lunedì 16 settembre 2019

Duello sul mare: Circe contro Tempest


Leonello Oliveri
riproduzione vietata


            Quella che, approfittando della vostra pazienza, vi presento in questa paginetta
è una storia di guerra, una “bella” storia di guerra (per quanto “bella” possa essere una storia di guerra) in cui capacità, coraggio e umanità si mescolano in un episodio che, comunque,  credo abbastanza noto.
Siamo al 13 febbraio del ’42, il teatro è il Canale di Otranto (in posizione 39°15' N, 17° 45' E), il protagonista (uno dei protagonisti) è un sottomarino inglese, il Tempest.
La sua vicenda è drammatica e si intreccia con quella di un altro sottomarino inglese e di due navi italiane.



Per non appesantire il racconto  presento subito le fonti, alla quali si rimandano i lettori desiderosi di riscontri puntuali:
da parte inglese
http://www.hansonclan.co.uk/ (alla voce Tempest: a quanto ho capito alcune delle informazioni ivi presenti sono estratte dal libro  "Submariner" di Charles Anscomb)

da parte italiana:
un interessantissimo e completo blog

e due libri:
G. Grilletta, KR 40-43: cronache di guerra, L. Pellegrini ed., 2003, pp. 182 sgg.
I Diari di Ciano (alle date)
       
Ed ecco la storia     
Il 13 febbraio del '42, sotto il comando del Lt. W.A.K. Napier Cavaye, il Tempest si trovava di pattuglia a circa 30 miglia a nord est di  Taranto. Al mattino il sommergibile avvista una nave.  Prima del lancio, col periscopio d'attacco, il comandante riconosce che la nave è "untouchable, either a neutral or hospital ship", non attaccabile, perché neutrale o nave ospedale. La nave viene identificata come  la "safe conduct tanker"  ( crediamo si possa tradurre con “cisterna con salvacondotto”) italiana Lucania, di 8106 tons.: la sua storia è riportata più sotto.
 
Il teatro della vicenda (da uboat-net)
Il comandante rinunzia all'attacco. Un' ora dopo  "there was an almighty thunferous explosion  from outside tempest”, "ci fu un'enorme fragorosa esplosione fuori dal Tempest" . Era successo che un altro sommergibile inglese, l'Hms UNA, aveva avvistato e affondato la Lucania, giudicata un fair game, un giusto bersaglio.
  
L’affondamento del Lucania trova spazio anche nelle pagine del Diario di Ciano, che così scrive: “12 Febbraio – Gli inglesi hanno silurato una nostra cisterna, il Lucania, mentre si recava da Taranto a Genova per unirsi al convoglio di piroscafi destinati all'evacuazione dei connazionali dall'Africa Orientale”. 

Qui occorre fare un passo indietro. Dopo l’occupazione dell’ex nostra Africa Orientale da parte degli inglesi era sorto il problema della sorte delle migliaia di civili italiani presenti colà. Fu così concertata tra italiani e inglesi un’operazione di recupero
L’operazione sarebbe stata affidata a navi italiane disarmate, rese neutrali e  riconoscibili da enormi contrassegni: la Lucania era destinata al loro rifornimento nel lungo viaggio via Capo di Buona Speranza: la missione (un elegante atto umanitario o una “pulizia etnica” “soft” e  senza troppa violenza fisica?) era concordata con gli inglesi e posta sotto la copertura della Croce Rossa Internazionale. Su questa vicenda, non molto nota, v., per es.,  https://www.ilsole24ore.com/art/le-navi-bianche-quando-profughi-dall-africa-erano-italiani-AE3GxU5E. E comunque basta cercare in internet “navi bianche”.
  La nave –continua il diario di Ciano- andava secondo le regole e i patti convenuti: si tratta di una vera e propria mancanza alla parola data, che non può trovare giustificazioni”.
La torpediniera Circe (da Wiki)
In seguito all'attacco alla Lucania fu inviata in zona  la torpediniera italiana Circe che iniziò una lunga la caccia al sottomarino tracciandolo con l'ecoscandaglio. Ad essere individuato fu però il Tempest. Durante tutta la notte, fino al mattino successivo, ci furono diversi contatti e diversi lanci di bombe di profondità. Ripetutamente danneggiato, il  Tempest  fu infine costretto ad emergere e ad affrontare quella che l'ex sommergibilista inglese (http://www.hansonclan.co.uk/) definisce   "the Italian Wrath", l'ira italiana: "the destroyer closet rapidly, ricorda il testo sopracitato, and opened up with small arms. Several more men were killed by this: la torpediniera (non era un caccia) lo attaccò col cannone e le armi leggere, colpendo diversi uomini che stavano dirigendosi verso il cannone del sottomarino: “if this seemed a cold-blooded act, scrive lealmente l'autore inglese, we had to remember that they were firing on the men whom they thought had sunk their hospital ship": ovvero "se ciò sembrasse un'azione a sangue freddo, noi  dovremmo ricordare  che loro ( gli italiani) facevano fuoco su uomini che pensavano avessero affondato la loro nave ospedale" . L''equipaggio è quindi costretto ad abbandonare il battello, i 23 superstiti sono raccolti dalla nave italiana,  vengono rivestiti con pantaloni, camicie e maglie di lana e sistemati in cuccette con coperte, cognac, bevande calde e biscotti; parte dell’equipaggio, tra cui alcuni marinai che conoscono l’inglese, interloquisce con loro piuttosto amichevolmente.
 (http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/2016/06/circe.html )

Viene recuperato anche un cadavere, che sarà poi sepolto a Taranto con gli onori militari.
 Dopo diversi tentativi ostacolati dal mare grosso la Circe riesce ad abbordare il sommergibile per prenderlo a rimorchio e due uomini salgono a bordo  per fissare un cavo d'ormeggio; durante questa operazione, però, il Tempest  si inabissa verticalmente: due note fotografie scattate dalla Circe hanno fissato per sempre gli ultimi istanti di questo sottomarino  (v. http://www.difesaonline.it/news-forze-armate/storia/13-febbraio-1942-laffondamento-del-sommergibile-tempest-ad-opera-della).
Qui abbiamo sintetizzato in modo estremo quello che in realtà fu un lungo duello nave/sottomarino, durato tutta la notte:  alle 315 individuazione del sottomarino tramite ecoscandaglio della Circe, ore 332 primo lancio di bombe di profondità, ore 716 secondo lancio, ore 755 terzo, ore 917 quarto e ultimo lancio di bombe, ore 945 emersione del sottomarino. Ci sarebbe materiale per un bel film. Ma non stile Hollywood!

Un ampio, vivido ed interessante resoconto dell'azione della Circe e dell'affondamento del Tempest è leggibile in G. Grilletta, KR 40-43: cronache di guerra, L. Pellegrini ed. 2003, pp. 182 sgg.
E, più facilmente accessibile,  in questo bel blog 
Il Tempest (da Wiki)
Leggeteli perché merita.

Ecco come la vicenda è ricordata da una fonte inglese ( ma v. anche il libro di cui sopra che riporta anche una foto del Lucania in fiamme) in  https://uboat.net/allies/warships/ship/3499.html:
On 13 February 1942 HMS Tempest was blown to the surface by depth charges the Italian torpedo boat Circe. Tempest was on patrol in the Gulf of Taranto / Ionian Sea some 30 nautical miles north-east of CrotoneItaly in position 39º15'N, 17º45'E. The Italians tried to take Tempest in tow but this failed since she suddenly started to sink. Around 0300 hours Tempest was detected by an Italian destroyer / torpedo boat that started dropping depth charges. This destroyer never lost contact and dropped depth charges throughout the morning. All depth charges were very close. In each attack minor damage was caused, resulting in it being very difficult to maintain depth control. Around 0900 hours a double pattern of depth charges was dropped causing major damage. The boat was filling with chlorine gas from the cracked battery. Lt. Cdr. Cavaye ordered to surface and abandon ship. The Italian destroyer picked up 3 officers and 20 ratings from the water. Tempest did not sink dispite attempts to scuttle her. She was eventually sunk by the Italians as she was beyond salvage”

Possiamo tradurre pressappoco così: “Il 13 febbraio 1942 la nave di S.M. Tempest  fu affondata mentre la torpediniera italiana Circe cercava di prenderlo a rimorchio dopo averlo costretto ad emergere con bombe di profondità.  Tempest era di pattuglia nel Golfo di Taranto / Ionio circa 30 miglia nautiche a nord-est di Crotone, in Italia in posizione 39º15'N, 17º45'E. Intorno alle 3:00 ore Tempest è stato bombardato con cariche di profondità da un cacciatorpediniere italiano. Questo cacciatorpediniere non ha mai perso il contatto e ha sganciato cariche di profondità durante la mattinata. Tutte le cariche di profondità erano molto vicine. In ogni attacco è stato causato un danno, risultando molto difficile mantenere il controllo della profondità. Verso le ore 09:00 un doppio lancio di cariche di profondità ha causato gravi danni. Il sottomarino si stava riempiendo di gas di cloro dalle batterie rotte. Lt. Cdr. Cavaye ordinò di emergere e abbandonare la nave. Il cacciatorpediniere italiano raccolse 3 ufficiali e 20 marinai. Risultati inutili i tentativi di agganciarlo il Tempest fu infine affondato dagli italiani essendo impossibile rimorchiarlo”.


Anche l’affondamento del Tempest è ricordato nel Diario di Ciano : “13 Febbraio – Il  sommergibile che ha colpito il Lucania è stato speronato ( in realtà colpito da bombe di profondità) e molti naufraghi sono stati recuperati. Quindi è ormai da scartare l'ipotesi che potesse trattarsi di una mina alla deriva”. Evidentemente gli inglesi non avevano pubblicizzato il siluramento della Lucania.
L’affondamento della Lucania rischiò di compromettere l’intera operazione di evacuazione dei civili: scrive infatti Ciano nel Diario: “15 Febbraio – Mussolini non ha ancora preso la decisione di rompere i negoziati con l'Inghilterra per l'evacuazione dall'A. O. Preferisce prendere ancora tempo: è contrario, in massima, alla partenza dei piroscafi, ma si rende conto che sarebbe responsabilità troppo grave il rifiutare”. La faccenda ha un seguito all'inizio di Marzo: Ciano scrive “1 Marzo – Gli inglesi vengono incontro alle nostre richieste in seguito al siluramento del Lucania: danno di nuovo le più ampie garanzie e metteranno in libertà, per rimpiazzare il Lucania, una delle nostre motocisterne confiscate. La Marina, che vuole ad ogni costo sabotare l'iniziativa, (sottolineatura mia)  fa obiezioni: vuole che la cisterna restituita sia inglese. Se no – dicono – al momento della pace avremo una cisterna di meno. Anche il Duce – che pure non è entusiasta del rimpatrio degli italiani – ha reagito a tale sciocca obiezione: "O vinciamo la guerra" ha commentato "ed avremo cisterne a strafottere. O la perdiamo e non ci lasceranno nemmeno gli occhi per piangere".
Interessante l'osservazione di Ciano circa il fatto che "La Marina vuole a ogni costo sabotare l'iniziativa": forse per il consumo di nafta  necessario per far uscire dai campi di raccolta (chiamiamoli così) inglesi migliaia di donne e bambini ? 
L'UNA /da Wiki)
Circa l'Hms UNA ecco come la vicenda è ricordata da https://uboat.net/allies/warships/ship/3388.html . Il 12 febbraio ‘42 ( questa è  la data riportata) "HMS UNA torpedoes and sinks the Italian tanker Lucania (8106 GRT) about 20 nautical miles north-east of Crotone, Calabria, Italy in position 39º20'N, 17º25' . 
This was most regrettable as Lucania had obtained a safe conduct from the British government as she was carrying Italian nationals from Eritrea and should not have been molested. The Italians were understandably quite angry and initiated an intense A/S search which resulted in the sinking of HMS Tempest . At the time Lt. Martin had developed pneumonia and had a 104°F (40° C) temperature and did not realise the mistake he had made. Ovvero (traduzione “pedestre”): “La nave di sua maestà Una  silurò e affondò la petroliera italiana Lucania (8106 GRT, costruita nel 1902) a circa 20 miglia nautiche a nord-est di Crotone, in Calabria, in Italia in posizione 39 ° 20'N, 17 ° 25'E . Questo è stato spiacevole perché Lucania aveva ottenuto un salvacondotto dal governo britannico mentre trasportava cittadini italiani dall'Eritrea e non avrebbe dovuto essere molestata. Gli italiani erano comprensibilmente abbastanza arrabbiati e hanno iniziato un'intensa ricerca A/S che ha provocato l'affondamento di HMS Tempest . A quel tempo il tenente Martin aveva sviluppato polmonite e aveva una temperatura di 104 ° F (40 ° C) e non si rendeva conto dell'errore che aveva commesso”.
   
L’UNA sopravvisse per tutta la guerra e  fu rottamato nell'aprile del ' 49.
Invece la Circe, che “con quattro affondamenti accertati è stata l'unità della Marina italiana ad ottenere i maggiori successi nella lotta antisommergibile” (Wiki), terminerà tragicamente la sua vita il 27 novembre del ’42, speronata per errore da una motonave italiana mentre due convogli si incrociavano (http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/2016/06/circe.html). Dell’equipaggio si salvarono in 99, 66 i “dispersi”.

Circa l'affondamento di una nave untouchable da parte degli alleati questo non fu l'unico caso.
Al di là dell’episodio specifico della Lucania), la tutela, per es., delle navi ospedale fu nei fatti relativa e  non sarebbe stata la prima volta che veniva attaccata una nave untouchable: il 15 febbraio del ‘41 era stata affondata da una mina la Tevere al largo di Tripoli, il 14 marzo  era toccato alla Po, affondata da aerosiluranti inglesi nella baia di Valona con 23 morti: l'affondamento provocò grande risonanza, anche perché a bordo, come crocerossina, c'era Edda Ciano Mussolini (https://marpubs.com/14th-march-1941-british-sink-italian-hospital-ship-po. Il   10 agosto 1941, durante un attacco aereo inglese su Siracusa, fu colpita a poppa da un siluro la California, il 10 settembre 1942 mentre navigava da Napoli a Tobruk, fu colpita da un siluro lanciato da un aereo la Arno,  il 6 gennaio del ’43 la Principessa Giovanna, con a bordo circa 800 feriti e malati   subì due attacchi aerei al largo dell’isola di Zembra con la morte di 50 persone e il ferimento di altre 52 , il 4 aprile del '43 toccherà alla Sicilia bombardata da aerei statunitensi a Napoli. In totale delle 19 navi ospedale o con compiti sanitari italiane, 9 furono affondate durante la guerra.


Leonello  Oliveri
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