mercoledì 5 maggio 2021

U 615 parte seconda: Summary Justice a Papago Park

 


  

Leonello oliveri


Proprietà letteraria risevata
Riproduzione vietata
(Post in Costruzione)

Uno degli aspetti positivi della ricerca in internet e della pubblicazione dei suoi risultati è che essa può sempre venire approfondita e aggiornata in seguito a nuove “scoperte”. 

E’ quanto mi è capitato nella vicenda dell’U 615 allorché, continuando a scavare nella rete, ho trovato nuovi, inattesi e in un certo senso sconvolgenti particolari.

Ne è scaturita una nuova ricerca troppo lunga e diversa per essere accodata alla precedente, ricerca che ha quindi dato origine a questo nuovo post.


Chi ha seguito nel mio post precedente la grande battaglia dell'U 615 e del suo strenuo equipaggio, leggibile qui avrà pensato: bene, la storia ormai è conclusa, per l'equipaggio la guerra è finita, li aspetta ora una tutto sommato tranquilla prigionia in un campo americano.

Purtroppo per alcuni uomini dell' U 615 la storia non finì qui. Continuò e divenne tragedia, terribile tragedia. 

Soldati fino in fondo, cinque di loro si trovarono di fronte ad una scelta terribile: scelsero e la loro scelta li travolse e li distrusse.

 ******

            Il punto di partenza è stata una pubblicazione di un ex  membro dell’equipaggio dell’U 615, Herbert SchlipperEquipaggio 39, U-615, Jonathan Rosenberg 2014, p. 133, ( leggibile qui : leggetelo, perchè merita) dalla quale ho appreso che durante la prigionia avvenne un fatto terribile, peraltro tutt’altro che infrequente dall’una e dall’altra parte, che ebbe come protagonisti  cinque membri dell’equipaggio del sottomarino .

Il Leuptnant Schlipper ( all'epoca 22enne) fu colui che prese il comando dell'U boot dopo la morte del comnandante Kapitzky.

Ecco il suo racconto.

 Nel tentativo di carpire informazioni, gli americani (ai quali le attrezzature degli U boote interessavano moltissimo, dato che gli stessi rappresentarono la più grande minaccia tedesca di tutta la guerra),  infiltrarono fra gli uomini degli equipaggi di  U boote  tenuti nei campi un prigioniero tedesco, un membro dell’equipaggio di un altro U boot affondato   e disposto evidentemente a fare questo tipo di lavoro,  per farli chiacchierare  con la speranza che si lasciassero andare a rivelare informazioni utili: più volte gli andò bene, ma quando arrivò nel campo dove c’erano, fra altri, anche  quelli dell’U 615, dopo che  i prigionieri “hanno risposto alle domande di un  compagno apparentemente innocuo, gli americani hanno sentito tutto attraverso microfoni nascosti” (And when they answered the questions of an allegedly innocent comrade, the Americans heard everything through hidden microphones)”, gli uomini  se ne accorsero (era già stato utilizzato altrove, sempre fra equipaggi di U boote, e poi inviato imprudentemente  -il 13 marzo ’44-  fra chi conosceva già i suoi precedenti ): ” Tuttavia, con un istinto infallibile [i prigionieri] presto annusarono (!) l’infiltrato” (However, with an unerring instinct [the prisoners] soon smelled out the snitch”) e decisero per una drammatica giustizia sommaria: l’infiltrato (considerato un traditore)  venne quindi sbrigativamente "processato" e poi   impiccato da alcuni prigionieri  sommergibilisti, tra i quali cinque dell’U 615. Questo quanto scrive  l’ex membro dell’equipaggio.

Ovviamente il fatto non rimase nascosto, ci fu un’indagine e un tribunale militare  statunitense, dopo confessioni sulla cui regolarità ( per usare un eufemismo..) fu avanzato più che qualche dubbio,  condannò a morte per impiccagione sette prigionieri, fra i quali cinque dell’equipaggio dell’U 615.

Uno dei condannati così spiegò ciò che avevano fatto: “L’ esecuzione di X (1) è avvenuta solo perché dobbiamo combattere per il nostro paese come soldati tedeschi  come prigionieri di guerra. X era un traditore e quindi non aveva il diritto di continuare a vivere in mezzo a noi:“ ( "Therefore, the execution of  X only happened because we have to fight for our country as German soldiers as prisoners of war.  X was a traitor, and therefore he had no right to continue to live among us” (2). L’uccisione  avvenne nel marzo ’44, il processo si concluse pochi mesi dopo ma l’esecuzione dei prigionieri avvenne – prudentemente- dopo la resa  della Germania, a guerra già finita,  il 26 agosto 1945 a Fort Leavenworth. 

Mentre i condannati venivano portati al patibolo  uno di loro disse ai suoi compagni: “Moriremo da onesti tedeschi, proprio come abbiamo vissuto", e tutti annuirono d'accordo e andarono a morte con questo atteggiamento” (“ We will die as upright Germans - just as we have lived." and everyone nodded in agreement and went to death with this attitude”) (3).

Ovviamente ho voluto approfondire la faccenda ed ecco cosa ho trovato.

 L’”infiltrato” tedesco, lo abbiamo chiamato X, a quanto pare agiva in odio al nazismo in quanto, abbiamo letto, suo padre era finito in un campo di concentramento hitleriano.

L’esecuzione di X costituisce, in un certo senso, un caso giuridico: fu “legale“ la sua esecuzione e fu “legale” l’esecuzione dei sette imputati? 

 

SUMMARY JUSTICE

            Ecco come la vicenda,  ampiamente presente in internet e oggetto di almeno due libri (4),  viene affrontata e ricostruita nella  tesi di master of arts di Mark P. Schock  “Giustizia sommaria: il prezzo del tradimento per otto prigionieri di guerra tedeschi della seconda guerra mondiale” (Summary justice: the price of treason for eight World War II german prisoners of war) ( in rete nel 2011 e leggibile qui leggibile qui   cliccando poi  su      t11038_Schock.pdf (645.2Kb),  oppure   qui (5).

In questo post noi utilizzeremo  tale opera come fonte principale per la ricostruzione della vicenda: ovviamente ci limitiamo a riportarne alcuni brani  che riteniamo più interessanti, senza esprimere valutazioni sui fatti, difficili da giudicarsi fuori dal contesto che li produsse.

Si fa presente che il testo di Schock è in inglese e le traduzioni qui presentate sono state prodotte, con qualche adattamento, dal traduttore automatico di Google, quindi con qualche imprecisione e approssimazione. Per eventuali approfondimenti, verifiche e controlli è opportuno far riferimento al testo in lingua.

L’autore precisa subito (nell’abstract) che il suo lavoro era “(..) la storia dell'omicidio di X, un prigioniero di guerra della Marina tedesca, al campo di prigionieri di guerra a Papago Park, in Arizona, nel marzo 1944 (6).  X aveva aiutato i suoi carcerieri  americani nel tentativo di raccogliere informazioni militari da altri 

prigionieri di guerra della Marina tedesca a Fort Hunt, centro interrogatori della Virginia. È stato riconosciuto quasi immediatamente al suo arrivo a Papago Park ed è stato assassinato la notte stessa in cui è arrivato. I suoi assassini erano prigionieri di guerra della marina tedesca, la cui identità era sconosciuta fino a quando uno speciale comitato investigativo dell'esercito americano non ne scoprì l'identità (..)”.

Nell'abstract l'autore ricorda che "(..) Questions remain as to the methods employed by investigators, working on the periphery of that board, to eventually acquire confessions from the seven men responsible for X's death. Opinions vary as to the fairness of the court martial which condemned these men to death for their part in the murder" ovvero "Rimangono delle domande sui metodi impiegati dagli investigatori, che lavorano alla periferia di quella commissione (board)  per acquisire alla fine le confessioni dei sette uomini responsabili della morte di X. Le opinioni variano sull'equità della corte marziale che ha condannato a morte questi uomini per la loro parte nell'omicidio". E quali fossero "i metodi impegnti dagli investigatori" lo vedremo più avanti. 

L’autore si interroga anche sull’ imprudenza degli americani derivante dall’aver mandato X in un campo in cui le sue precedenti attività spionistiche potevano essere (anzi, erano o lo diventarono) note.

Alla fine una rassegnata conclusione: si trattò dell’”ennesima tragedia della guerra”.

 Per quanto riguarda X (la cui personalità e motivazioni sono delineate alle pp. 86/ 89) lo stesso ( ex sommergibilista di un U boot affondato dagli americani nel ’43: questo rese più inaccettabile la sua attività di spionaggio fra sommergibilisti)  avrebbe agito ( con nomi diversi) per diversi mesi nei campi di prigionia cercando di carpire ai suoi compagni informazioni sensibili utili agli alleati nella lotta contro gli U boote. In gergo chi si prestava a tale lavoro era soprannominato, dagli stessi che lo utilizzavano,  “Stool Pigeons “ (dove stool non significa sgabello…(7).

Quando gli americani ritennero che X non fosse più utile come informatore, nel marzo del ’44 lo trasferirono nel campo di internamento di Papago Park (Arizona), dove c’erano molti prigionieri ex sommergibilisti. Fu subito riconosciuto da alcuni prigionieri che lo avevano avuto come compagno in altri campi con altri nomi. 

Al mattino successivo al suo arrivo fu trovato impiccato nel locale docce.

 

Al riguardo abbiamo trovato qui   un documento interessante  sull’invio di X nel campo, documento  che si può tradurre + o – così: “Si fa riferimento all'omicidio di X al Prisoner of War Camp, Papago Park, Arizona, per il quale sono stati recentemente accusati sette prigionieri di guerra. L'indagine in quel caso ha indicato che X era stato utilizzato come informatore da G-2 o ONI per assistere l'interrogatorio e il trattamento dei prigionieri a Meade o in qualche altra installazione nelle vicinanze. Dopo che la sua utilità era stata esaurita, (sottolineatura mia) X fu spedito a Papago Park per la prigione. Era un sommergibilista e Papago Park detiene numerosi prigionieri della Marina.  X fu riconosciuto come un traditore della Germania e fu assassinato. Questo risultato avrebbe potuto o dovuto essere previsto, per usare un eufemismo.

(..)  Si raccomanda di prendere accordi tra questo ufficio e G-2 e ONI in modo da essere allertati quando i prigionieri che hanno assistito le autorità americane saranno trasferiti in normale reclusione. Nell'attuale sistema, gli ufficiali responsabili che trasferiscono tali prigionieri senza intraprendere alcuna azione per provvedere alla loro sicurezza stanno provocando la loro morte più rapidamente ed efficacemente di quanto le nostre corti marziali stiano processando i loro assassini” (8).

 

Ovviamente il fatto non rimase nascosto, ci fu un’indagine e un tribunale militare statunitense, dopo confessioni sulla cui spontaneità fu avanzato più di qualche dubbio e un processo che “it was conducted in the proscribed fashion” ovvero ”è stato condotto in modo vietato” (9) condannò a morte sette prigionieri, fra i quali cinque dell’equipaggio dell’U 615.

I sette uomini non  furono informati subito della decisione del tribunale: (ibidem, p.124):  il processo fu sottoposto ad una  revisione (che non ne cambiò l’esito) e gli imputati furono informati ufficialmente (così ci pare di aver capito)  solo il giorno prima delle esecuzioni   che avvennero a guerra ormai finita, il 25 agosto del ’45, quando orami la Germania non poteva più rivalersi sui prigionieri alleati prima in suo possesso.

 Ecco come la vicenda del processo ( durante il quale fu usata anche la “macchina della verità”) viene ricostruita nella stessa pubblicazione dove fra l’altro leggiamo (p. 4) che  per tre degli imputati le loro confessioni erano il risultato di metodi di interrogatorio “ (..) che deve essere considerato, per lo meno, molto meno che onorevole” (10)”. Molto meno che onorevoli...

Teniamo presente che l'opera di Schock  che abbiamo usato come fonte principale ( ma non  la sola) per questo post è di oltre 140 pagine: quindi questo post non può che essere uno stringato riassunto di alcune parti che ci sembrano più interessanti, con tutti i limiti che ne derivano. Chi ne volesse una lettura completa e non mediata può andare al link fornito all'inizio e anche  solo col traduttore automatico ottenerne una traduzione tutto sommato comprensibile.  

 Relativamente alle modalità con cui sarebbero state ottenute le confessioni (interrogatori di terzo grado: third degree methods, svolti prima del processo vero e proprio da personale esterno "specializzato" in interrogatori e che non faceva parte  del Tribunale ) nello stesso testo si legge che due "inquisitori " coinvolti negli interrogatori testimonieranno poi davanti alla Corte rifiutandosi di rivelare i loro metodi di interrogatorio dicendo che avevano giurato di mantenere il segreto (11).

            Riassumiamo, come viene riportato nella stessa opera da p. 121,  una parte della “dichiarazione non giurata” ( procedura prevista in questo tipo di  processi) che   un  imputato (pure lui ex sommergibilista ma che non faceva parte dell’equipaggio dell’ U 615)  rese davanti alla Corte Marziale nell’agosto del ’44 (rispondendo al suo avvocato difensore: il Tribunale lo fornì agli imputati  -e lavorò, ci è sembrato- con scrupolo)  per spiegare perché aveva confessato. 

 Fedeli al principio di non citare nomi lo chiameremo YY.

YY riferisce che per l’interrogatorio gli avevano messo addosso three heavy coats tre pesanti cappotti ( giusto per farlo stare a proprio agio, siamo a  giugno a  Stockton, in California ). Riferisce che la sua biancheria intima era strappata e i suoi organi sessuali erano hanging out (my sex organs were hanging out: difficile da tradurre = appesi, usciti, ? Hanging significa anche impiccagione).

Andando avanti emergono altri particolari sul metodo  dell’ interrogatorio secondo la ricostruzione nella deposizione presentata dall’imputato  per spiegare perché avesse firmato la confessione: YY riferisce  che chi conduceva l’interrogatorio gli mise una maschera antigas sopra la testa  gridandogli , "Vuoi confessare ora o ti daremo ancora un po’ di trattamento Dachau? (Will you confess now or will we give you give you some more of Dachau Treatment?).  Personalmente ( ma è appunto un’opinione personale) trovo molto fuori posto la citazione di Dachau, che probabilmente l’imputato non sapeva cosa fosse: siamo di fronte ad un non insolito teorema: sei tedesco, quindi responsabile di tutto ciò che ha fatto il nazismo (12)…

Continuando nella lettura della dichiarazione dell’imputato come viene riportata nell’opera di Mark P. Schock (ricordiamo che essa, in inglese,  è in internet e che chiunque può leggerla al link già dato), YY riporta che l’inquisitore chiuse i fori d’ingresso dell'aria sulla maschera antigas controllando con l’orologio per quanto tempo il prigioniero poteva restare senza respirare: questa procedura sarebbe stata ripetuta per eight times (otto volte) fino allo svenimento dell’imputato (p. 121).

In seguito ad un ulteriore rifiuto di confessare, dentro la maschera antigas sarebbero stati messi e schiacciati una cipolla e dell’aglio (“Still he refused, and now an onion and garlic were crushed and put into the gas mask. “(p.121). Stando così le cose, il termine "tortura" può essere appropriato?

Precisiamo ancora una volta che questo è quanto un imputato depose  nella sua "dichiarazione non giurata" per spiegare perché negli interrogatori aveva confessato la sua partecipazione all’uccisione di X.

 

 Un altro imputato affermò che gli fu ordinato di stare sull’attenti e rimanere in questa posizione dalle 3:15 alle 7 del mattino (13).

 

Altri metodi non proprio "ortodossi" di interrogatorio  sono ricordati nelle pagine successive.

 

Sarà interessante notare che successivamente agli interrogatori tre imputati furono ricoverati in ospedale (op. cit., p. 110). Ovviamente non è detto che ci sia un nesso causa/effetto...

 Continuando nella lettura dell’opera di  M. P. Schock vengono riportate alcune domande che l’avvocato della difesa fece (durante il dibattimento davanti alla Corte Marziale composta da 13 ufficiali dell’esercito americano) ad un inquisitore (come detto estraneo al Tribunale)  che aveva proceduto all’interrogatorio di un imputato  il 15 agosto ’44 sulle modalità dell’interrogatorio che portò un  imputato a confessare. Siamo alle pp. 119-120. Il difensore chiede  se fosse stato usato un metodo che prevedeva l’uso di una maschera antigas: la risposta è si. Circa l’uso del cappotto  la risposta fu” “I think I did see an overcoat., sir”: penso di aver visto un soprabito. Alla domanda se fosse stata usata, e come, una maschera antigas nell’interrogatorio la risposta è: “ It was put on his face and used in the ordinary manner”. È stata applicata sulla sua faccia e usata in modo normale” (sic!). E la cipolla, c’era? “There was”” (14).

 

Sullo stesso argomento (e nelle stessa fonte) leggiamo (p. 129 ) di un memorandum indirizzato ad  un generale  nel quale si ricordava che era stata condotta un’indagine circa le accuse di coercizione. In esso si ricordava tra  l’altro l’uso di una maschera antigas ma:  "solo per un periodo stimato in meno di cinque minuti” ( only for a period estimated at less than five minutes)".  Dallo stesso documento emerge che l’interrogatorio  sarebbe stato eseguito in un momento in cui il comandante responsabile era assente: se fosse stato presente, quel metodo non sarebbe stato consentito perché “methods of this sort are distinctly forbidden”,  "metodi di questo tipo sono chiaramente vietati".

Circa il fatto che alcuni prigionieri fossero stati obbligati a restare sull’attenti per lungo tempo, tale ordine sarebbe stato dato  perché gli stessi erano were extremely arrogant, molto arroganti. (ibidem p. 129: così leggiamo, così riportiamo).


Al termine del dibattimento (p. 123) le conclusioni dell’accusa e della difesa.

 Le riportiamo  come testimonianza della difficoltà e anche del disagio, sia “legale” che  “personale” di quanti dovettero affrontare questa vicenda. Non dimentichiamo che si tratta di soldati che giudicano altri soldati che hanno fatto una cosa (o se vogliamo hanno commesso un reato) che probabilmente nelle stesse circostanze avrebbero fatto ( o sarebbero stati tentati di  fare) anche loro. Ecco l’accusa: “Dico questo, che quando un soldato o marinaio tedesco viene portato in questo paese come prigioniero di guerra, è soggetto a tutte le leggi degli Stati Uniti d'America. Una delle leggi è questa: non puoi commettere un omicidio. Non puoi portare fuori una persona e impiccarla (..) ”(15): discorso logico e dal punto di vista legale ineccepibile.

Da parte sua l’avvocato difensore ricorda che un soldato resta soldato sempre, anche da prigioniero (p. 123): “Questi uomini si considerano soldati. Non appaiono in uniforme. Sono prigionieri di guerra. Erano amareggiati, proprio come lo sarebbero i nostri soldati. Avevano visto le navi affondare. Hanno fatto il loro dovere come lo vedevano. Hanno giustiziato questo traditore, un uomo che avrebbe potuto ottenere ulteriori informazioni e divulgare questioni di importanza militare al nemico”(16).

 

 La corte all’unanimità dichiarò gli imputati colpevoli, ma la pena to be hanged by the neck until dead”, essere appeso per il collo fino alla morte, non fu comunicata ai condannati, così almeno ci è parso di capire, fino al giorno prima della loro esecuzione, che fu rinviata fino al termine della guerra, temendo rappresaglie tedesche sui prigionieri americani in loro possesso.

Nel settembre del ’44 ci fu   una revisione del processo da parte  di un Comitato di Revisione di tre Ufficiali, durante la quale le accuse di coercizione mosse da alcuni prigionieri nella loro dichiarazione furono giudicate non rilevanti dato che le confessioni erano state poi confermate successivamente (M. P. Schock, op. cit., p. 5 e p. 125). E di fronte ad una confessione, non importa come ottenuta, e soprattutto per. coerenza non ritrattata, il verdetto non poteva essere diverso, anche in considerazione che, ai sensi dell' art. 45 della Convenzione di Ginevra, i prigionieri di guerra erano soggetti alle leggi in vigore nelle Forze Armate della Potenza detentrice.

Del resto da parte degli imputati ritrattare delle confessioni, anche se   "estorte", sarebbe stato in un certo senso tradire le motivazioni che li avevano portati ad agire in quel modo: il loro senso di onore lo impediva. 

 A questo punto “il verdetto è stato poi comunicato al governo tedesco. Hitler condannò immediatamente a morte 7 prigionieri di guerra americani apparentemente casuali e propose uno scambio. Il segretario alla guerra americano Stimpson era d'accordo. Ma nei negoziati dettagliati la Germania ha richiesto che venissero fornite le trascrizioni dei processi e questo avrebbe rivelato diverse tecniche di interrogatorio segrete degli Stati Uniti. (sottolineatura mia). Nella confusione gli Stati Uniti ritardarono lo scambio e lo scioglimento del governo nazista verso la fine della guerra provocò ulteriori ritardi. Nel frattempo le truppe alleate che avanzavano invasero i campi di prigionia tedeschi dove erano detenuti gli americani condannati. Alla fine la Germania si arrese e il presidente Roosevelt morì. Ora non si poteva più consegnare i condannati e il nuovo presidente avrebbe dovuto rivedere e firmare nuovamente le condanne a morte. Il presidente Truman firmò il mandato il 3 giugno 1945 e i prigionieri furono giustiziati il 25 agosto 1945”  leggibile qui )  (17). Avevano 20/22 anni.

 Probabilmente i sette prigionieri  pagarono anche per le colpe del nazismo..



Il 25 agosto del ‘45 fra le ore 00.10 e 02.48 le sentenze furono eseguite  mediante impiccagione a Fort Leavenworth nel Kansas, prigione  militare di massima sicurezza,  nel pozzo di un ascensore di un  magazzino” (18).

All’esecuzione dei sette prigionieri erano presenti due cappellani militari, uno  protestante  e uno cattolico .

Così Kendall Gott, storico presso il Combat Studies Institute dell'esercito americano a Fort Leavenworth in “German POWs buried at prison:  14 men executed for killing inmates who collaborated with Americans ( leggibile qui ) riporta questo tragico momento: "I soldati tedeschi erano molto composti e rassegnati al loro destino", ha detto Gott. “Non ci sono state suppliche; non c'era segno di codardia: hanno marciato in modo preciso e sono rimasti sull'attenti. (..)"Ho sentimenti contrastanti su questi ragazzi", ha detto Gott. “Se fossi un prigioniero di guerra e sapessi che qualcuno sta collaborando, non esiterei a eliminarlo, e penso che la maggior parte dei soldati la pensi così. D'altra parte, se vieni scoperto, devi pagare i debiti, ed è quello che hanno fatto questi ragazzi”. 

Fu giustizia o vendetta? “Were any of the eight men in this story accorded true justice? A qualcuno degli otto uomini di questa storia è stata accordata vera giustizia?” si chiede M. Schock a p. 8.
Il fatto che per giustiziarli si sia aspettato che la Germania non fosse in grado di reagire fornisce, a mio avviso, una risposta. Ma e' ovviamente un' opinione personale.

In J. Eppinga, Death at Papago Park POW Camp: A Tragic Murderand America's Last Mass Execution, ci si pone la stessa domanda: “L'omicidio di X sottolinea un dilemma morale unico. La sua impiccagione per tradimento da parte dei suoi connazionali era omicidio o tradimento e la sua esecuzione costituiva un atto di guerra? O è stato un omicidio? O c'era anche una differenza?" ( vedi qui ).

  Da parte nostra lasciamo al lettore ogni giudizio sull’operato delle tre parti che agirono nella vicenda, “una vera storia di lealtà, tradimento e morte” (“The following is a true tale of loyalty, treason, and death” (M. Schock, p. 10), o, se vogliamo, “l’ennesima tragedia della guerra”, che mette in luce il meglio e il peggio di ogni uomo (19). Probabilmente “we cannot attempt to understand their motivations without some understanding of the experiences which shaped those motivations”, “non possiamo tentare di comprendere le loro motivazioni senza una certa comprensione delle esperienze che hanno plasmato quelle motivazioni” (20).

I corpi dei sette condannati ( e di altri sette prigionieri tedeschi giustiziati in prigionia per lo stesso tipo di reato) sono inumati nel cimitero della prigione militare di Fort Fort Leavenworth nel Kansas (United States Disciplinary Barracks Cemetery) (21). A quanto ho capito non risulta che alcun familiare ne abbia richiesto i corpi (ammesso che ne abbiano conosciuto la sorte) (22): "Per decenni dopo la guerra, la spaccatura tra la Germania occidentale e quella orientale ha impedito di sollevare il tema del ritorno dei resti in patria. Le famiglie dei prigionieri di guerra non hanno cercato di rivendicare i corpi" ( lo trovi qui).


  Ma non furono dimenticati da tutti:   “Su una fredda collina vicino a una prigione militare, (la signora)  ** ogni anno dal ‘91 pone  rossi  fiori di seta su 14 tombe, quelle degli unici prigionieri di guerra tedeschi giustiziati  sul suolo americano” (23) (vedi qui)


Su  Fort Leavenworth v. United States Disciplinary Barracks Cemetery in http://www.kansastravel.org/militaryprisoncemetery.htm.

Un totale di 14 prigionieri di guerra tedeschi furono giustiziati a Fort Leavenworth nel Kansas. Anche per gli altri si trattò dello stesso tipo di reato: l’uccisione di un connazionale prigioniero sospettato/colpevole di carpire e fornire informazioni agli Americani (24).

Forse oggi il Governo del loro paese potrebbe ( o dovrebbe) riportarli a casa? Sarebbe probabilmente un atto doveroso.


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Infine credo che sia doverosa una precisazione: qui stiamo parlando di un caso drammatico ma molto particolare. Tutti i resoconti che ho letto in internet sul trattamento dei prigionieri di guerra tedeschi in US sono concordi nel testimoniare che gli stessi, almeno quelli impegnati in lavori di campagna, godevano di un trattamento buono, in non rari casi anche amichevole da parte sia degli addetti alla loro custodia sia delle famiglie di agricoltori presso le quali lavoravano, talvolta di origine tedesca. In più casi si svilupparono rapporti di amicizia mantenuti anche dopo la guerra.


Una testimonianza al riguardo?: “ Gli alloggi erano solo adeguati, ma vivere a Papago era come una vacanza", sospira l'ex prigioniero di Papago Hans Lammersdorf, in un'intervista telefonica dalla sua casa di Seattle. "Non c'era amarezza per la guerra da nessuna parte. Le guardie, le persone per cui lavoravamo, erano tutte molto gentili. Avrei firmato volentieri un contratto a vita per rimanere in Arizona se avessi potuto. Ma poi la guerra finì e loro mi ha fatto tornare in patria ". ("The housing was only adequate, but living at Papago was like a vacation," sighs former Papago prisoner Hans Lammersdorf, in a phone interview from his home in Seattle. "There was no bitterness about the war on either side. The guards, the people we worked for, were all very nice. I would gladly have signed a life contract to stay in Arizona if I could have. But then the war ended and they made me go back to my homeland.")


E più avanti: “Nel suo libro PW: First-Person Accounts of German Prisoners of War in Arizona , (PW: Resoconti in prima persona di prigionieri di guerra tedeschi in Arizona), S. Hoza scrive che Lammersdorf e i suoi colleghi si riferivano a Papago come Schlaraffenland - la terra del latte e del miele”. Come dire “il paese di cuccagna”. ( leggibile qui ( 25).




Il cimitero di Fort Leavenworth
(da httpwww.kansastravel.orgmilitaryprisoncemetery.htm



Leonello Oliveri

Proprietà letteraria riservats
Riproduzione vietata

Post in costruzione 

NOTE


1) Secondo un principio consolidato nelle mie ricerche non metto nomi propri  se non quando lo ritengo (IMHO) indispensabile, sostituendoli con lettere o asterischi. Del resto la vicenda è  ampiamente nota e discussa in internet con nomi, foto e documenti.

3) Da H. Schlipper, Equipaggio 39, U-615, Jonathan Rosenberg 2014, p. 133,
(v.   http://www.uboatarchive.net/U-615A/U-615History.htm , pp. 113-114. Consigliamo la lettura di quest'opera, veramente importante per capire la vita (e il coraggio) degli equipaggi dei sommergibili tedeschi, la cui vita media era di tre missioni.

4R. Whittingham, Martial Justice: The Last Mass Execution in The United States, Paperback 1997.
J. Eppinga, Death at Papago Park POW Camp: A Tragic Murder and America's Last Mass Execution Paperback – June 19, 2017. Purtroppo non sono riuscito a procurarmeli.

5) M. Schock è  anche coautore con Lowell. A. May  di Prisoners of war in Kansas 1943-1946,  KS Publishing, Inc. , 2007

6] ) Sul campo di Papago (Phoenix, Arizona), il più famoso campo di prigionieri dell’America, v. http://www.arcadianews.com/local_news_and_features/a-brief-history-of-camp-papago-park/article_db29475a-dc6f-11e8-8af9-c39d5a1ec6d9.html

Il campo fu famoso perché dallo stesso ci fu la più grande fuga di massa di prigionieri tedeschi da un campo americano, la great Papago escape del natale ’44 allorché 25 prigionieri fuggirono dopo aver scavato ( con badili forniti dalle guardie per fare un  campo di pallavolo) un tunnel di 54 metri. Ovviamente, non potendo andare da nessuna parte ( ma alcuni riuscirono ad arrivare quasi al confine del Messico, a 130 miglia di distanza!), dopo un po’ tutti o furono catturati o si consegnarono. L’ultimo fu catturato il 22 gennaio, dopo essere andato tranquillamente al ristorante  a Phoenix. Non ci furono  punizioni severe dopo la fuga: tutti (così almeno abbiamo letto) furono messi a pane ed acqua per tanti giorni quanti era durata la fuga: la mia impressione è che (almeno da parte tedesca), si siano divertiti molto: più una scampagnata che una fuga da parte di "rompiballe/piantagrane" più che evasi disperati.

Ovviamente,  non mi risulta che su questa fuga sia mai stato fatto un film.

Sulla fuga v. https://en.wikipedia.org/wiki/Great_Papago_Escape

 e la bibliografia collegata.

7 ) Così almeno abbiamo letto alle pp. 86-87: per il significato v.

https://dictionary.cambridge.org/it/dizionario/inglese/stool-pigeon

8 ) “Reference is made to the murder of X at Prisoner of War Camp, Papago Park, Arizona, for which seven prisoners of war have recently been charged. The investigation in that case indicated that X had been used as an informant by G-2 or ONI to assist in the interrogation and processing of prisoners at Meade or some other installation in this vicinity. After his usefulness had been exhausted (sottolineatura mia) X was shipped to Papago Park for imprisonment. He was a submarine man, and Papago Park detains numerous Navy prisoners. X was recognized as a traitor to Germany and was murdered. This result could or should have been foreseen, to put it mildly. (..) It is recommended that some arrangement be made between this office and G-2 and ONI so that we will be alerted when prisoners who have assisted the American authorities are transferred to normal imprisonment. Under the present system, the responsible officers who are transferring such prisoners without taking any steps to provide for their safety are bringing about their deaths more rapidly and efficiently than our courts-martial are trying their murderers (…)".(v. https://ww2today.com/12-march-1944-u-boat-murder-leads-to-last-mass-execution-in-u-s 

9) Mark P. Schock, op. cit, p.114.

10)   “interrogation methods which must be considered, at the very least, far short of honourable”,  ibidem, p. 4. Per gli interrogatori dettagliati di prigionieri che per il loro incarico potevano essere in  possesso di informazioni preziose (e i sommergibilisti erano fra questi) era stato  allestito un apposito centro di interrogazioni (con personale “specializzato” ) a Fort Hunt (Virginia) già nell’agosto del ’42 (ibidem, pp. 84-85). Personale specializzato per gli interrogatori...

11) in Mark P. Schock,  Summary justice: the price of treason for eight World War II german prisoners of war, cit.,  pag. 5 ).

12“Etichettare un singolo prigioniero di guerra tedesco della seconda guerra mondiale filo-nazista semplicemente perché è rimasto fedele al suo paese, ai suoi ufficiali superiori e ai suoi compagni è una grossolana inesattezza (..) Un prigioniero anti-americano non era necessariamente filo-fascista; né un nazionalista tedesco era necessariamente un sostenitore delle atrocità razziali” (Mark P. Schock: “Giustizia sommaria: il prezzo del tradimento per otto prigionieri di guerra tedeschi della seconda guerra mondiale” (Summary justice: the price of treason for eight world war ii german prisoners of war), op. cit.,   p.93.

13Mark P. Schock, op. cit.,  p.122. Vedi inoltre dalle pp. 118 a 122.

 P. 121 Will you confess now or will we give you give you some more of Dachau Treatment (..)

(..) The lieutenant closed the inlet holes on the gas mask and checked his watch to see how long the prisoner could go without air. The captain yelled at him, “Now you see how it is if slowly the air gets out. That is the way you have done it with X.” YY stated this procedure was done to him about eight times before he collapsed unconscious. (..). 

(..) Still he refused, and now an onion and garlic were crushed and put into the gas mask(..).

Traduzione: " Confesserai ora o ti daremo ancora un po 'di trattamento Dachau (..)

(..) Il tenente chiuse i fori di ingresso della maschera antigas e controllò l'orologio per vedere quanto tempo il prigioniero poteva restare senza aria. Il capitano gli gridò: “Ora vedi com'è se lentamente l'aria esce. È così che hai fatto con X. "  YY ha affermato che questa procedura gli è stata eseguita circa otto volte prima di svenire(..).

(..) Ancora ha rifiutato, e ora una cipolla e un aglio sono stati schiacciati e messi nella maschera antigas"(..).

Stupore per questi metodi? Provate a cercare in internet “tecniche di interrogatorio potenziate”…
(Strano il riferimento al "trattamento Dachau" nel '44, visto che le truppe US arrivarono in quel cmpo alla fine di aprile del '45. C'è però da dire che il campo era attivo (per prigionieri politici e "indesiderati",già da prima della guerra: è quindi possibile che qualcosa fosse trapelato).

14) M. Hull, ( professore di diritto penale e storia presso l'US Army Command and General Staff College (CGSC) proprio a Fort Leavenworth, Kansas, a riguardo di questo caso processuale scrive in “Military Law and Vigilante Justice in Prisoner of War Camps during World War II (https://www.armyupress.army.mil/Journals/Military-Review/English-Edition-Archives/January-February-2020/Hull-POW-WWII/ : “Suspects were polygraphed, interrogated at length, and subjected to other “enhanced” techniques. Once ** broke and gave names to the interrogators, other confessions followed”.(trad: I sospetti sono stati poligrafati, interrogati a lungo e sottoposti ad altre tecniche potenziate". Una volta che ** si è rotto e ha dato i nomi agli interrogatori, sono seguite altre confessioni”. Poligrafare” significa l’uso della “ macchina della verità”, Quanto alle “tecniche potenziate” abbiamo visto sopra.

Convenzione di Ginevra 1929 (in vigore all'epoca), art. 61: " Nessun prigioniero sarà costretto ad ammettere di essere colpevole del reato di cui è accusato".

15)” I say this, that when a German soldier or sailor is brought into this country as a Prisoner of War, he is subject to all the laws of the United States of America. One of the laws is this – you can not commit a murder. You can not take a person out and hang him.(..).”

A pag. 126 Mark P. Schock riporta l’opinione di un ufficiale del Ninth Services Command Judge Advocate  il quale era d’accordo con i verdetti di colpevolezza, ma raccomandava non la pena di morte ma l’ergastolo in considerazione delle motivazioni patriottiche dei prigionieri: (..) "Nutro un'obiezione quasi di coscienza all'imposizione della condanna a morte ad un soldato che uccide un commilitone noto per essere un traditore. Mi rendo perfettamente conto che nessuno ha il diritto di farsi giustizia da solo. L'assassinio legalizzato in questi Stati Uniti non può essere tollerato.  Tuttavia, è molto difficile stabilire uno standard di condotta (..). Non posso fare a meno di chiedermi se il mio naturale autocontrollo non sarebbe stato superato dall'odio e dal disprezzo per un commilitone che ha tradito me e i miei compagni d'armi”(..), “,(..): I entertain an almost conscientious objection to the imposition of the death sentence upon a soldier who murders a fellow soldier known to be a traitor. I fully realize that no one has the right to take the law into his own hands. Legalized murder in these United States cannot be countenanced. Yet, it is most difficult to set up a standard of conduct that I could not follow. I cannot but wonder if my own natural self-constraint would not be overcome by hatred and contempt for a fellow soldier who betrayed me and my comrades in arms”). Ma, come detto, di fronte ad una confessione il Tribunale aveva le mani legate.

 

16“These men consider themselves soldiers. They do not appear in uniform. They are Prisoners of War. They were bitter, just as our soldiers would be bitter. They had seen ships sunk. They did their duty as they saw it. They executed this traitor, a man who might have further obtained information and divulged matters of military importance to the enemy.”

 17“The verdict was then communicated to the German government. Hitler immediately sentenced 7 apparently random American POWs to death and proposed a swap. American Secretary of War Stimpson agreed. But in the detailed negotiations Germany required transcripts of the trials be provided to them and this would reveal several secret US interrogation techniques. In confusion the US delayed the swap and the breakup of the Nazi government toward the end of the war lead to further delays. In the mean time advancing allied troops overran the German POW camps where the condemned Americans were held. Eventually Germany surrendered and President Roosevelt died. There was now no question of turning over the condemned men and the new president would have to review and re-sign the death warrants. President Truman did sign the warrant on June 3rd 1945 and the prisoners were executed 25 August 1945” in  https://usacac.army.mil/sites/default/files/documents/cace/CSI/CSI_FAQ.pdf

Al riguardo la Convenzione di Ginevra del 1929, in vigore all’epoca, all’art. 66 prescriveva: “ If sentence of death is passed on a prisoner of war, a communication setting forth in detail the nature and the circumstances of the offence shall be addressed as soon as possible to the representative of the protecting Power for transmission to the Power in whose armed forces the prisoner served"

Ovvero “Se la condanna a morte è emessa su un prigioniero di guerra, una comunicazione che esponga in dettaglio la natura e le circostanze del reato deve essere indirizzata il prima possibile al rappresentante della Potenza protettrice ( presumo debba intendersi la Croce Rossa Svizzera) per la trasmissione alla Potenza nella cui armata il prigioniero ha prestato servizio".

Teniamo presente che durante la guerra si erano sviluppati negli USA sentimenti diremmo di quasi "vendetta" nei confronti della Germania: basti pensare al "piano Morgentau" che mirava a smembrare la Germania dopo la guerra e  trasformarla  "in un campo di patate",  mentre ancora prima della dichiarazione di guerra (nel 1940 e '41) era apparso negli Stati Uniti un libro di un certo Th. Kaufman, "Germany must perish", (La Germania deve perire), in cui si ipotizzava ... la sterilizzazione dei tedeschi a guerra finita.

18) Il già ricordato sito https://usacac.army.mil/sites/default/files/documents/cace/CSI/CSI_FAQ.pdf  fornisce, al riguardo dell’ esecuzione, particolari abbastanza dettagliati e crudi: l'esecuzione sarebbe avvenuta alla presenza quasi di una folla ((7 cronisti, tre carnefici,  sacerdote, ministro (?), almeno 15 osservatori militari) nel vano ascensori dell'edificio 465 o 467 dove si indicano ancora " persino impronte di mani nel cemento e graffi sui muri che si dice siano stati fatti dai condannati mentre venivano giustiziati" ("They even point to handprints in the cement and scratches in the walls said to be made by the condemned men as they were executed").
Al condannato venne messo un cappuccio sulla testa: dopo l'esecuzione "Dopo che il prete aveva tagliato via una parte del cappuccio  per ungere con l'olio il moribondo, uno dei medici saliva ogni cinque minuti sulla scala a pioli per controllare la funzionalità del cuore. Questo ha richiesto una media di 19 minuti" (After the priest had cut a portion of the bag away to anoint the dying man with oil, one of the doctors would climb the stepladder every five minutes to check for heart function. This took an average of 19 minutes"..):19 minuti per morire!.

19) “L'umanità accetta un certo livello di ambiguità nelle motivazioni del guerriero sul campo di battaglia. Le sue azioni sono spesso velate sotto l'antico mantra del dovere, onore, paese (“Humanity accepts a certain level of ambiguity in the warrior’s motives upon the field of battle. His actions are most often veiled under the time-honored mantra of duty, honor, country “ (Mark P. Schock, op. cit., p. 8).

Può essere interessante la presentazione sintetica ( quale si legge in internet) dell’episodio in due libri che lo hanno discusso ( e che io non ho potuto procurarmi):

R. Whittingham, Martial Justice: The Last Mass Execution in The United States
: “Il 25 agosto 1945, sette giovani sommergibilisti tedeschi prigionieri di guerra furono impiccati a Fort Leavenworth. È stata la più grande esecuzione singola negli Stati Uniti nel ventesimo secolo e l'ultima esecuzione di massa del paese. Il loro crimine fu l'omicidio di un compagno di prigionia tedesco, un uomo che chiamavano traditore perché aiutava a interrogare altri prigionieri tedeschi. Ma perché la loro esecuzione fu eseguita quattro mesi dopo la fine della guerra per una condotta che molti americani si sarebbero aspettati dai propri prigionieri di guerra in un campo nemico? E perché questo "traditore" è stato mandato proprio nel campo in cui erano imprigionati gli uomini che aveva interrogato? (..). Richard Whittingham indaga sugli eventi che hanno portato all'omicidio, alla sua perpetrazione, al brutale interrogatorio, alla corte marziale e all'esecuzione, e rivela come i sette siano stati usati come pedine dal governo degli Stati Uniti per il ritorno dei prigionieri americani in mani tedesche prima della fine della guerra, poi giustiziati una volta che la Germania si arrese”. (..);

 J. Eppinga, Death at Papago Park POW Camp: A Tragic Murder and America's Last Mass Execution Paperback – June 19, 2017 (https://www.amazon.com/Death-Papago-Park-POW-Camp-ebook/dp/B071W7J9QK): La seconda guerra mondiale arrivò in Arizona attraverso due strade significative: campi di prigionieri di guerra e basi di addestramento militare.

Famoso per i tentativi di fuga dei suoi prigionieri attraverso il tunnel Faustball, Papago POW Camp aveva anche un'oscura reputazione di violenza tra i suoi prigionieri. Una sfortunata vittima fu **, che fornì segreti tedeschi alle autorità della Marina degli Stati Uniti dopo la sua cattura nel 1943. I nazisti tenuti lì lo etichettarono come un traditore e lo impiccarono a una trave del bagno. La polemica è incentrata sul fatto che l'omicidio fosse un atto di guerra o un omicidio, così come la mancanza di protezione che ** ha ricevuto per l'aiuto nello spionaggio. Alla fine, sette prigionieri di guerra furono impiccati per il crimine (..).

 20) Ibidem, p. 14. Opportunamente Mark P. Schock fa notare (p.16) che “È quasi impossibile per il lettore occidentale moderno sondare il mondo in cui gli otto marinai tedeschi, i cui destini sono narrati da questa storia, sono diventati maggiorenni”  (It is next to impossible for the modern Western reader to fathom the world in which the eight German sailors whose fates this story chronicles came of age) .

 Un intero capitolo dell’opera di Schock è dedicato, ed è importante per meglio inquadrare i fatti,   al modo con cui la Germania hitleriana plasmò la sua gioventù: all'inizio del 1939, il 98 per cento di tutti i giovani tedeschi di età compresa tra quattordici e diciotto era iscritto alla Gioventù Hitleriana, con inevitabili conseguenze sulla loro formazione "psicologica". Un altro capitolo mette in luce le peculiari caratteristiche  diremmo  “personali” e psicologiche degli equipaggi degli U boote, "affratellati" dai pericoli e dalle fatiche condivise per mesi.

21) Leggiamo nel già citato sito https://usacac.army.mil/sites/default/files/documents/cace/CSI/CSI_FAQ.pdf“ Gira voce che i prigionieri di guerra siano stati seppelliti a faccia in giù a causa dei rancori per le recenti scoperte delle orribili condizioni nei campi di concentramento tedeschi. Non ci sono prove in entrambi i casi, ma se fossero stati sepolti in questo modo era senza sanzioni ufficiali” (There is a rumor that the POWs were buried face down because of hard feelings over the then recent discoveries of the horrible conditions in the German concentration camps. There is no proof either way, but if they were buried in this way it was without official sanction").(K. Crow 26 October 2006))

22) Le lapidi dei prigionieri di guerra sono le più pulite e le più bianche del cimitero di mezzo acro. All'inizio della scorsa settimana si sono potuti vedere diversi mazzi di fiori artificiali vecchi e stagionati attaccati in cima al recinto dietro di loro. Potrebbero essere stati collocati lì lontano dalle tombe dagli addetti alla manutenzione durante le pulizie, ha detto Gott.

Ci sono molti discendenti tedeschi che vivono nella zona di Fort Leavenworth, ha detto Gott. Si pensa generalmente che alcuni di loro decorino le tombe dei prigionieri di guerra.

"Nel Memorial Day e poi di nuovo nel German Remembrance Day (a novembre) vedrai i fiori", ha detto. "I 14 prigionieri di guerra sono l'attrazione di questo cimitero.(..)"

 (https://www2.ljworld.com/news/2008/may/25/german_pows_buried_prison/).

Sulla lapide dei fucilati si può “lasciare un fiore virtuale” qui

https://it.findagrave.com/cemetery/2177930/memorial-search?page=1#sr-14468244

 scegliendo la lapide inserendo l’anno di morte. Ci sono anche le foto di ogni singola sepoltura)  ..

 

23) https://web.archive.org/web/20060913065759/http://venus.soci.niu.edu/~archives/ABOLISH/mar98/0037.html: “la signora ** ha eseguito il suo rituale alcune volte all'anno dal 1991, ricordando i prigionieri di guerra condannati per aver ucciso compagni tedeschi considerati traditori della causa nazista. La signora ** ha vissuto in Germania durante la seconda guerra mondiale. Suo padre morì in un campo di prigionia in Russia, essendo stato arruolato nell'esercito tedesco dopo aver parlato contro il governo nazista. Non scusa gli orrori nazisti, ma crede che i prigionieri di guerra tedeschi meritino di essere ricordati” (Mrs. **. has performed her ritual a few times each year since 1991, remembering POWs convicted of murdering fellow Germans considered traitors to the Nazi cause. Mrs.  lived in Germany during World War II. Her father died in a prison camp in Russia, having been drafted into the German army after speaking out against the Nazi government. She doesn't excuse the Nazi horrors, but she does believe the German POWs deserve to be remembered” ). 

Consigliamo anche la lettura di questo articolo del Los Angels Times del 30 sett. 1990 "Prisoners of silence " (Prigionieri del silenzio) https://www.latimes.com/archives/la-xpm-1990-11-30-vw-5808-story.html  fra il resto si parla anche di   quando e come la moglie di uno dei  condannati è venuta a sapere della morte (e delle circostanze)  del marito e del fatto che i corpi non  sono stati riportati in patria. 

  

(24) Un episodio analogo, con analogo esito ma con  ben altra valutazione all'epoca, avvenne in Olanda il 13 maggio del '45 quando in un campo di prigionia tedesco due disertori tedeschi furono fucilati dai loro compagni dopo un "regolare processo" permesso dalle autorità alleate (canadesi) del campo che fornirono addirittura.. i fucili al plotone di esecuzione (tedesco)

( V. https://en.wikipedia.org/wiki/13_May_1945_German_deserter_execution)


 25)  Probabilmente a questo atteggiamento per così dire “filantropico” non era estranea anche la volontà di “denazificare “ i prigionieri: una sorta di “indottrinamento per la democrazia”, come lo definisce Gansberg Judith in Stalag, U.S.A. : the remarkable story of German POWs in America.


Ultima annotazione: il resto dell'equipaggio finita la guerra fu trasferito, sempre in prigionia, in Francia, nel campo di Attichy, dove le condizioni di vita erano ben peggiori, obbligati ad un lavoro coatto. Furono liberati solo nel 1947, due anni dopo la fine della guerra. (da H. Schlipper, op. cit. p. 114) (v. anche http://www.dpcamps.org/attichy.html     e https://journals.openedition.org/chrhc/691?+=https://journals.openedition.org/chrhc/691?+=).


Ecco un ricordo delle condizioni di vita nel campo di Attichy lasciato da un prigioniero tedesco che lì fu "ospitato" per oltre un anno:

"Quando arrivammo ad Attichy nel marzo del 1945 fummo portati in un palazzetto dello sport vuoto o qualcosa del genere che era la sala da pranzo. Il primo giorno ricevemmo dagli americani una zuppa di piselli che era davvero buona. Comunque il tempo che passammo lì Attichy non è stato facile per noi, perché le guardie erano polacche. La sera erano completamente ubriachi e sparavano in giro senza senso, anche nelle nostre tende. Ciò causava feriti e anche compagni morti. Anche il cibo era piuttosto pessimo. Quando il cibo veniva portato in grandi quantità spingevamo sopra le scatole per sentire il suono. Quando suonava sordo speravamo sempre che la zuppa fosse un po' più densa di quella sottile che ricevevamo normalmente. A partire dalla capitolazione totale della Germania l'8 maggio 1945, abbiamo ottenuto un razione ridotta di cibo - solo 1.000 calorie al giorno. Dovevamo davvero morire di fame. Le nostre tende erano piantate a terra, quindi abbiamo cercato di renderle confortevoli utilizzando i cartoni di poltiglia delle scorte di cibo. Un compagno e io siamo stati trattati come "fuggitivi" Abbiamo tentato di scappare nei giorni precedenti il ​​nostro trasferimento ad Attichy. Per questo motivo siamo stati rinchiusi nei box dei cavalli per quattordici giorni soltanto in isolamento. Durante questo periodo abbiamo ricevuto solo acqua e pane." (da http://www.dpcamps.org/attichy.html)

 



Leonello Oliveri

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25/04/2021