venerdì 21 settembre 2018

L’ultima missione dello Spitfire BS530 - 238 Sqn. RAAF Sidney George Lee




Leonello Oliveri

Nelle prime ore del pomeriggio del 21 settembre 1944,
due  caccia spitfire si levarono in volo dall’aeroporto di Cuers (nei pressi di Marsiglia, Francia): uno era lo spit MK IX, serial number BS530, appartenente al 238 Squadron. Ai comandi c’era il 23enne pilota Sidney George Lee, matr. AUS/420819, pilota della RAAF (Royal Australian Air Force), inserito nella Mediterranean Allied Air Forces - Tactical Air Force Command. La loro missione  era una straffing mission, un low-level attack, ovvero sparare a qualsiasi bersaglio nel loro raggio d’azione (in questo caso entroterra ligure-piemontese alle spalle di Savona).

Ma la missione si concluse tragicamente:
“(..) Warrant Officer Sidney Lee was reported ‘missing, believed killed in action’ at 16.00 hours, and his death was presumed to have occurred on 21st September 1944.  On 7th March 1945 the Royal Australian Air Force Overseas Headquarters reported that they had received a telegram from the International Red Cross Committee, saying that Warrant Officer Lee had been killed on 21st September 1945.  Our records also state that German Totenliste (‘Death List’) No. 245 noted that this airman had been shot down on that day.  On 11th March 1948 it was established that he was buried in the British Empire Cemetery, Milan, in Plot 1, Row E, Grave No. 5.”,  così riportano i dati dell’Air Historical Branch gentilmente trasmessimi dietro mia precisa richiesta.
Letto così tutto è facile: abbiamo i dati dell’aereo, il nome del pilota e le modalità della sua caduta e morte: hit the ground during a low-level attack near Savona, Italy. Colpito durante una flying battle, una battaglia aerea, preciserà poi - con qualche  imprecisione- il Roll of  Honour dell’ Australian War Memorial.
Ma per arrivare a questi dati, la ricerca è stata lunga e complessa.

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Tutto iniziò ormai una dozzina di anni or sono, quando un amico mi disse che durante la II G. M. un caccia inglese monomotore era caduto vicino al suo paese, Spigno Monferrato (Al.), a una trentina di km. da Savona.
Un  sopralluogo  sul sito del crash, accompagnato dal gentilissimo proprietario, permise di verificare non solo l’esattezza del ricordo, ma anche la nazionalità  (la sigla A M con la corona trovata su un pezzettino di alluminio indicava la costruzione in Inghilterra) e il tipo del velivolo: diversi frammenti
portavano stampigliate serie di numeri inizianti per 300, caratteristica tipica dei componenti degli spitfire, costruiti in (grande) serie. Inoltre un piccolo frammento della fusoliera presentava due buchi (diametro 13 mm. ca.) dall’esterno all’interno, possibile indizio che l’aereo era stato colpito.
Iniziò così la mia ricerca, partendo dalle pochissime informazioni racimolate: era caduto nel ’44 “ nella bella stagione”, si era abbassato per mitragliare, aveva sorvolato una postazione antiaerea tedesca, che (secondo un testimone che ricordava  raffiche da entrambe le parti) aveva reagito, forse era stato colpito, comunque aveva “inciampato” nei vicini cavi dell’alta tensione tranciandoli, era caduto su un campo e, dopo una strisciata di un centinaio di metri, si era infine schiantato con almeno un  principio di incendio.
Frammento di fusoliera con buco
(da antiaerea leggerA?)

Nell’urto il pilota (unico membro dell’equipaggio) era deceduto: inumato nel locale cimitero, a guerra finita il corpo fu esumato e traslato altrove.
Tutto qui.

Come  primo passo ci fu una visita all’Ufficio Anagrafe del Comune: se il pilota era prima stato sepolto e poi esumato, qualche traccia avrebbe potuto esserci sul registro dei morti. Purtroppo così non era e il registro, pur letto e riletto, restava muto.
Ho deciso allora di iniziare una vera ricerca su tre filoni: quello tramite internet, consultando i data-base on-line, quello di un approfondito esame degli archivi locali, provinciali e nazionali (Archivio di Stato), e infine il controllo dei giornali dell’epoca.
In internet, il sito http://www.airhistory.org.uk/spitfire/download.html
 offre la lista di tutti i 22.965 spitfire prodotti, con una brevissima (e criptica: è scritta in acronimi anglo-militaresi) storia del loro destino (principali unità, trasferimenti, fato finale).
Copiata la lista e incollata in un foglio elettronico Excel, ho estratto tutti gli aerei con la parola Italy, quindi verosimilmente transitati, operanti o caduti in Italia: quasi un centinaio. Da qui ho tolto a mano tutti quelli per i quali era chiaramente indicato il luogo di caduta (ovviamente nessuno risultava caduto a Spigno), o che erano caduti troppo presto o troppo tardi rispetto ad un intervallo di tempo considerato con una certa abbondanza, poi tutti quelli il cui pilota si era lanciato o erano caduti per guasti o per fuoco amico o erano in forza all’USAAF: la rosa si è così ridotta a 13.
Ho usato lo stesso metodo per i piloti. Se il pilota era inglese e dopo la guerra fu esumato, sarà stato poi traslato in un cimitero militare inglese: i più vicini sono quello di Trenno (Milano) e di Genova. Dal sito internet http://www.cwgc.it/areewma/Italia/Listacimiteri/Cimiterihtm  ho scaricato gli elenchi dei caduti di questi due cimiteri, incollandoli anch’essi su un foglio elettronico.  Ordinati per data, ho estratto tutti gli appartenenti all’Air, ho tolto tutti quelli con date o con qualifiche non congruenti (il mio non poteva essere un operatore radio o un mitragliere etc.) e quelli  appartenenti a squadriglie che non avevano gli spitfire. Tenendomi  “largo” mi è rimasta una rosa di una trentina di nomi.
A questo punto ho provato ad incrociare le date degli abbattimenti degli aerei con quelle dei piloti: ho trovato una sola data coincidente.
Questo il record exel interessante per l’aereo

BS530 model IX FF 2-10-42 R-RH Cv IX M61 331S 4-10-42 GAL 26-5-43 222MU 18-9-43 Empire Marlow 7-10-43 Casablanca 19-10-43 NAfrica 30-11-43 Hit ground during low-level attack nr Savona Italy 21-9-44


E questo quello del pilota
Lee, Sidney George, S.G.
Warrant Officer
420819
Royal Australian Air Force
21/09/1944


Ovviamente poteva trattarsi –appunto- solo di una coincidenza, comunque ho inserito quell’aereo, il s.n. BS530,  hit ground during low-level attack nr Savona Italy 21-9-44, (tra l’altro Savona è a circa 30 km. da Spigno!), quella data  -il 21/9/44-  e quel pilota (Lee Sidney George Warrant Officer 420819 238sq (MATAF) 21/09/1944  23 Royal Australian Air Force Australian) tra i miei “sorvegliati speciali”.
Non potendo procedere oltre (all’epoca non avevo ancora ricostruito la data del crash) mi sono dedicato al secondo filone, quello degli archivi. Ho fatto ripetute ricerche nell’Archivio Comunale di Spigno: se il pilota era stato esumato, ciò avrà sicuramente dato origine ad una pratica burocratica, che speravo di rintracciare. Purtroppo niente. Ma quando stato per chiudere deluso, una labile traccia: una  circolare della Prefettura di Alessandria del ’47 in cui si chiedeva al Sindaco di comunicare l’eventuale presenza di salme di militari inglesi nel locale cimitero. Sul retro era scarabocchiata a matita la risposta: “Più nessuna tomba di militari inglesi si trova in questo cimitero”:  più nessuna si trova, vuol dire che prima c’era. Ho allora spostato la ricerca nei documenti della Prefettura di Alessandria, ora conferiti all’Archivio di Stato.
Qui la ricerca è stata dura, ma interessante: un’intera giornata passata a sfogliare otto enormi faldoni ( ricordo ancora il sorriso divertito dell'impiegata quando è rientrata nel salone di consultazioni spingendo il carello carico di faldoni!) mi ha fatto scorrere sotto gli occhi un avvincente spaccato di vita degli anni 1940-46: immaginate quali documenti possono essere passati in una Prefettura in quegli anni.  Finalmente in serata una piccola cartellina dal titolo elettrizzante: “Indagine sugli incidenti relativi a personale disperso della RAF”: ci siamo!
 Ma l’entusiasmo era prematuro: la cartellina conteneva:  a) il questionario inviato dal Quartier Generale delle Truppe alleate in Italia, Medme Missing Research & Enquiry Service, col quale si chiedeva ai Comuni italiani di trasmettere tutti i dati relativi ad aerei e equipaggi RAF o alleati  caduti nel territorio di competenza, b) la lettera di accompagnamento del Ministero degli Interni alle singole Prefetture, c) la lettera della Prefettura di Alessandria ai singoli comuni. Mancava solo la parte più interessante (per me), la risposta del Comune, che doveva infatti essere inviata direttamente alle Autorità Alleate.
 Ho  trovato anche tracce di cinque altri aerei caduti nell’alessandrino (talora con nomi e matricole dell’equipaggio) ma del mio nessuna notizia!
Quindi un buco nell’acqua.
 Navigando in Internet ho poi capito che probabilmente le schede Medme potrebbero essere conservate presso l’Archivio Centrale di Stato  che contiene la riproduzione su microfilm dell’archivio della Commissione Alleata di Controllo e del Governo Militare Alleato che operarono in Italia tra il '43 e il '47: purtroppo la parte relativa al Piemonte non era (all’epoca della mia ricerca)  ancora disponibile.
Intanto andava avanti il terzo filone della ricerca, il controllo della stampa dell’epoca.
Nella Biblioteca Civica di Savona sono conservate le raccolte di due giornali relative al periodo 1943 -45: la  Gazzetta di Savona e  Il Lavoro. Il primo è una pubblicazione particolarmente interessante. Si tratta infatti di un trisettimanale pubblicato dal ‘43 al ‘45 che era, come si leggeva sotto il titolo, l’organo della Brigata Nera Briatore di Savona. Un giornale quindi non solo fascista (tutti più o meno lo erano, o dovevano esserlo) ma fascistissimo, che ancora nell’ultimo numero aveva fede incrollabile nella vittoria (2): una lettura molto interessante, anche con numerosi riferimenti a fatti e personaggi della mia zona, ma niente circa il mio aereo. 
 Determinante invece fu la lettura del secondo,  il quotidiano Il Lavoro. E qui, nel numero 268 del 25 settembre ’44, dopo aver sfogliato e spulciato diverse centinaia di pagine, finalmente una risposta, un piccolo trafiletto: “Un aereo nemico abbattuto nei pressi di Spigno Monferrato” .
 Ecco il testo: “Una formazione di caccia bombardieri che sorvolava a bassa quota la zona del cairese,(= Cairo Montenotte, Sv.) avvistato un locomotore in manovra tra Piana Crixia e Dego (prov. Sv.) lo mitragliava ripetutamente sino a provocarne l’incendio. Il macchinista ed altre due persone che si trovavano a bordo morivano carbonizzati mentre altri cinque contadini che accudivano ai lavori nei campi presso la linea ferroviaria rimanevano gravemente feriti. I “liberatori” proseguivano poi la loro azione lungo la linea verso Acqui fatti segno in quel di Spigno Monferrato da violento fuoco della contraerea. Un apparecchio veniva colpito e precipitava tra Spigno e Mombaldone. Il pilota è deceduto e altri due componenti il personale di bordo riportavano ferite e venivano catturati”.
 Finalmente!
L’articolo, vago nella data (il fatto doveva essere accaduto nei giorni precedenti al 25 settembre) ed inesatto nel numero dei tre uomini di equipaggio  ( ma questo particolare troverà una spiegazione in seguito) era  esatto sul luogo di caduta, esplicito nei fatti, e permetteva ulteriori verifiche.
 Possedevo infatti, pubblicato in un libro relativo ai caduti del periodo 1943-45, un elenco dei ferrovieri morti in servizio per cause di guerra (bombardamenti, incursioni aeree etc.)  in provincia di Savona: una veloce scorsa alle pagine ed ecco i nomi dei tre caduti, con data (21 settembre) e particolari precisi: due ferrovieri, uno di 54 anni e uno di 56, e un deviatore di 51 anni (3). E per tutti la stessa annotazione: “ Caduti a Casello 10 Ferrovia di Dego per mitragliamento aereo, locomotore incendiato, aereo abbattuto” oppure “aereo colpito dalla contraerea”.
Dal Registro dei morti all'Anagrafe di Dego
Una visita all’ Ufficio Anagrafe di Dego  permetteva di rinvenire l’atto ufficiale di morte per i tre sfortunati “ deceduti in seguito ad azione aerea nemica sulla strada ferrata Piana Crixia –Dego nei pressi del Casello n. 10. (..) verso le ore diciasette veniva mitragliato da aerei nemici un locomotore colà transitante che si incendiava e sul quale trovava la morte etc. etc.”


Il fatto trova conferma anche in una relazione che l’allora parroco di Dego  inviò alla Curia Vescovile di Acqui a guerra finita: “Il 21 settembre 1944 veniva mitragliato in Dego un locomotore con 11 persone sopra rimaste tutte ferite: si ebbero inoltre 6 morti, 3 subito e 3 dopo pochi giorni. Il Parroco provvide all’estrazione dal locomotore  dei morti, alle tre casse e alla tumulazione nel cimitero parrocchiale dei tre forestieri”.
Abbiamo così non solo la data sicura, 21 settembre, (corrispondente –guarda caso!- a quella della caduta del mio aereo e pilota “sorvegliati speciali” sopra ricordati), ma anche la missione in cui gli aerei furono impegnati.

Il Casello 10  dove il treno fu mitragliato
in un tratto rettilineo tra due  gallerie

Resta il problema della frase “altri due componenti il personale di bordo riportavano ferite ed erano catturate”presente nell’articolo. Per spiegarla –considerato il fatto che l’aereo caduto aveva sicuramente un solo uomo d’equipaggio- occorre ricordare che il 23 settembre (due giorni dopo i fatti di Spigno e due prima della data dell’articolo) un bombardiere USAAF B25 cadde a Cadibona, nell’entroterra savonese, a meno di 30 km. da Spigno (4). Dell’equipaggio in tre si lanciarono col paracadute ma solo due giunsero a terra salvi mentre il terzo si schiantò a poche decine di metri dal relitto dell’aereo: fu seppellito, assieme ad un altro cadavere rinvenuto poi fra i resti del velivolo, nel cimitero militare di Altare .
Vecchia fotografia del cimitero militare di Altare con in primo piano le tombe dei due
aviatori americani: La San Marco onora i nemici caduti, recitava la didascalia.
Ma non tutti mostrarono lo stesso rispetto verso il nemico caduto.
 quanti corpi giacciono ancora in fosse anonime?

Il fatto è ricordato nel Diario Storico della Divisione San Marco con il nome e la matricola di uno dei due morti.  Probabilmente l’autore dell’articolo ha fuso insieme le incerte notizie provenienti dalle due località.
Ecco quindi come era andata: verso l’imbrunire alcuni aerei (“una formazione”: un testimone parlava di due) avevano ripetutamente mitragliato un locomotore, in una di queste passate erano finiti una manciata di km più a valle, appena dopo Spigno. Qui, su un piccolo monticello  fra la ferrovia, il fiume  e la strada, gli spit hanno trovato, se è esatto il ricordo del testimone e l'articolo del giornale ( ..fatti segno in quel di Spigno Monferrato da violento fuoco della contraerea. Un apparecchio veniva colpito),  un "nido di vipere", una postazione antiaerea tedesca. Nell’estate del ’44 le truppe tedesche subivano ovunque l’offensiva degli alleati, ma non in modo passivo. Per contrastare l’assoluta padronanza del cielo da parte angloamericana avevano sviluppato, così almeno abbiamo letto, la tecnica dell’imboscata contraerea: una postazione leggera collocata all’improvviso in agguato su posizioni obbligate all’imbocco delle valli. Se nulla poteva fare contro le formazioni di centinaia di bombardieri ad alta quota, diventava pericolosa nel caso di incursioni singole a bassa quota, favorita anche dall’essere quest’ultime così frequenti da diventare quasi regolari e su percorsi prevedibili (per es. una ferrovia): e così su una rotta percorsa impunemente più volte, all’improvviso appariva una mitragliatrice.
  E  questa volta, per l’aereo inglese non ci fu scampo.

A questo punto abbiamo:
  • un fatto sicuro attestato dall’articolo di giornale: la descrizione dell’incursione e l’abbattimento dell’aereo a Spigno nei giorni precedenti il 25 settembre ‘44;
  • un’ ulteriore descrizione da parte  dall’Anagrafe e dal Parroco di Dego che fornisce una data sicura (21 settembre ’44)  per quell’incursione  e quindi per l’abbattimento dell’aereo;
  • un’ ulteriore conferma della data sicura per l’abbattimento dell’aereo  in quella missione (il 21/09/44) fornita dal libro con l’elenco dei ferrovieri caduti per cause di guerra e dall’incrocio dei dati dell’articolo del giornale con quelli forniti dall’Anagrafe di Dego;
  • un’identificazione del tipo dell’aereo (spitfire) confermata dai resti trovati;
  • un unico spitfire perso in zona (Liguria-Piemonte) in quella data, il s.n. BS530, caduto  tra l’altro nei pressi di Savona  e in una missione del genere (hit ground during low-level attack nr Savona Italy 21-9-44),
  • un solo aviatore  (l’australiano Sidney George Lee) fra quelli tumulati a Milano o a Genova caduto in quel giorno nel’Italia Nord-ovest.

Restava un ultimo passo: collegare il pilota all’aereo provando che l’ australiano  era il pilota del  BS530.
A questo ci ha pensato l’Air Historical Branch della Royal Air Force che, rispondendo tempestivamente e gentilmente a una mia lettera, mi ha confermato cheAUS/420819 Warrant Officer Sidney George Lee RAAF was the pilot of Spitfire Mk. IX, Serial No. BS530, of No. 238 Squadron, Y13 Cuers aerodrome, France (approximately 30 miles East of Marseilles), Mediterranean Allied Air Forces - Tactical Air Force Command, which was despatched on a straffing mission on 21st September 1944.  Spitfire BS530 hit the ground during a low-level attack near Savona, Italy.  Warrant Officer Sidney Lee was reported ‘missing, believed killed in action’ at 16.00 hours, and his death was presumed to have occurred on 21st September 1944”.

Tutto ciò  ci permette di affermare con certezza che l’aereo caduto il 21 settembre ’44 nei pressi di Spigno, è effettivamente lo spitfire BS530, l’unico spit. caduto in zona in quel giorno, pilotato da  Sidney George Lee, ,  l’unico aviatore perso in zona in quel giorno.
Aereo e pilota sono stati quindi identificati.
A ricerca ormai conclusa, sulla base del nome e nazionalità, ormai certa,  è stato possibile rintracciare in internet il sito  dell’ Australian War Memorial (http://www.awm.gov.au/research/people/roll_of_honour) contenente le schede personali dei caduti australiani, e quindi anche quello di S. G. Lee che riporta la seguente indicazione: place of burial: Spigno Cemetery, Piemont Italy.
In un  archivio australiano è stato possibile trovare anche uno stringato resoconto  della caduta dell’aereo:” On 21st September 1944, Spitfire BS530 was flying with the Sqn Ldr CO of 238 Sqn on a strafing mission over Northern Italy attacking ground objectives. At approx 1600 hours BS530 failed to pull out of a dive. The CO n pulling out of his dive and flying over the area, saw the remains of a crashed aircraft. WO Lee was killed”
(5).
Quindi più nessun dubbio: S. G. Lee è il pilota caduto a Spigno con lo spitfire BS530 mentre era impegnato in una missione di mitragliamento a bassa quota in compagnia di un secondo aereo condotto dal comandante della squadriglia.

Lo spit BS530, dotato di motore Merlin 61, era stato costruito dalla Supermarine sulla base del contratto B19713 e poi inviato alla Rolls Royce Hucknall per la conversione da Mk. V a Mk. IX. Il suo F(irst) F(lew) avvenne il 2 ottobre ’42. Fu poi assegnato al 331 sqdn. Il 26 maggio del ’43 subì un GAL (Ground Accident, incidente a terra) di grado L (ligth, leggero) e fu mandato alla 222 MU (Maintenance Unit). In data imprecisata passò in carico al 238 sqdn, poi Casablanca, N. Africa e infine Francia. Era armato con due cannoncini Hispano Mk. II da 20 mm. alimentati a nastro (120 colpi) e 4 browning alari da .303 con 350 colpi.
Costruiti in grande  serie (quasi 23000, di cui oltre 5000 del modello IX) ogni spit. richiedeva (così abbiamo letto) 20000 ore di lavoro.
Quel 21 settembre del ’44 il BS530 del 238 sqdn. appartenente al 251 wing del MATAF, decollò dall’aeroporto francese di Cuers, a est di Marsiglia, per una missione di bombardamento dalla quale non tornò più.
Quanto al 23enne S.G. Lee, proveniente dalla lontana Australia, aveva frequentato l’  Initial Training School (ITS), 3 Flight, 1 Squadron of No. 23 Course nel ’41: di lui ci resta una foto di gruppo scattata appunto alla fine del corso, il 6 dicembre (http:// cas.awm.gov.au /photograph/ P04931.001).
La foto del corso di G.S.Lee. Ben nove di questi piloti (il 25%!) risulteranno
 "killed in action"
Fu dichiarato  missing, belived killed in action alle ore 16 (ora inglese, corrispondente alle 17 italiane) di quel tragico (e non solo per lui: ricordiamo anche i sei morti italiani), 21 settembre.
Il suo squadron aveva già operato nei cieli italiani, scontrandosi anche coi caccia della Aeronautica Nazionale Repubblicana: il 26/6/44, per es., i suoi spitfires avevano duellato con i G55 e gli MC205 della 2° Squadriglia Caccia Bonet, abbattendo sull’Appennino tosco emiliano il sgt. Arrigoni, mentre il giorno successivo avevano incendiato a terra alcuni G55 press Reggio Emilia.

Un ultimo particolare: l’articolo del Lavoro  dice che ci fu prima il mitragliamento del locomotore e poi l’abbattimento dell’aereo. Il mitragliamento, con ripetute passate (“lo mitragliava ripetutamente fino a provocarne l’incendio”, leggiamo nell’articolo), avvenne nei pressi di Dego, a monte di Spigno. La postazione dell’antiaerea e il luogo di caduta dell’aereo è a valle di Spigno, a una decina di km. da Dego. La traiettoria di caduta ci fa capire che l’aereo stava risalendo la valle, da Spigno verso Dego: di conseguenza o la sua caduta avvenne prima del mitragliamento del locomotore, al quale quindi non avrebbe partecipato, o l’aereo  -a mio avviso più probabilmente- stava tornando indietro dopo una delle ripetute passate che lo aveva portato alcuni km. più a valle. Del resto basta dare un'occhiata ai numerosi video presenti sul web che riportano ground attacks, (attacchi a bassa quota ) alleati a tutto ciò che si muoveva per rendersi conto che sullo stesso bersaglio (specie treni) veniva spesso effettuato più di un "passaggio": es. qui https://www.youtube.com/watch?v=XsqtItEnGUs oppure qui https://www.youtube.com/watch?v=aeLvBPBTJ8E

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Secondo quanto trasmessomi nel 2009 dall'Air Historical Branch della RAF, il decesso di Sidney George Lee fu ufficialmente comunicato dal Comitato internazionale della Croce Rossa al Quartier Generale della RAAF il 7 marzo  '45 sulla base della German Totenliste 245.  La salma del pilota fu poi traslata nel British Empire Cemetery di Milano, Plot 1, Row E, Grave no. 5  l' 11 marzo 1948.


La tomba di S.G. Lee nel Cimitero Militare inglese di Trenno (Mi.)
(Foto di M. Ripamonti. Si ringrazia per l'autorizzazione)


Sidney George Lee è ricordato in Australia
in un apposito pannello del Australian War Memorial



La scheda di George Lee nei Commonwealth War Graves



Newcastle, in Australia, dove viveva Lee George
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I rottami dell’aereo abbattuto furono raccolti dai tedeschi e radunati in uno spiazzo alla base della piazzola dell’antiaerea: su di loro troneggiava – così mi hanno detto- un cartello inneggiante alle (indubbie) capacità della flak. Poi intervenne una Berge trupp (unità di recupero) che li avviò ad un Beutpark (deposito di parti catturate). Da lì saranno stati portati in Germania (l’alluminio era un materiale strategico) e magari riciclati in qualche Bf109. Ovviamente non tutto fu recuperato, qualcosa -poco restò fra i locali (sappiamo dell’elica di mogano a quanto pare trasformata, orribile auditu, in... manici di attrezzi).  Qualche scarsa briciola, infine, rimase in loco fino ad ora, e da quelle ha preso l’avvio la mia piccola storia.
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Attenzione: sui luoghi dove sono caduti aerei militari della II G. M. (soprattutto se caccia) possono trovarsi, anche interrati in profondità , ordigni bellici pericolosi, per es. (ma non solo ) proiettili inesplosi da 20 mm. dei cannoncini degli aerei: in pratica sono piccole bombe, con la spoletta sulla cima, e sono pericolosi: non toccateli, non  percuoteteli e avvisate chi di dovere. Attenzione anche ai quadranti degli strumenti di bordo:  per rendere i numeri fosforescenti erano pitturati con vernice a base di  radio, quindi sono radioattivi!



Leonello Oliveri
Proprietà letteraria riservata
Riproduzione vietata


L'aereo cadde durante un low level attack, un attcco a bassa quota:
per vedere coisa significassero in realtà questi attacchi  contro treni,  praticamente un tiro al bersaglio, un video :


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L'ultimo volo di Lee Sidney George




1) I link presenti risalgono ad una dozzina di anni or sono, quando la presente ricerca fu iniziata. E' pertanto possibile che attualmente non funzionino più perfettamente.
2) Il suo Direttore responsabile era un tenente delle B. N. di 24 anni, poi ucciso a Zinola (Sv.) il 16/5/45  mentre il Redattore capo era un capitano delle B. N. di 25 anni, anche lui ucciso a guerra finita  a Vado Ligure. La vicenda di quest’ultimo è particolarmente drammatica:  condannato a morte dopo la guerra dalla Corte di Assise Speciale di Savona nel maggio  del ’45,fu trasferito nel carcere di Finalborgo da dove venne “misteriosamente” prelevato, assieme ad altri 10 detenuti politici, da una “numerosa squadra di sconosciuti”. Il suo corpo verrà ritrovato nel ’47, assieme ad altri 10, in una fossa comune in fraz. Fosse di S. Ermete nei pressi di Vado Ligure ( in E. Scarone, I caduti della RSI Savona e Provincia, Novoantico editrice p. 384). .
3) I civili periti subito nel mitragliamento  furono due ferrovieri di 54 e 56 anni e un deviatori di 51. I loro nomi son rintracciabili nella ricordata opera di E. Scarone e nell’elenco caduti RSI  in rete, (cercandoli per data)  Non sono riuscito a rintracciare i nomi degli altri tre morti successivamente in seguito alle ferite.
4) G. Toscani, L’aereo americano precipitato alle Tagliate, in Liguria Val Bormida e dintorni,  3,  2008;  B. Chionetti, R. Rosa, G. Usai, Aerei su Savona. Storie di piloti ed aerei caduti in provincia di Savona,  Marvia ed., 2011.
5) Possiamo tradurre più o meno così:  il 21 settembre 1944 lo spitfire BS530 sta volando insieme all’ufficiale comandante del 238 Sqd, per una missione di bombardamento sopra l’Italia del Nord attaccando obiettivi di terra. Circa alle ore 1600 il BS530 non riesce a riattaccare dopo una picchiata. L’Ufficiale comandante uscendo dalla sua picchiata e  volando sull’area vide i resti dell’aereo caduto. Lee rimase ucciso”. Del documento sembrerebbe che l'aereo sia caduto non riuscendo a riattaccare dopo una picchiata. Il tesdtimone  (allora ragazzino) ricorda però raffiche da entrambe le parti.

Questo post è la rielaborazione di un mio articolo apparso nel numero 5 di maggio 2009 nel periodico Liguria Val Bormida e dintorni.
L.O.