserà in un'intervista, quasi non riuscivo a mangiare e ho dovuto lottare duramente") la vita di Agee, che ha osato sfidarlo: così Agee nel '76, dopo una lunga battaglia legale, viene privato del suo passaporto americano e su richiesta degli Stati Uniti espulso dall'Inghilterra (malgrado l'opposizione di molti intellettuali), poi dall'Olanda, dalla Francia, anche dall'Italia. Negli States fu organizzata contro di lui su molti media   un'intensa campagna di propaganda per screditarlo ("la sua analisi economica è stereotipicamente marxista", v. link d) ,  Agee rimase lontano dagli USA fino a quando pubblicò la sua autobiografia nell'87: " da lì iniziarono dieci anni di frequenti viaggi negli Stati Uniti per tenere conferenze nelle università e discorsi a comizi politici, centri civici, chiese, persino per strada. In tutto (..) avrò parlato a più di 500 eventi negli Stati Uniti" (4).

Philip Agee

Agee si stabilì a Grenada, ma con la caduta del Governo di Bishop ('83) andò in Nicaragua che dovette lasciare  nel '90 alla caduta del governo Sandinista:  si fermerà alla fine in Germania, dove si sposerà una seconda volta, (ottenendo di conseguenza il passaporto) e alternando la sua residenza con Cuba ove aprirà un sito web di viaggi.


Comporrà poi, in collaborazione con altri,
Dirty Work: the CIA in Western Europe, un altro libro sulle attività della CIA, questa volta in Europa, e On the run, sulle sue vicissitudini dopo aver pubblicato il primo libro

Nel '94 citerà in giudizio la moglie di Bush, obbligandola a modificare un suo libro di memorie, eliminando - nelle edizioni successive- - una frase che lo

Nel 2001, il 24 settembre, pochi giorni dopo l'attentato delle Torri Gemelle, Agee continuerà a parlare della sua esperienza in un importante discorso tenuto a Stoccolma in una serie di eventi organizzati da Nordic News Networkv relativo all' influenza degli Stati Uniti ( e delle Agenzie di Intelligence) sui media: The United States and International Terrorism (https://www.nnn.se/pox/agee-0911.htm),

Nel gennaio 2008 Agee muore per complicazioni (ulcera perforata: conseguenza dello stress?) dopo un'operazione chirurgica, in ospedale a Cuba (4).

P.S. Agee ci ha illustrato il modus operandi dell' Agenzia di Intelligence per cui lavorò: sarebbe interessante conoscere anche quello di altre Agenzie di altri paesi.
E altrettanto interessante sapere se quel modus operandi usato in sud America sia stato utilizzato anche altrove, magari più vicino a noi...

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Per approfondire

Premesso che il modo migliore per giudicare un libro è leggerlo direttamente (io ho usato l'originale inglese, ma ne esiste anche una traduzione italiana, Philip Agee, Agente della CIA, pubblicato dagli Editori Riuniti nel 1975), offriamo alcuni link in cui si possono trovare valutazioni e giudizi, anche molto diversi, sul libro e la figura di Philip Agee:








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(2) A chi lo  accusava di  aver tradito col suo libro  il suo paese, Agee rispose, in un'intervista pubblicata  nel libro (edito nel 2014  dal Ministero degli Affari Esteri dell' Ecuador)  The CIA against Latin America: special case: Ecuador, di  Jaime Galarza Zavala, Francisco Herrera Aráuz,  Quito 2014, "Non credo che sia un atto di slealtà nei confronti del Paese. La CIA non serve il Paese. La CIA serve gli interessi delle minoranze negli Stati Uniti, e questi sono interessi solo dei proprietari e dei dirigenti delle multinazionali, dei professionisti che le sostengono, di alcuni politici all'interno del governo. Questa è una frazione della popolazione americana".

(3) Nel 2014 il Ministero degli Esteri ecuadoregno ha pubblicato, autori Jaime Galarza Zavala e Francisco Herrera Aráuz due interviste (del '75 e del 2006 ad Agee riunite sotto il titolo di The CIA against latin America -special case: Ecuador, a cura del Ministry of Foreign Affairs and Human Mobility, Quito 2014.

(4) https://www.nnn.se/pox/agee-0911.htm (discorso di Stoccolma)

(4) A riprova delle "attenzioni" di cui  godette (si fa per dire) da parte delle Agenzie di Sicurezza USA, nel  1979 Agee presentò una causa ai sensi del Freedom of Information Act (FOIA) attraverso la quale ottenne
documenti dalla CIA, dalla National Security Agency e dai Dipartimenti di Stato e di Giustizia. Ottenne copia di 524 documenti mentre gli fu rifiutata la consegna di altri 8175 documenti (N, J. Karolides, Banned books - Literature suppressed on political grounds, Infobase Publishing,  New York NY, 2006, pp. 236- 243).
Nel 2017 un ricercatore del Black Wault (un sito web che ospita un archivio online di documenti governativi declassificati) fece richiesta, ai sensi del Freedom of Information Act (FOIA) dei documenti esistenti c/o FBI relativi ad Agee: ricevette un fascicolo di oltre 200 pagine declassificate, liberamente scaricabile dal web!




Leonello Oliveri
(in costruzione)
Proprietà Letteraria Riservata
Riproduzione Vietata






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Le traversie e minacce subite da Philip Agee per la pubblicazione del suo libro ricordano in parte quelle che saranno subite da Julian Assange, ricercato, condannato e imprigionato per aver rivelato tramite WikiLeaks documenti statunitensi segretati, riguardanti crimini di guerra. Per evitare l'arresto Assange si rifugiò per ben sette anni nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra (v.https://it.wikipedia.org/wiki/Julian_Assange)


Julian Assange dal balcone dell'Ambasciata dell'Ecuador a Londra. Nel 2012 Ecuador e Regno Unito rischiarono una grave crisi diplomatica, a causa dell'asilo concesso a Julian Assange da parte del governo ecuadoriano