Leonello Oliveri
Nelle prime ore del pomeriggio del 21 settembre 1944,
due caccia spitfire si levarono in volo dall’aeroporto di Cuers (nei pressi di Marsiglia, Francia): uno era lo spit MK IX, serial number BS530, appartenente al 238 Squadron. Ai comandi c’era il 23enne pilota Sidney George Lee, matr. AUS/420819, pilota della RAAF (Royal Australian Air Force), inserito nella Mediterranean Allied Air Forces - Tactical Air Force Command. La loro missione era una straffing mission, un low-level attack, ovvero sparare a qualsiasi bersaglio nel loro raggio d’azione (in questo caso entroterra ligure-piemontese alle spalle di Savona).
due caccia spitfire si levarono in volo dall’aeroporto di Cuers (nei pressi di Marsiglia, Francia): uno era lo spit MK IX, serial number BS530, appartenente al 238 Squadron. Ai comandi c’era il 23enne pilota Sidney George Lee, matr. AUS/420819, pilota della RAAF (Royal Australian Air Force), inserito nella Mediterranean Allied Air Forces - Tactical Air Force Command. La loro missione era una straffing mission, un low-level attack, ovvero sparare a qualsiasi bersaglio nel loro raggio d’azione (in questo caso entroterra ligure-piemontese alle spalle di Savona).
Ma la missione si concluse
tragicamente:
“(..) Warrant Officer Sidney Lee was reported ‘missing, believed
killed in action’ at 16.00 hours, and his death was presumed to have occurred
on 21st September 1944 .
On 7th March 1945 the Royal Australian Air Force
Overseas Headquarters reported that they had received a telegram from the
International Red Cross Committee, saying that Warrant Officer Lee had been
killed on 21st September 1945 .
Our records also state that German Totenliste (‘Death List’) No. 245
noted that this airman had been shot down on that day. On 11th March 1948 it was
established that he was buried in the British Empire Cemetery, Milan, in Plot
1, Row E, Grave No. 5.”, così riportano i dati dell’Air
Historical Branch gentilmente trasmessimi dietro mia precisa richiesta.
Letto
così tutto è facile: abbiamo i dati dell’aereo, il nome del pilota e le
modalità della sua caduta e morte: hit the ground during a low-level attack
near Savona, Italy. Colpito durante una flying battle, una battaglia
aerea, preciserà poi - con qualche imprecisione- il Roll of
Honour dell’ Australian War Memorial.
Ma
per arrivare a questi dati, la ricerca è stata lunga e complessa.
******************************
Tutto
iniziò ormai una dozzina di anni or sono, quando un amico mi disse che durante la II G. M. un caccia
inglese monomotore era caduto vicino al suo paese, Spigno Monferrato (Al.), a
una trentina di km. da Savona.
Un sopralluogo
sul sito del crash, accompagnato dal gentilissimo proprietario, permise
di verificare non solo l’esattezza del ricordo, ma anche la nazionalità (la sigla A M con la
corona trovata su un pezzettino di alluminio indicava la costruzione in Inghilterra)
e il tipo del velivolo: diversi frammenti
portavano stampigliate serie di numeri inizianti
per 300, caratteristica tipica dei componenti degli spitfire, costruiti in
(grande) serie. Inoltre un piccolo frammento della fusoliera presentava due
buchi (diametro 13 mm. ca.) dall’esterno all’interno, possibile indizio che
l’aereo era stato colpito.
Iniziò
così la mia ricerca, partendo dalle pochissime informazioni racimolate: era
caduto nel ’44 “ nella bella stagione”, si era abbassato per
mitragliare, aveva sorvolato una postazione antiaerea tedesca, che (secondo un
testimone che ricordava raffiche da
entrambe le parti) aveva reagito, forse era stato colpito, comunque aveva
“inciampato” nei vicini cavi dell’alta tensione tranciandoli, era caduto su un
campo e, dopo una strisciata di un centinaio di metri, si era infine schiantato
con almeno un principio di incendio.
Nell’urto il pilota (unico membro dell’equipaggio) era deceduto: inumato nel locale cimitero, a guerra finita il corpo fu esumato e traslato altrove.
Frammento di fusoliera con buco (da antiaerea leggerA?) |
Nell’urto il pilota (unico membro dell’equipaggio) era deceduto: inumato nel locale cimitero, a guerra finita il corpo fu esumato e traslato altrove.
Tutto
qui.
Come primo passo ci fu una visita all’Ufficio
Anagrafe del Comune: se il pilota era prima stato sepolto e poi esumato,
qualche traccia avrebbe potuto esserci sul registro dei morti. Purtroppo così
non era e il registro, pur letto e riletto, restava muto.
Ho
deciso allora di iniziare una vera ricerca su tre filoni: quello tramite
internet, consultando i data-base on-line, quello di un approfondito esame
degli archivi locali, provinciali e nazionali (Archivio di Stato), e infine il
controllo dei giornali dell’epoca.
In
internet, il sito http://www.airhistory.org.uk/spitfire/download.html
offre la lista di tutti i 22.965 spitfire prodotti, con una brevissima (e criptica: è scritta in acronimi anglo-militaresi) storia del loro destino (principali unità, trasferimenti, fato finale).
offre la lista di tutti i 22.965 spitfire prodotti, con una brevissima (e criptica: è scritta in acronimi anglo-militaresi) storia del loro destino (principali unità, trasferimenti, fato finale).
Copiata
la lista e incollata in un foglio elettronico Excel, ho estratto tutti gli
aerei con la parola Italy, quindi verosimilmente transitati, operanti o
caduti in Italia: quasi un centinaio. Da qui ho tolto a mano tutti quelli per i
quali era chiaramente indicato il luogo di caduta (ovviamente nessuno risultava
caduto a Spigno), o che erano caduti troppo presto o troppo tardi rispetto ad
un intervallo di tempo considerato con una certa abbondanza, poi tutti quelli
il cui pilota si era lanciato o erano caduti per guasti o per fuoco amico o
erano in forza all’USAAF: la rosa si è così ridotta a 13.
Ho
usato lo stesso metodo per i piloti. Se il pilota era inglese e dopo la guerra
fu esumato, sarà stato poi traslato in un cimitero militare inglese: i più
vicini sono quello di Trenno (Milano) e di Genova. Dal sito internet http://www.cwgc.it/areewma/Italia/Listacimiteri/Cimiterihtm ho scaricato gli elenchi dei caduti di questi
due cimiteri, incollandoli anch’essi su un foglio elettronico. Ordinati per data, ho estratto tutti gli
appartenenti all’Air, ho tolto tutti quelli con date o con qualifiche
non congruenti (il mio non poteva essere un operatore radio o un mitragliere
etc.) e quelli appartenenti a
squadriglie che non avevano gli spitfire. Tenendomi “largo” mi è rimasta una rosa di una trentina
di nomi.
A
questo punto ho provato ad incrociare le date degli abbattimenti degli aerei
con quelle dei piloti: ho trovato una sola data coincidente.
Questo
il record exel interessante per l’aereo
BS530 model IX FF 2-10-42 R-RH Cv IX M61 331S
4-10-42 GAL 26-5-43 222MU 18-9-43 Empire Marlow 7-10-43 Casablanca 19-10-43
NAfrica 30-11-43 Hit ground during low-level attack nr Savona Italy 21-9-44
|
E
questo quello del pilota
Lee, Sidney
George, S.G.
|
Warrant Officer
|
420819
|
Royal Australian Air Force
|
Ovviamente
poteva trattarsi –appunto- solo di una coincidenza, comunque ho inserito
quell’aereo, il s.n. BS530, hit
ground during low-level attack nr Savona Italy 21-9-44, (tra l’altro
Savona è a circa 30 km. da Spigno!), quella data -il 21/9/44-
e quel pilota (Lee Sidney George Warrant
Officer 420819 238sq (MATAF) 21/09/1944
23 Royal Australian Air Force Australian) tra i miei
“sorvegliati speciali”.
Non
potendo procedere oltre (all’epoca non avevo ancora ricostruito la data del
crash) mi sono dedicato al secondo filone, quello degli archivi. Ho fatto
ripetute ricerche nell’Archivio Comunale di Spigno: se il pilota era stato
esumato, ciò avrà sicuramente dato origine ad una pratica burocratica, che
speravo di rintracciare. Purtroppo niente. Ma quando stato per chiudere deluso,
una labile traccia: una circolare della
Prefettura di Alessandria del ’47 in cui si chiedeva al Sindaco di comunicare
l’eventuale presenza di salme di militari inglesi nel locale cimitero. Sul
retro era scarabocchiata a matita la risposta: “Più nessuna tomba di
militari inglesi si trova in questo cimitero”: più nessuna si trova, vuol dire che prima
c’era. Ho allora spostato la ricerca nei documenti della Prefettura di
Alessandria, ora conferiti all’Archivio di Stato.
Qui
la ricerca è stata dura, ma interessante: un’intera giornata passata a sfogliare
otto enormi faldoni ( ricordo ancora il sorriso divertito dell'impiegata quando è rientrata nel salone di consultazioni spingendo il carello carico di faldoni!) mi ha fatto scorrere sotto gli occhi un avvincente spaccato
di vita degli anni 1940-46: immaginate quali documenti possono essere passati
in una Prefettura in quegli anni.
Finalmente in serata una piccola cartellina dal titolo elettrizzante: “Indagine
sugli incidenti relativi a personale disperso della RAF”: ci siamo!
Ma l’entusiasmo era prematuro: la cartellina
conteneva: a) il questionario inviato
dal Quartier Generale delle Truppe alleate in Italia, Medme Missing Research
& Enquiry Service, col quale si chiedeva ai Comuni italiani di
trasmettere tutti i dati relativi ad aerei e equipaggi RAF o alleati caduti nel territorio di competenza, b) la
lettera di accompagnamento del Ministero degli Interni alle singole Prefetture,
c) la lettera della Prefettura di Alessandria ai singoli comuni. Mancava solo
la parte più interessante (per me), la risposta del Comune, che doveva infatti
essere inviata direttamente alle Autorità Alleate.
Ho
trovato anche tracce di cinque altri aerei caduti nell’alessandrino
(talora con nomi e matricole dell’equipaggio) ma del mio nessuna notizia!
Quindi un buco nell’acqua.
Navigando in Internet ho poi capito che
probabilmente le schede Medme potrebbero essere conservate presso
l’Archivio Centrale di Stato che
contiene la riproduzione su microfilm dell’archivio della Commissione Alleata
di Controllo e del Governo Militare Alleato che operarono in Italia tra il '43
e il '47: purtroppo la parte relativa al Piemonte non era (all’epoca della mia
ricerca) ancora disponibile.
Intanto
andava avanti il terzo filone della ricerca, il controllo della stampa
dell’epoca.
Nella
Biblioteca Civica di Savona sono conservate le raccolte di due giornali
relative al periodo 1943 -45: la Gazzetta di Savona e Il Lavoro. Il primo è una pubblicazione
particolarmente interessante. Si tratta infatti di un trisettimanale pubblicato
dal ‘43 al ‘45 che era, come si leggeva sotto il titolo, l’organo della Brigata
Nera Briatore di Savona. Un giornale quindi non solo fascista (tutti più
o meno lo erano, o dovevano esserlo) ma fascistissimo, che ancora nell’ultimo
numero aveva fede incrollabile nella vittoria (2): una
lettura molto interessante, anche con numerosi riferimenti a fatti e personaggi
della mia zona, ma niente circa il mio aereo.
Determinante invece fu la lettura del
secondo, il quotidiano Il Lavoro.
E qui, nel numero 268 del 25 settembre ’44, dopo aver sfogliato e spulciato
diverse centinaia di pagine, finalmente una risposta, un piccolo trafiletto: “Un
aereo nemico abbattuto nei pressi di Spigno Monferrato” .
Ecco il testo: “Una formazione di caccia
bombardieri che sorvolava a bassa quota la zona del cairese,(= Cairo
Montenotte, Sv.) avvistato un locomotore in manovra tra Piana Crixia e Dego
(prov. Sv.) lo mitragliava ripetutamente sino a provocarne l’incendio. Il
macchinista ed altre due persone che si trovavano a bordo morivano carbonizzati
mentre altri cinque contadini che accudivano ai lavori nei campi presso la
linea ferroviaria rimanevano gravemente feriti. I “liberatori” proseguivano poi
la loro azione lungo la linea verso Acqui fatti segno in quel di Spigno
Monferrato da violento fuoco della contraerea. Un apparecchio veniva colpito e
precipitava tra Spigno e Mombaldone. Il pilota è deceduto e altri due componenti
il personale di bordo riportavano ferite e venivano catturati”.
Finalmente!
L’articolo,
vago nella data (il fatto doveva essere accaduto nei giorni precedenti al 25
settembre) ed inesatto nel numero dei tre uomini di equipaggio ( ma questo particolare troverà una
spiegazione in seguito) era esatto sul
luogo di caduta, esplicito nei fatti, e permetteva ulteriori verifiche.
Possedevo infatti, pubblicato in un libro relativo ai caduti del periodo
1943-45, un elenco dei ferrovieri morti in servizio per cause di guerra
(bombardamenti, incursioni aeree etc.)
in provincia di Savona: una veloce scorsa alle pagine ed ecco i nomi dei
tre caduti, con data (21 settembre) e particolari precisi: due ferrovieri, uno
di 54 anni e uno di 56, e un deviatore di 51 anni (3). E per
tutti la stessa annotazione: “ Caduti a Casello 10 Ferrovia di Dego per
mitragliamento aereo, locomotore incendiato, aereo abbattuto” oppure
“aereo colpito dalla contraerea”.
Una visita all’ Ufficio Anagrafe di
Dego permetteva di rinvenire l’atto
ufficiale di morte per i tre sfortunati “ deceduti in seguito ad azione
aerea nemica sulla strada ferrata Piana Crixia –Dego nei pressi del Casello n.
10. (..) verso le ore diciasette veniva mitragliato da aerei nemici un
locomotore colà transitante che si incendiava e sul quale trovava la morte etc.
etc.”
Il fatto trova conferma anche in una relazione che l’allora parroco di Dego inviò alla Curia Vescovile di Acqui a guerra finita: “Il 21 settembre 1944 veniva mitragliato in Dego un locomotore con 11 persone sopra rimaste tutte ferite: si ebbero inoltre 6 morti, 3 subito e 3 dopo pochi giorni. Il Parroco provvide all’estrazione dal locomotore dei morti, alle tre casse e alla tumulazione nel cimitero parrocchiale dei tre forestieri”.
Dal Registro dei morti all'Anagrafe di Dego |
Il fatto trova conferma anche in una relazione che l’allora parroco di Dego inviò alla Curia Vescovile di Acqui a guerra finita: “Il 21 settembre 1944 veniva mitragliato in Dego un locomotore con 11 persone sopra rimaste tutte ferite: si ebbero inoltre 6 morti, 3 subito e 3 dopo pochi giorni. Il Parroco provvide all’estrazione dal locomotore dei morti, alle tre casse e alla tumulazione nel cimitero parrocchiale dei tre forestieri”.
Abbiamo
così non solo la data sicura, 21 settembre, (corrispondente –guarda caso!- a
quella della caduta del mio aereo e pilota “sorvegliati speciali” sopra
ricordati), ma anche la missione in cui gli aerei furono impegnati.
Il Casello 10 dove il treno fu mitragliato in un tratto rettilineo tra due gallerie |
Resta
il problema della frase “altri due componenti il personale di bordo
riportavano ferite ed erano catturate”presente nell’articolo. Per spiegarla
–considerato il fatto che l’aereo caduto aveva sicuramente un solo uomo
d’equipaggio- occorre ricordare che il 23 settembre (due giorni dopo i fatti di
Spigno e due prima della data dell’articolo) un bombardiere USAAF B25 cadde a
Cadibona, nell’entroterra savonese, a meno di 30 km. da Spigno (4).
Dell’equipaggio in tre si lanciarono col paracadute ma solo due giunsero a
terra salvi mentre il terzo si schiantò a poche decine di metri dal relitto
dell’aereo: fu seppellito, assieme ad un altro cadavere rinvenuto poi fra i
resti del velivolo, nel cimitero militare di Altare .
Il fatto è ricordato nel Diario Storico della Divisione San Marco con il nome e la matricola di uno dei due morti. Probabilmente l’autore dell’articolo ha fuso insieme le incerte notizie provenienti dalle due località.
Il fatto è ricordato nel Diario Storico della Divisione San Marco con il nome e la matricola di uno dei due morti. Probabilmente l’autore dell’articolo ha fuso insieme le incerte notizie provenienti dalle due località.
Ecco
quindi come era andata: verso l’imbrunire alcuni aerei (“una formazione”:
un testimone parlava di due) avevano ripetutamente mitragliato un locomotore,
in una di queste passate erano finiti una manciata di km più a valle, appena
dopo Spigno. Qui, su un piccolo monticello
fra la ferrovia, il fiume e la
strada, gli spit hanno trovato, se è esatto il ricordo del testimone e l'articolo del giornale ( ..fatti segno in quel di Spigno Monferrato da violento fuoco della contraerea. Un apparecchio veniva colpito), un "nido di
vipere", una postazione antiaerea tedesca. Nell’estate del ’44 le truppe
tedesche subivano ovunque l’offensiva degli alleati, ma non in modo passivo.
Per contrastare l’assoluta padronanza del cielo da parte angloamericana avevano
sviluppato, così almeno abbiamo letto, la tecnica dell’imboscata contraerea: una
postazione leggera collocata all’improvviso in agguato su posizioni obbligate
all’imbocco delle valli. Se nulla poteva fare contro le formazioni di centinaia
di bombardieri ad alta quota, diventava pericolosa nel caso di incursioni singole a bassa
quota, favorita anche dall’essere quest’ultime così frequenti da diventare
quasi regolari e su percorsi prevedibili (per es. una ferrovia): e così su una
rotta percorsa impunemente più volte, all’improvviso appariva una
mitragliatrice.
A
questo punto abbiamo:
- un fatto sicuro attestato dall’articolo di giornale: la descrizione dell’incursione e l’abbattimento dell’aereo a Spigno nei giorni precedenti il 25 settembre ‘44;
- un’ ulteriore descrizione da parte dall’Anagrafe e dal Parroco di Dego che fornisce una data sicura (21 settembre ’44) per quell’incursione e quindi per l’abbattimento dell’aereo;
- un’ ulteriore conferma della data sicura per l’abbattimento dell’aereo in quella missione (il 21/09/44) fornita dal libro con l’elenco dei ferrovieri caduti per cause di guerra e dall’incrocio dei dati dell’articolo del giornale con quelli forniti dall’Anagrafe di Dego;
- un’identificazione del tipo dell’aereo (spitfire) confermata dai resti trovati;
- un unico
spitfire perso in zona (Liguria-Piemonte) in quella data, il s.n. BS530,
caduto tra l’altro nei pressi di
Savona e in una missione del genere
(hit ground during low-level attack nr Savona Italy 21-9-44),
- un solo aviatore (l’australiano Sidney George Lee) fra quelli tumulati a Milano o a Genova caduto in quel giorno nel’Italia Nord-ovest.
Restava
un ultimo passo: collegare il pilota all’aereo provando che l’ australiano era il pilota del BS530.
Tutto
ciò ci permette di affermare con
certezza che l’aereo caduto il 21 settembre ’44 nei pressi di Spigno, è
effettivamente lo spitfire BS530, l’unico spit. caduto in zona in quel giorno,
pilotato da Sidney George Lee, , l’unico aviatore perso in zona in quel
giorno.
Aereo
e pilota sono stati quindi identificati.
A
ricerca ormai conclusa, sulla base del nome e nazionalità, ormai certa, è stato possibile rintracciare in internet il
sito dell’ Australian War Memorial (http://www.awm.gov.au/research/people/roll_of_honour)
contenente le schede personali dei caduti
australiani, e quindi anche quello di S. G. Lee che riporta la seguente indicazione:
place of burial: Spigno Cemetery, Piemont Italy.
In
un archivio australiano è stato possibile
trovare anche uno stringato resoconto
della caduta dell’aereo:” On
21st September 1944, Spitfire BS530 was flying with the Sqn
Ldr CO of 238 Sqn on a strafing mission over Northern Italy attacking ground
objectives. At approx 1600 hours BS530 failed to pull out of a dive. The CO n
pulling out of his dive and flying over the area, saw the remains of a crashed
aircraft. WO Lee was killed”
(5).
(5).
Quindi più nessun dubbio: S. G. Lee è il pilota caduto a
Spigno con lo spitfire BS530 mentre era impegnato in una missione di
mitragliamento a bassa quota in compagnia di un secondo aereo condotto dal
comandante della squadriglia.
Lo spit BS530, dotato di motore Merlin 61, era stato costruito dalla Supermarine sulla base del contratto B19713 e poi inviato alla Rolls Royce Hucknall per la conversione da Mk. V a Mk. IX. Il suo F(irst) F(lew) avvenne il 2 ottobre ’42. Fu poi assegnato al 331 sqdn. Il 26 maggio del ’43 subì un GAL (Ground Accident, incidente a terra) di grado L (ligth, leggero) e fu mandato alla 222 MU (Maintenance Unit). In data imprecisata passò in carico al 238 sqdn, poi Casablanca, N. Africa e infine Francia. Era armato con due cannoncini Hispano Mk. II da 20 mm. alimentati a nastro (120 colpi) e 4 browning alari da .303 con 350 colpi.
Costruiti in grande
serie (quasi 23000, di cui oltre 5000 del modello IX) ogni spit.
richiedeva (così abbiamo letto) 20000 ore di lavoro.
Quel 21 settembre del ’44 il BS530 del 238 sqdn. appartenente
al 251 wing del MATAF, decollò dall’aeroporto francese di Cuers, a est
di Marsiglia, per una missione di bombardamento dalla quale non tornò più.
Quanto al 23enne S.G. Lee, proveniente dalla lontana Australia, aveva frequentato l’ Initial
Training School (ITS), 3 Flight, 1 Squadron of No. 23 Course nel ’41: di
lui ci resta una foto di gruppo scattata appunto alla fine del corso, il 6
dicembre (http://
cas.awm.gov.au /photograph/ P04931.001).
Fu dichiarato missing, belived killed in action alle ore
16 (ora inglese, corrispondente alle 17 italiane) di quel tragico (e non solo
per lui: ricordiamo anche i sei morti italiani), 21 settembre.
La foto del corso di G.S.Lee. Ben nove di questi piloti (il 25%!) risulteranno "killed in action" |
Il suo squadron aveva già operato nei cieli italiani,
scontrandosi anche coi caccia della Aeronautica Nazionale Repubblicana: il
26/6/44, per es., i suoi spitfires avevano duellato con i G55 e gli MC205 della
2° Squadriglia Caccia Bonet, abbattendo sull’Appennino tosco emiliano il sgt.
Arrigoni, mentre il giorno successivo avevano incendiato a terra alcuni G55
press Reggio Emilia.
Un ultimo particolare: l’articolo del Lavoro dice che ci fu prima il mitragliamento del
locomotore e poi l’abbattimento dell’aereo. Il mitragliamento, con ripetute
passate (“lo mitragliava ripetutamente fino a provocarne l’incendio”,
leggiamo nell’articolo), avvenne nei pressi di Dego, a monte di Spigno. La
postazione dell’antiaerea e il luogo di caduta dell’aereo è a valle di Spigno,
a una decina di km. da Dego. La traiettoria di caduta ci fa capire che l’aereo
stava risalendo la valle, da Spigno verso Dego: di conseguenza o la sua caduta
avvenne prima del mitragliamento del locomotore, al quale quindi non avrebbe
partecipato, o l’aereo -a mio avviso più
probabilmente- stava tornando indietro dopo una delle ripetute passate che lo
aveva portato alcuni km. più a valle. Del resto basta dare un'occhiata ai numerosi video presenti sul web che riportano ground attacks, (attacchi a bassa quota ) alleati a tutto ciò che si muoveva per rendersi conto che sullo stesso bersaglio (specie treni) veniva spesso effettuato più di un "passaggio": es. qui https://www.youtube.com/watch?v=XsqtItEnGUs oppure qui https://www.youtube.com/watch?v=aeLvBPBTJ8E
****************************
Secondo quanto trasmessomi nel 2009 dall'Air Historical Branch della RAF, il decesso di Sidney George Lee fu ufficialmente comunicato dal Comitato internazionale della Croce Rossa al Quartier Generale della RAAF il 7 marzo '45 sulla base della German Totenliste 245. La salma del pilota fu poi traslata nel British Empire Cemetery di Milano, Plot 1, Row E, Grave no. 5 l' 11 marzo 1948.
La tomba di S.G. Lee nel Cimitero Militare inglese di Trenno (Mi.) (Foto di M. Ripamonti. Si ringrazia per l'autorizzazione) |
Sidney George Lee è ricordato in Australia in un apposito pannello del Australian War Memorial La scheda di George Lee nei Commonwealth War Newcastle, in Australia, dove viveva Lee George |
**************************
I
rottami dell’aereo abbattuto furono raccolti dai tedeschi e radunati in uno
spiazzo alla base della piazzola dell’antiaerea: su di loro troneggiava – così
mi hanno detto- un cartello inneggiante alle (indubbie) capacità della flak.
Poi intervenne una Berge trupp (unità di recupero) che li avviò ad un Beutpark
(deposito di parti catturate). Da lì saranno stati portati in Germania
(l’alluminio era un materiale strategico) e magari riciclati in qualche Bf109. Ovviamente
non tutto fu recuperato, qualcosa -poco restò fra i locali (sappiamo dell’elica di
mogano a quanto pare trasformata, orribile auditu, in... manici di
attrezzi). Qualche scarsa briciola, infine,
rimase in loco fino ad ora, e da quelle ha preso l’avvio la mia piccola storia.
****
Attenzione:
sui luoghi dove sono caduti aerei militari della II G. M. (soprattutto se
caccia) possono trovarsi, anche interrati in profondità , ordigni bellici pericolosi, per es.
(ma non solo ) proiettili inesplosi da 20 mm. dei cannoncini degli aerei: in
pratica sono piccole bombe, con la spoletta sulla cima, e sono pericolosi: non
toccateli, non percuoteteli e avvisate chi di dovere. Attenzione
anche ai quadranti degli strumenti di bordo: per rendere i numeri
fosforescenti erano pitturati con vernice a base di radio, quindi sono
radioattivi!
Leonello Oliveri
Proprietà
letteraria riservata
Riproduzione vietata
L'aereo cadde durante un low level attack, un attcco a bassa quota:
per vedere coisa significassero in realtà questi attacchi contro treni, praticamente un tiro al bersaglio, un video :
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1) I link presenti risalgono ad una dozzina di anni or sono, quando la presente ricerca fu iniziata. E' pertanto possibile che attualmente non funzionino più perfettamente.
2) Il suo Direttore responsabile era un tenente delle B. N. di 24 anni, poi ucciso a Zinola (Sv.) il 16/5/45 mentre il Redattore capo era un capitano delle B. N. di 25 anni, anche lui ucciso a guerra finita a Vado Ligure. La vicenda di quest’ultimo è particolarmente drammatica: condannato a morte dopo la guerra dalla Corte di Assise Speciale di Savona nel maggio del ’45,fu trasferito nel carcere di Finalborgo da dove venne “misteriosamente” prelevato, assieme ad altri 10 detenuti politici, da una “numerosa squadra di sconosciuti”. Il suo corpo verrà ritrovato nel ’47, assieme ad altri 10, in una fossa comune in fraz. Fosse di S. Ermete nei pressi di Vado Ligure ( in E. Scarone, I caduti della RSI Savona e Provincia, Novoantico editrice p. 384).” .
3) I civili periti subito nel mitragliamento furono due ferrovieri di 54 e 56 anni e un deviatori di 51. I loro nomi son rintracciabili nella ricordata opera di E. Scarone e nell’elenco caduti RSI in rete, (cercandoli per data) Non sono riuscito a rintracciare i nomi degli altri tre morti successivamente in seguito alle ferite.
4) G. Toscani, L’aereo americano precipitato alle Tagliate, in Liguria Val Bormida e dintorni, 3, 2008; B. Chionetti, R. Rosa, G. Usai, Aerei su Savona. Storie di piloti ed aerei caduti in provincia di Savona, Marvia ed., 2011.
5) Possiamo tradurre più o meno così: “il 21 settembre 1944 lo spitfire BS530 sta volando insieme all’ufficiale comandante del 238 Sqd, per una missione di bombardamento sopra l’Italia del Nord attaccando obiettivi di terra. Circa alle ore 1600 il BS530 non riesce a riattaccare dopo una picchiata. L’Ufficiale comandante uscendo dalla sua picchiata e volando sull’area vide i resti dell’aereo caduto. Lee rimase ucciso”. Del documento sembrerebbe che l'aereo sia caduto non riuscendo a riattaccare dopo una picchiata. Il tesdtimone (allora ragazzino) ricorda però raffiche da entrambe le parti.
2) Il suo Direttore responsabile era un tenente delle B. N. di 24 anni, poi ucciso a Zinola (Sv.) il 16/5/45 mentre il Redattore capo era un capitano delle B. N. di 25 anni, anche lui ucciso a guerra finita a Vado Ligure. La vicenda di quest’ultimo è particolarmente drammatica: condannato a morte dopo la guerra dalla Corte di Assise Speciale di Savona nel maggio del ’45,fu trasferito nel carcere di Finalborgo da dove venne “misteriosamente” prelevato, assieme ad altri 10 detenuti politici, da una “numerosa squadra di sconosciuti”. Il suo corpo verrà ritrovato nel ’47, assieme ad altri 10, in una fossa comune in fraz. Fosse di S. Ermete nei pressi di Vado Ligure ( in E. Scarone, I caduti della RSI Savona e Provincia, Novoantico editrice p. 384).” .
3) I civili periti subito nel mitragliamento furono due ferrovieri di 54 e 56 anni e un deviatori di 51. I loro nomi son rintracciabili nella ricordata opera di E. Scarone e nell’elenco caduti RSI in rete, (cercandoli per data) Non sono riuscito a rintracciare i nomi degli altri tre morti successivamente in seguito alle ferite.
4) G. Toscani, L’aereo americano precipitato alle Tagliate, in Liguria Val Bormida e dintorni, 3, 2008; B. Chionetti, R. Rosa, G. Usai, Aerei su Savona. Storie di piloti ed aerei caduti in provincia di Savona, Marvia ed., 2011.
5) Possiamo tradurre più o meno così: “il 21 settembre 1944 lo spitfire BS530 sta volando insieme all’ufficiale comandante del 238 Sqd, per una missione di bombardamento sopra l’Italia del Nord attaccando obiettivi di terra. Circa alle ore 1600 il BS530 non riesce a riattaccare dopo una picchiata. L’Ufficiale comandante uscendo dalla sua picchiata e volando sull’area vide i resti dell’aereo caduto. Lee rimase ucciso”. Del documento sembrerebbe che l'aereo sia caduto non riuscendo a riattaccare dopo una picchiata. Il tesdtimone (allora ragazzino) ricorda però raffiche da entrambe le parti.
Questo post è la rielaborazione di un mio articolo apparso nel numero 5 di maggio 2009 nel periodico Liguria Val Bormida e dintorni.
L.O.