Sui fondali della Puglia i relitti di 14 sottomarini
Leonello Oliveri
Durante la II G.M. l'arma
sottomarina ebbe un'evoluzione importantissima e giocò un ruolo cruciale
Alla sua grande utilizzazione corrisposero
ovviamente moltissime perdite, soprattutto nella marina tedesca, che fece
dell'u-boot la sua arma più insidiosa: la Kriegsmarine mise in servizio oltre 1100 sommergibili, di cui un migliaio costruiti durante la guerra,
(contro i circa 40 che l’Italia riuscirà a realizzare nello stesso periodo), perdendone il 77% (e di quelli presenti
all’inzio della guerra ben pochi arrivarono alla fine) . Anche in questo caso
si può dire: mancò la fortuna, (leggi
inferiorità nel progresso tecnologico e nella massa degli armamenti), non il valore.
C.Bergen, Auf der fahrt im Atlantik |
Il
principale teatro operativo fu l'Atlantico, ma un'intensa guerra sottomarina fu
combattuta anche nel Mediterraneo dove sarebbero stati perduti oltre 180 sottomarini (ma probabilmente
furono di più) di cui 21 nella I G. M.
(quasi tutti tedeschi, e quasi tutti
nell'ultimo anno di guerra o in occasione dell'armistizio), uno nel 1925
e tre dopo la II G. M.
14 relitti nelle acque della Puglia
Nel
Mediterraneo un'area che vide un gran numero di sommergibili affondati fu il
mare antistante le coste pugliesi, passaggio obbligato per convogli e navi militari, nonché, per le sue
caratteristiche, ben adatto all'insidiosa guerra di mine.
Qui
furono affondati 14 battelli: due tedeschi (durante la prima guerra mondiale) 5
italiani e 7 inglesi: come si vede il maggior numero di perdite in questo
specchio di mare riguardò quella che era la marina più forte.
L'elenco ( speriamo completo) degli u-boote (usiamo la terminologia tedesca) affondati comprende le
seguenti navi, in ordine cronologico di perdita e con indicate nazionalità, luogo e causa ( talora presunta) dell'affondamento
Nome
|
Nazionalità
|
Luogo affondam.
|
Anno
|
Causa affondamento
|
UB53
|
Germania
|
S. Cataldo
|
23/05/18
|
siluro sommergibile
|
UB52
|
Germania
|
Brindisi
|
03/08/18
|
mina
|
HMs Odin
|
Regno Unito
|
Golfo di Taranto
|
13/06/40
|
bombe prof. torpediniera
|
Rubino
|
Italia
|
S.Maria di Leuca
|
29/06/40
|
aereo
|
HMs Regulus
|
Regno Unito
|
Golfo Taranto
|
06/12/40
|
mina
|
HMs Triton
|
Regno Unito
|
Davanti Otranto
|
18/12/40
|
mina
|
HMs Tempest
|
Regno Unito
|
Golfo di Taranto
|
13/02/42
|
bombe prof. + cann. torpediniera
|
Tricheco
|
Italia
|
Davanti Brindisi
|
18/03/42
|
siluro
sommergibile
|
HMs Traveller
|
Regno Unito
|
Porto di Taranto
|
04/12/42
|
mina
|
Delfino
|
Italia
|
Davanti Taranto
|
23/03/43
|
collisione con bettolina
|
HMS Regent
|
Regno Unito
|
Largo di Bisceglie
|
18/04/43
|
mina
|
Remo
|
Italia
|
Golfo di Taranto
|
15/07/43
|
siluro sommergibile
|
Pietro Micca
|
Italia
|
S. Maria di Leuca
|
28/07/43
|
siluro sommergibile
|
HMs Parthian
|
Regno Unito
|
Largo di Brindisi
|
11/08/43
|
mina
|
I
I relitti
Tralasciando i due relitti più vecchi, appartenenti a due sommergibili tedeschi, l'UB 52 e l'UB 53, affondati alla fine della I Guerra mondiale (il primo ad opera del sommergibile inglese H4 nel maggio del '18 e il secondo in agosto da una mina nel canale d'Otranto) nella seconda Guerra Mondiale il primo sommergibile perso nello specchio di mare antistante la Puglia, anzi, la prima nave nemica in assoluto, fu un battello inglese, l'Odin, affondato il 14 giugno, a quattro giorni dall'entrata in guerra dell'Italia.
Tralasciando i due relitti più vecchi, appartenenti a due sommergibili tedeschi, l'UB 52 e l'UB 53, affondati alla fine della I Guerra mondiale (il primo ad opera del sommergibile inglese H4 nel maggio del '18 e il secondo in agosto da una mina nel canale d'Otranto) nella seconda Guerra Mondiale il primo sommergibile perso nello specchio di mare antistante la Puglia, anzi, la prima nave nemica in assoluto, fu un battello inglese, l'Odin, affondato il 14 giugno, a quattro giorni dall'entrata in guerra dell'Italia.
L'Odin |
Era
un vecchio sottomarino della classe O, costruito nei cantieri Chatham Dockyard
nel 1926. Stazzava 1311 tonn. in emersione e 1831 immerso. Con una lunghezza
di 275 piedi, spinto da motori diesel da
2950 HP raggiungeva una velocità di 15 nodi mentre in immersione i motori
elettrici da 1350 HP gli permettevano di raggiungere i 9 nodi, più veloce
quindi dei battelli italiani.
L'armamento era costituito da 6
tubi lanciasiluri anteriori e due posteriori, più un cannone da 4 pollici e 2
mitragliatrici antiaeree.
Al
comando di. K. Woods, l 'Odin operava
dalla base di Alessandria d'Egitto. Il 13 giugno, nel golfo di Taranto, fu
localizzato dalla torpediniera italiana Strale
che attaccò il sommergibile con bombe e cannoni. L'Odin reagì lanciando un siluro evitato dalla Strale: la torpediniera tentò anche di speronare il smg., e sganciò
diverse bombe di profondità danneggiando il battello inglese che riuscì
comunque ad allontanarsi. Poco dopo però fu nuovamente localizzato mentre
navigava in emersione, questa volta dalla torpediniera Baleno. Colpito da bombe di profondità, l'Odin affondò con tutto l'equipaggio 17 miglia est-nord-est di Punta
Alice (Crotone) in posizione 39°30' N, 17°30' E. (1)
Si
tratta di un battello facente parte della classe 600, la spina dorsale dei
sommergibili italiani. Essa era
costituita da battelli con carena a
semplice scafo e controcarene esterne. Con una stazza di 679/856 tonn. potevano
immergersi fino ad 80 m. Lunghi 60,18 m., larghi 6,45 spinti da in motore dalla
potenza di 1400 Hp in emersione e di 800 hp in immersione avevano una velocità
massima di 14 n. (in immersione 7,5) un'autonomia di 5200 miglia a 4 nodi. Erano
armati con 6 tubi lanciasiluri da 533 mm. un cannone da 100/47, fino a 4
mitragliere antiaeree da 13,2 mm. L'equipaggio era di 44 persone. Il Rubino, costruito a Fiume dai cantieri
Carnaro nel '31, apparteneva alla serie Sirena, composta da 12 unità. Sara poi
seguita dalla Perla (10 unità), dalla Adua (17 unità) ed infine dall'Acciaio
(13 unità).
Per
questo battello la guerra durò solo 19
giorni e finì tragicamente. Il 21 giugno del '40, nel corso di una missione al
largo di Alessandria, scampò ad un bombardamento
aereo. Pochi giorni dopo, il 29, davanti a S. Maria di Leuca fu sorvolato da un aeroplano, probabilmente
un ricognitore. Il sommergibile non si immerse: un ora dopo arrivò il
bombardiere inglese Short Sunderland L5804, ai comandi del tenente pilota
canadese Campbell William Weir: le sue bombe colpirono il Rubino che affondò a
circa 45 miglia dalla costa (posizione
39° 10" N, 18° 49" E). Dell'equipaggio si salvarono solo 4 uomini,
raccolti –erano ancora tempi di comportamenti cavallereschi - dall'aereo
inglese. E' da notare che, secondo fonti canadesi, lo stesso pilota, con lo
stesso aereo, il giorno prima aveva affondato un altro sommergibile italiano,
l'Argonauta.
Sei
mesi dopo ad essere affondato in quel pericoloso braccio di mare fu un vascello
inglese, il Regulus, costruito nei
cantieri Vickers nel '29 ed appartenente
alla classe R.
I
battelli di questa classe erano piuttosto grossi, superando le 2000 tonn. in
immersione e con una lunghezza di quasi 300 piedi. L'equipaggio era di 53 uomini,
l'armamento di 8 lanciasiluri da 21", 6 anteriori e due posteriori.
La
storia bellica del Regulus fu assai
breve. Al comando del Lt. F. Curie lasciò la base di Alessandria d'Egitto il 23 novembre del '40 per una missione di
pattugliamento nel basso Adriatico. Qui il 6 dicembre most likely, molto probabilmente, urtò una mina affondando senza
superstiti (2)
L' u-boat che silurò… una centrale
elettrica
Normalmente
i sottomarini affondano, quando va bene, le navi silurandole, a volte col
cannone: Raramente qualcuno riusciva anche ad abbattere un aereo con le
mitragliatrici.
Ma
che un sottomarino riesca a silurare … una centrale elettrica, è piuttosto
strano.
Eppure
uno ci riuscì (o meglio, ci provò).
Siamo
sulla costa ligure, fra Savona e Vado. E’ (anzi, era) il 6 ottobre del ’40, domenica, ore 19, 25
(18, 21° bordo del sottomarino). Il sottomarino di Sua Maestà Britannica Triton
lancia due siluri contro quella che credeva essere una nave a Vado Ligure.
Ma
scendiamo nei dettagli di questa storia
in realtà un po’ curiosa.
Il Triton
( bel nome mitologico, che ricorda il figlio di Poseidone) era un grosso sottomarino britannico della classe T
Stazzava 1090 tonn. i emersione e 1575 in immersione: Era stato costruito nei
cantieri della Vickers di Barow in Furness nel '36, con una lunghezza di 275
piedi e un equipaggio di 59 uomini, era armato con ben 10 tubi lanciasiluri
collocati in modo abbastanza originale: 6 a prua, 2 a prua esternamente, due a
mezza nave esternamente rivolti in avanti: nessun arma poteva tirare dalla
poppa. L'handicap fu colmato nei battelli del secondo gruppo, che ebbero anche
un lanciasiluri esterno a poppa; le armi di scorta erano 6. Era inoltre dotato
di un cannone da 4 pollici, 3 mitragliatrici
antiaeree. Spinto da un motore da 2500/1450 HP poteva raggiungere la velocità
di oltre 15 nodi in superficie e 9 in immersione.
La
vita operativa del Triton fu breve,
intensa e drammatica.
Iniziò
con una tragedia: il 16 settembre del '39 , davanti alle coste della
Norvegia, silurò ed affondo (in error!, per errore) il sottomarino
inglese Oxley, con la perdita di
tutto l'equipaggio tranne due uomini: uno di quegli episodi di fuoco amico tutt'altro
che infrequenti anche allora, specie nei momenti concitati in cui un
sommergibile ne vede un altro e sopravvive chi spara per primo: vedremo che
anche un battello italiano sarà protagonista dello stesso tragico errore.
Nel
febbraio del '40 il Triton cerca di intercettare, sempre in acque
norvegesi, il "violatore di
blocco" tedesco Wangoni che però
riesce a liberarsi, mentre l'8 aprile
lanciò 10 siluri contro gli incrociatori tedeschi Blucher, Lutzow e Emden senza colpirne nessuno. Fruttuosa
invece la crociera del 10 aprile quando, durante l'operazione Kattegat, affonda
i piccoli mercantili tedeschi Friedenau
(5000 tonn.), Wigbert (3600 Tonn.) e
il battello ausiliario V 1507 di 356 tonn.
Entrata
in guerra l'Italia il Triton viene
spostato in Mediterraneo, con base a Malta, incrociando davanti alla Liguria: il 4 ottobre del '40,
al largo di Capo Noli affonda con siluri il mercantile italiano Franca Fassio di 1858 tonn: ecco come il
sito https://uboat.net/allies/warships/ship/3484.html
riporta la vicenda anche con parte del diario di bordo dell’ uboat (usiamo la
terminologia inglese) : “HMS Triton (Lt. G.C.I.S.B. Watkins, RN)
torpedoed and sank the Italian merchant Franca Fassio (1858
GRT, built 1892) proceeding from Genoa to Barcelona in position 44°10'N,
08°52'E. (All times are
zone -1)1010 hours - In position 44°10'N, 08°52'E sighted a large merchant
vessel on a course of 200°. The vessel was painted gray and had a gun on the
poop. Fired four torpedoes from 1300 yards. Three
hits were obtained and the vessel sank immediately. ovvero.:
“ore 1010 ore - In posizione 44 ° 10'N, 08 ° 52'E avvistato una grande nave
mercantile (..) era dipinta di grigio e aveva un cannone a poppa. Lanciati
quattro siluri da 1300 metri. Tre colpi a segno
e la nave affondò immediatamente”.
In
realtà si trattava della centrale elettrica DERPO di Vado Ligure, regolarmente
costruita a terra. Come tutte le centrali elettriche
Il siluro del Triton spiaggiato a Vado (da R. Aiolfi, N. Di Marco, Bombe su Savona e provincia, Sabatelli ed., Savona 2004, p. 34) |
Forse
fu ingannato dal profilo di due serbatoi
verticali o della ciminiera della centrale, fatto sta che lancia i siluri che però colpiscono il pontile della centrale: uno esplode alla radice del molo senza causare danni, a parte una strage di vetri di finestre, il secondo si arena sulla
spiaggia. Lì resterà alcuni giorni sorvegliato dai CCRR finché sarà disattivato (mediante la costruzione di
un "cacciavite" lungo oltre
nove metri) recuperato e studiato dagli
specialisti dell' Arsenale della Regia Marina di La Spezia.
Dopo il “siluramento” il sottomarino emerse,
erano circa le 1830, e da 4000 m. sparò
una ventina (18 secondo la relazione britannica) di colpi di cannone contro due
stabilimenti di Vado Ligure, provocando un morto ( un ragazzo di 14 anni di
nome Mario, ferito da schegge e
deceduto all'ospedale di Savona) e sei
feriti tra la popolazione civile.
A
questo punto entrano in azione sia le batterie antiaeree della DICAT (Difesa
Contro Aerea Territoriale) sia le
batterie antinave del Forte di Madonna degli Angeli, che sparano alcuni colpi.
Il sottomarino interruppe l'azione allontanandosi in immersione. Erano, secondo
i dati inglesi, le 1827: l’intera azione era durata una manciata di minuti. Alle
ore 22 a Savona viene dichiarato il cessato allarme
Ecco come la vicenda viene ricordata dalle fonti inglesi: anche tramite il diario di bordo del Triton.
“HMS Triton (Lt. G.C.I.S.B. Watkins, RN)
fires two torpedoes against what was thought to be a merchant vessel off Vado
Ligure, Savona , Italy . (Lt. Watkins even claims a hit in his
patrol report). Following this attack Triton surfaced and engaged the gas works
and later a large factory with gunfire. Several hits were obtained.
According to Italian sources it however
appears that Lt. Watkins target was no merchant ship but that he mistook the
chimney of the pump station for the funnel of a merchant ship. The Cieli
Electric Station sustained slight damage from the gunfire.
1821 hours - While Triton was in position
075°, Vado Lighthouse, 1.3 nautical miles two torpedoes were fired against an
anchored merchant ship of about 2000 to 4000 tons. Range was 4000 yards. One
hit was claimed.
Immediately afterwards Triton surfaced and
opened fire with the 4" gun on the gas works from 4300 yards. 18 rounds of
HE (high explosive) were fired and several hits were observed. Fire was then
shifted to a large factory. 11 rounds of HE were fired.
1827 hours - Dived as shore batteries opened
fire”.
Che possiamo tradurre (potenza di Google Traduttore!!)
pressapoco così: La nave di S.M. Triton lancia due siluri contro quella che
si pensava fosse una nave mercantile al largo di Vado Ligure, Savona, Italia.
(Il Tenente Watkins rivendica anche un colpo nel suo rapporto). A seguito di
questo attacco Triton emerse e ingaggiò i depositi e in seguito una grande
fabbrica col cannone. Diversi colpi a segno.
Secondo fonti italiane, tuttavia, sembra che il
bersaglio non fosse una nave mercantile, ma che avesse scambiato la ciminiera
della centrale per il fumaiolo di una nave mercantile. La centrale
elettrica Cieli ha subito danni lievi.
1821 ore - Mentre Triton era in posizione 075 °, Faro
di Vado, 1,3 miglia nautiche due siluri furono sparati contro una nave
mercantile ancorata di circa 2000 a 4000 tonnellate. La portata era di 4000
iarde.( Questa sarebbe l’azione
contro…la Centrale elettrica). Subito dopo, Triton emerse e aprì il fuoco
con il cannone da 4 sui depositi da 4300 metri, 18 colpi di HE (alto
esplosivo) furono sparati e furono osservati diversi colpi a segno
Ore 1827 Le batterie da terra aprono il fuoco e il
Triton si immerge.
Dopo
la missione savonese il Triton continua i suoi pattugliamenti nel basso mediterraneo:
A dicembre, il destino si compie anche per questo battello: lascia la base di Malta per una missione in Adriatico durante la quale silura il mercantile italiano Olimpia di 6000 tonn., che comunque riuscì a raggiungere Brindisi. Ma da questa missione il sottomarino non ritornerà. Probabilmente urtò una mina in the Otranto Strait on or around affondando con tutto l'equipaggio.
A dicembre, il destino si compie anche per questo battello: lascia la base di Malta per una missione in Adriatico durante la quale silura il mercantile italiano Olimpia di 6000 tonn., che comunque riuscì a raggiungere Brindisi. Ma da questa missione il sottomarino non ritornerà. Probabilmente urtò una mina in the Otranto Strait on or around affondando con tutto l'equipaggio.
E a
Vado?
Il
giorno dei funerali della giovane vittima italiana i giornali locale si scagliano contro “la piratesca azione di sorpresa (..)
l’agguato vile soltanto paragonabile a quello che attende nascosto dietro la
siepe, agguato che comunque non
ha scosso più del necessario la popolazione fiduciosa nella vittoria finale
delle nostre armi; quella vittoria che libererà per sempre il Mediterraneo e il
mondo dai moderni pirati che l’infestano”.(da Aiolfi -De Marco, cit.) E via su questo tono.
Certezza
per l’immancabile vittoria, quindi.
Ma dopo il bombardamento navale francese di
Savona e Genova del 14 giugno del '40) anche da questa azione isolata -dal fatto che addirittura
un sommergibile potesse impunemente emergere, cannoneggiare obiettivi civili e
andarsene quasi indisturbato e comunque incolume- si poteva capire come sarebbero andate a finire le cose.
E l'Italia correva sconsideratamente verso la rovina.
Il Tempest e la nave untouchable
Per tutto il '41 non ci furono
perdite di sommergibili in questo tratto di mare, fino al febbraio '42 quando
sarà un altro sottomarino inglese, il Tempest,
a venir affondato, nello stretto di Otranto,
in posizione 39°15' N, 17° 45' E. Come il Triton, anche il Tempest
apparteneva alla classe T. Era
una nave quasi nuova, entrata in
servizio da pochi mesi.
La
vicenda della fine del Tempest è drammatica.
Il Tempest |
https://uomini-in-guerra.blogspot.com/2019/09/duello-sul-mare-circe-contro-tempest.html#more
Il 18 marzo
tocca ad un altro sommergibile italiano, il Tricheco, appartenente alla classe Squalo.
Il Tricheco |
La vita di questo vascello fu così travagliata che qualcuno lo definì "il sommergibile jellato". Il primo guaio lo ebbe appena varato, nel '31 quando, durante il collaudo, urtò un peschereccio rischiando di affondare. Nel '33, al largo di La Spezia, un incendio a bordo a causa della scoppio di un motore, nel '34, sempre a La Spezia, urtò una gru perdendo il periscopio. Nel '37 partecipò alla Guerra di Spagna, non riuscendo a portare a termine la sua missione nel canale di Sicilia. Nessun risultato anche nei primi mesi di guerra nelle acque del Dodecanneso (Lero). Qui, la notte dell'8 ottobre '40, avvenne invece la tragedia: per una serie di malintesi, ordini poco chiari, cambi di missione, il Tricheco compì un tragico errore, silurando, colpendo ed affondando un altro sommergibile italiano, il Gemma: 44 morti, nessun superstite. Fu la sua unica preda.
Il 18 marzo del '42, infine, mentre stava incrociando in superficie al largo della costa di Brindisi proveniente da Augusta, fu attaccato dal sommergibile britannico Upholder, comandato da D.Wanklyn: colpito da un siluro, affondò con la morte di 38 uomini dell'equipaggio. I superstiti furono solo tre, tra i quali il comandante. Il suo relitto, spezzato in tre tronconi, è stato riscoperto nel 2005 al largo di Brindisi, a 3 km dalla costa su un fondale fra i 60 e 75 metri. Il suo affondatore, l'Upholder, che il 24 maggio del '41 aveva affondato il transatlantico italiano Conte Rosso carico di truppe (1297 morti) e il 5 gennaio del '42 un altro sommergibile italiano, il Saint Bon, ebbe una vita di poco più lunga: scomparve sulla rotta Lampedusa - Tripoli fra il 10 e il 14 aprile, probabilmente colpito da aerei tedeschi.
Alcuni mesi
di calma, poi il 12 dicembre un'altra vittima, ancora inglese, ancora per mina:
l'HMs Traveller.
Il Traveller |
Infine,
l'ultimo viaggio il 28 novembre, quando
lascia Malta per una missione particolare: una ricognizione davanti al
porto di Taranto in vista dell'operazione PORTCULLIS, un attacco progettato
dalla Royal Navy con incursori su siluri a lenta corsa. Il Traveller non fece più ritorno e il 12 dicembre fu dichiarato
perso, molto probabilmente a causa di una mina galleggiante italiana. Nessun
superstite. (https://uboat.net/allies/warships/ship/3502.html)
Delfino
Il 23 marzo del' 43 una nuova vittima, italiana:
il sommergibile Delfino, il secondo
di questo nome (il primo Delfino fu anche il primo sottomarino italiano in
assoluto, costruito addirittura nel 1890!).
Il Delfino
II fu invece varato nel 1931. Nel '36 prese parte alla Guerra Civile
Spagnola, nel '40 fu inviato nel Dodecanneso. E qui avvenne quella che fu
certamente una brutta pagina nella nostra storia militare : l'affondamento dell'incrociatore greco Elli (Ellh) il 15 agosto, cioè oltre due mesi
prima della dichiarazione di guerra alla Grecia. Fu un atto del tutto gratuito, definito un
dastardly attack da un giornalista greco, reso ancora più rimarchevole dal
particolare che avvenne mentre l'incrociatore ( una vecchia nave di 2600 tonn.
costruita egli USA nel 1912, originariamente destinata alla Cina) si trovava all’isola
di Tinos, dove si celebrava la "Dormizione" della Madonna (la
nostra festa dell'Assunta), ricorrenza che ha una grande rilevanza nel mondo
ortodosso. La nave innalzava –secondo fonti greche- il gran pavese e parte
dell'equipaggio era a terra per rendere omaggio alla Madonna Assunta: ciò per
fortuna determinò un basso numero di perdite a bordo. Nella stessa circostanza
il sommergibile lanciò ancora due siluri contro due altri bastimenti, anch'essi
nel porto, probabilmente senza colpirne nessuno. Si trattò di un episodio che esacerbò i greci e che l'Italia
pagò non solo con la fortissima resistenza che gli stessi opposero alla
sciagurata invasione militare italiana ( ekdikhthV thV
Ellh, vendicatore dell' Elli, trovarono poi scritto i nostri soldati su relitti di carri v. foto) ma anche con la consegna alla Grecia come risarcimento,
alla fine della guerra, dell'incrociatore italiano Eugenio di Savoia, che l'Italia dovette – fra l'altro- rimettere a
nuovo prima della cessione: su tutta
questa vicenda, ancora non completamente chiara, sulla sua genesi e spiegazione, può essere utile la lettura delle memorie di Cesare Maria De vecchi, all'epoca
Governatore del Dodecanneso (v. Il quadrumviro scomodo, Mursia ed., 1983, pp. 237 sgg). L'episodio trova un' eco nelle pagine del diario di Ciano che così scrisse: "15 AGOSTO – È stata affondata da un sottomarino,che ancora non sappiamo chi sia, una nave greca. L'incidente minaccia prendere proporzioni maggiori. Per me, c'è sotto l'intemperanza di De Vecchi. Conferisco col Duce, che desidera risolvere pacificamente questo incidente, del quale si poteva fare a meno. Propongo di inviare una nota alla Grecia: ciò varrà a portare la polemica su un terreno diplomatico".
Dopo questa pagina da dimenticare, il Delfino compì diverse missioni di trasporto di munizioni tra Italia e Nord Africa. Durante una di queste, il 1 agosto del '41, fu attaccato da un bombardiere britannico Short Sunderland. Il sommergibile riuscì ad abbatterlo e ne raccolse, salvandoli, i quattro uomini di equipaggio sopravvissuti: e questa è invece una bella pagina nella sua storia.
Dopo questa pagina da dimenticare, il Delfino compì diverse missioni di trasporto di munizioni tra Italia e Nord Africa. Durante una di queste, il 1 agosto del '41, fu attaccato da un bombardiere britannico Short Sunderland. Il sommergibile riuscì ad abbatterlo e ne raccolse, salvandoli, i quattro uomini di equipaggio sopravvissuti: e questa è invece una bella pagina nella sua storia.
Il
23 marzo, infine, la tragedia, che ha il sapore della beffa: in uscita dal
porto di Taranto il Delfino urtò la
bettolina che lo scortava, il sommergibile riportò gravissimi danni ed affondò
con 28 uomini a circa 7 miglia dal faro di san Vito.
ekdikhthV thV Ellh, vendicatore dell' Elli: |
Regent
Era
il 18 aprile del '43, gli abitanti di
Bisceglie (Barletta) sentono un'enorme esplosione proveniente dal largo: con
molta probabilità essa segnò la fine del sommergibile inglese Regent, entrato in collisione con una
mina galleggiante ed affondato senza superstiti. Si trattava di un vecchio
battello costruito nel '29, partito il 12 aprile da La Valletta per il canale
d'Otranto.
Il Regent |
La sua carriera era iniziata con un’impresa da
film d’azione: nei primi mesi di guerra
era penetrato nel porto di Cattaro, attraccando senza problemi e sbarcando un
ufficiale per chiedere la liberazione dell’ex Ambasciatore inglese a Belgrado.
Costretto finalmente alla fuga, se n’era andato.. portandosi via un militare
italiano.
Il 5
ottobre del '40 c’è il primo affondamento, anche se la preda non è eclatante:
un vascello a vela italiano (probabilmente un peschereccio), il Maria
Grazia di 188 tonn. Quattro giorni dopo danneggia il mercantile Antonietta Costa, il 15 gennaio '41
affonda il Città di Messina (2472
tonn.), il 21 febbraio danneggia il mercantile tedesco Menes di 5600 tonn., il 1 agosto affonda il dragamine italiano Igea, il 1 dicembre danneggia un altro
mercantile italiano, l'Enrico.
Quattro mesi dopo, la fine. Ora il suo scafo squarciato giace, su un fondale
sabbioso, a – 28 m.(8) (https://uboat.net/allies/warships/ship/3406.html)
Remo
Alle
930 del 15 luglio di quello stesso anno un nuovissimo sommergibile lascia il
porto di Taranto per la sua prima missione, dopo un addestramento ridotto al
minimo. Alle 1830, mentre navigava in emersione, viene raggiunto da un siluro
del sommergibile inglese United al largo di Punta Alice: in totale nove ore
di vita operativa! Dei 63 uomini dell'equipaggio si salvarono solo in 4: i tre
che erano in plancia, tra i quali il comandante, più un sergente che riuscì ad
uscire dalla camera di manovra.
Il Remo |
Pietro Micca
Il Micca |
Parthian
L'ultimo
sottomarino affondato in questo tratto di mare fu il vecchio battello inglese Parthian, costruito nei cantieri di
Chathlam nel '28. All'inizio della guerra, al largo di Tobruk, lanciò diversi
siluri contro il caccia italiano Nembo
e l'incrociatore San Giorgio senza
colpirli. Il 20 giugno del '40, colse invece la sua prima vittoria affondando,
sempre davanti a Tobruk, il sommergibile italiano Diamante. Il 31 agosto fallisce un lancio contro gli incrociatori
italiani Garibaldi e Duca degli Abruzzi. L'attacco è
confermato dallo Statino Scorte Convogli e Missioni di Guerra dell'Abruzzi che in quella data riporta: "alle ore 1351 avvistamento di periscopio e di due scie di siluri a 300
m. al traverso a sn. Manovra per evitare i siluri che passano però sotto la
chiglia". Fortunato invece un
lancio nel gennaio del '41, quando affonda il mercantile italiano Carlo Martinolich (4208 tonn) al largo di Punta Stilo e, il 25 giugno, il
sommergibile della Francia di Vichy Souffleur.
Tutte queste azioni avvennero sotto il comando di M.G. Rimington. L'anno
successivo, dopo lunghi lavori di retrofit in USA, fu utilizzato in diverse
missioni di rifornimento a Malta. A novembre con un nuovo comandante (Lt. M.B.
John) attacca senza successo un
convoglio italo-tedesco in rotta verso l'Africa. Inizia poi una fruttuosa crociera contro sailing vessels (vascelli a vela!) greci e italiani nelle acque
dell'Egeo: il 28 marzo '43 il greco Archanghelos
di 120 tonn. preso a cannonate e poi speronato, il 29 tocca all'Anghela Mitylene, il 4 maggio affonda a cannonate (erano imbarcazioni
disarmate che potevano essere impunemente attaccate in emersione) due barchette
italiane, il Despina II e lo Spina Secundo, ambedue ( a meno che non
si tratti della duplicazione del nome della stessa imbarcazione) di ben.. 13
tonn. Fallito l'attacco al posamine tedesco Drake, il 7 maggio tocca al veliero italiano Barbara, davanti a Naxos: questa sarà l'ultima preda.
Anche
per il Parthian la sorte era in
agguato: l'11 agosto del '43 non tornò da una missione, affondando molto
probabilmente a causa di una collisione con una mina al largo di Brindisi senza
nessun superstite.(11)
La mina: il silent killer dei mari
Una mina italiana sul suo carrello |
E la mina, sia pur in teatri
operativi particolari, fu un'arma efficace.
Nella I G.M.
la Nave da Battaglia italiana Regina
Margherita urtò una mina l'11 dicembre del '16 nella baia di Valona,
davanti all'isola di Saseno, affondando con la perdita di 671 marinai: da
allora le nostre grandi navi non usciranno più dai porti ( e due vi saranno
affondate, probabilmente da sabotaggi).
Nel corso
della II G.M. nel solo Mediterraneo vennero
posate oltre 54000 mine, soprattutto dalle forze dell'Asse. E i
risultati nelle acque della Puglia li abbiamo visti.
Sempre durante la II
G.M. le mine affondarono il 6,5% di
tutto il naviglio mercantile perso dagli alleati, percentuale superiore al 5,5
provocato dai ben più costosi raids delle navi corsare tedesche e appena
inferiore al 7,2% provocato dalle ancor più costose unità di superficie (12).
Durante la guerra di Corea il
semplice campo minato di Wonsan, con 3000 antiquate mine deposte da barche di
legno, ritardò di oltre una settimana lo sbarco americano. Più vicino a noi,
durante il conflitto Iran-Irak la fregata americana USS Roberts riportò gravissimi danni per l'esplosione di una mina
tipo I GM, mentre durante Desert Storm
una mina Manta italiana mise fuori combattimento l'incrociatore USS Princeton.
1) HMS
Odin went missing on her 1st Mediterranean
war patrol in June 1940. HMS Odin is often reported to have been sunk in the
Gulf of Taranto about 17 nautical miles east-north-east of Punta Alice,
Crotone, Italy in position 39º30'N, 17º30'E by the Italian destroyers Strale
and Baleno on 14 June 1940. That these destroyers have sunk HMS Odin in that
location on that date can not be proven beyond doubt” Ovvero La nave di S.M.- Odin (Lc. Kenneth
Maciver Woods, RN) scomparve durante la sua prima missione di guerra nel
Mediterraneo nel giugno 1940. Sembra che sia stato affondato nel Golfo di Taranto a
circa 17 miglia nautiche a est-nord-est di Punta Alice, Crotone, Italia in
posizione 39º30'N, 17º30'E dai cacciatorpediniere italiani Strale e Baleno il
14 giugno 1940. Che questi cacciatorpedinieri abbiano affondato HMS Odin in
quella località in quella data non può essere provato oltre ogni dubbio. (https://uboat.net/allies/warships/ship/3394.html)
2) HMS Regulus left Alexandria to patrol in
southern Adriatic on 23 November 1940 . She was most
likely mined in late November or early December 1940. She was reported overdue
when she failed to return to Alexandria on 6 December 1940 . (da https://uboat.net/allies/warships/ship/3407.html. Trad. : HMS Regulus ha lasciato Alessandria per pattugliare nel sud Adriatico il 23
novembre 1940. È probabilmente finito su una mina a fine novembre o inizio
dicembre 1940. È stato segnalato in ritardo quando non è riuscito a tornare ad
Alessandria il 6 dicembre 1940.
3) Che
possiamo tradurre pressapoco così: La nave di S.M. Triton lancia due siluri contro quello che si pensava fosse una nave
mercantile al largo di Vado Ligure, Savona, Italia. (Il Tenente Watkins
rivendica anche un colpo nel suo rapporto). A seguito di questo attacco Triton
emerse e ingaggiò i depositi e in seguito una grande fabbrica col cannone.
Diversi colpi a segno. Secondo
fonti italiane, tuttavia, sembra che il bersaglio non fosse una nave
mercantile, ma che avesse scambiato la ciminiera della centrale per il fumaiolo
di una nave mercantile. La centrale elettrica
Cieli ha subito danni lievi.
1821
ore - Mentre Triton era in posizione 075 °, Faro di Vado, 1,3 miglia nautiche
due siluri furono sparati contro una nave mercantile ancorata di circa 2000 a
4000 tonnellate. La portata era di 4000 iarde.( Questa sarebbe l’azione
contro…la Centrale elettrica). Subito dopo, Triton emerse e aprì il fuoco
con il cannone da 4 sui depositi da 4300 metri, 18 colpi di HE (alto esplosivo)
furono sparati e furono osservati diversi colpi a segno
Ore
1827 Le batterie da terra aprono il fuoco e il Triton si immerge.
4) Molti dati relativi a questa vicenda sono stati ricavati anni or sono da http.www.hansonclan.co.uk/Royal
Navy/tempest1.htm. Se abbiamo capito bene la vicenda è riportata anche nel libro “SUBMARINER" di Ch. Anscomb.
5) Possiamo tradurre pressapoco così: ““Il 13 febbraio
1942 la nave di S.M. Tempest fu
affondata mentre la torpediniera italiana Circe cercava di prenderlo a
rimorchio dopo averlo costretto ad emergere con bombe di profondità. Tempest era di pattuglia nel Golfo di Taranto
/ Ionio circa 30 miglia nautiche a nord-est di Crotone, in Italia in posizione
39º15'N, 17º45'E. Intorno alle 3:00 ore Tempest è stato bombardato con cariche
di profondità da un cacciatorpediniere italiano. Questo cacciatorpediniere non ha
mai perso il contatto e ha sganciato cariche di profondità durante la
mattinata. Tutte le cariche di profondità erano molto vicine. In ogni attacco è
stato causato un danno, risultando molto difficile mantenere il controllo della
profondità. Verso le ore 09:00 un doppio lancio di cariche di profondità ha
causato gravi danni. Il sottomarino si stava riempiendo di gas di cloro dalle
batterie rotte. Lt.Cdr. Cavaye ordinò di emergere e abbandonare la nave. Il
cacciatorpediniere italiano raccolse 3 ufficiali e 20 marinai. Risultati
inutili i tentativi di agganciarlo il Tempest fu infine affondato dagli
italiani essendo impossibile rimorchiarlo”.
Questa vicenda è anche ricordata in KR 40-43: cronache di guerra di G. Grilletta. Pellegrini ed., 2003, pp.182 sgg.
Questa vicenda è anche ricordata in KR 40-43: cronache di guerra di G. Grilletta. Pellegrini ed., 2003, pp.182 sgg.
8) HMS
Regent sailed from Malta
on 12 April
1943 to patrol in the southern Adriatic .
She was mined north of Barletta ,
Puglia ,
Italy
on 18 April
1943 . That evening a large explosion was
heard in that area, which is believed to have been HMS Regent striking a mine.
HMS Regent was reported overdue at Beirut
on 1 May 1943 .
The wreck of Regent has been found and lies in 28 meters of water.
9) E.Cernuschi,"Fecero
tutti il loro dovere" in Rivista Marittima, Supplemento, 2006
10) A. Santoni, Guerra segreta sugli oceani, Mursia ed, 1984, p.22. Occorrerebbe però sapere quale percentuale essi rappresentino sul totale dei trasmessi. Certo fu assai importante la decifrazione, ad opera di Ultra, dei messaggi Enigma tedeschi. Sull’argomento v. anche F.W. Winterbotham, Ultra Secret, la macchina che decifrava i messaggi segreti dell’Asse, Mursia 1976 pp- 93-96 con la storia del “giochetto di intercettare ed affondare i convogli che stavano cercando disperatamente di portare rifornimenti all’esausta armata di Rommel”: “convogli della disperazione”, così li definisce l’autore inglese che dal 42 al ’43 ha diretto le decrittazioni degli ordini trasmessi via radio dall’OKW germanico.
10) A. Santoni, Guerra segreta sugli oceani, Mursia ed, 1984, p.22. Occorrerebbe però sapere quale percentuale essi rappresentino sul totale dei trasmessi. Certo fu assai importante la decifrazione, ad opera di Ultra, dei messaggi Enigma tedeschi. Sull’argomento v. anche F.W. Winterbotham, Ultra Secret, la macchina che decifrava i messaggi segreti dell’Asse, Mursia 1976 pp- 93-96 con la storia del “giochetto di intercettare ed affondare i convogli che stavano cercando disperatamente di portare rifornimenti all’esausta armata di Rommel”: “convogli della disperazione”, così li definisce l’autore inglese che dal 42 al ’43 ha diretto le decrittazioni degli ordini trasmessi via radio dall’OKW germanico.
11) HMS Parthian is presumed mined in Adriatic late July / early August 1943.
Having sailed from Malta on 22nd July for patrol west of Greece in the southern Adriatic . She was ordered to patrol off
Otranto on 26th July 1943 . She was again given a new area to
patrol on the 28th. She was reported overdue at Beirut on 11th
August 1943 (https://uboat.net/allies/warships/ship/3400.html)