Leonello Oliveri
riproduzione vietata
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Quella
che, approfittando della vostra pazienza, vi presento in questa paginetta
è una storia di guerra, una “bella” storia di guerra (per quanto “bella” possa essere una storia di guerra) in cui capacità, coraggio e umanità si mescolano in un episodio che, comunque, credo abbastanza noto.
è una storia di guerra, una “bella” storia di guerra (per quanto “bella” possa essere una storia di guerra) in cui capacità, coraggio e umanità si mescolano in un episodio che, comunque, credo abbastanza noto.
Siamo al 13 febbraio del ’42, il
teatro è il Canale di Otranto (in posizione 39°15' N, 17° 45' E), il
protagonista (uno dei protagonisti) è un sottomarino inglese, il Tempest.
La sua vicenda è drammatica e si
intreccia con quella di un altro sottomarino inglese e di due navi italiane.
Per non appesantire il racconto presento subito le fonti, alla quali si rimandano
i lettori desiderosi di riscontri puntuali:
da parte inglese
http://www.hansonclan.co.uk/ (alla voce
Tempest: a quanto ho capito alcune delle informazioni ivi presenti sono
estratte dal libro "Submariner" di Charles
Anscomb).
da parte italiana:
un interessantissimo e completo blog
e due libri:
G. Grilletta, KR 40-43: cronache
di guerra, L. Pellegrini ed., 2003, pp. 182 sgg.
I Diari di Ciano (alle date)
Ed ecco la storia
Il 13 febbraio del '42, sotto il
comando del Lt. W.A.K. Napier Cavaye, il Tempest si trovava di pattuglia
a circa 30 miglia a nord est di Taranto. Al mattino il sommergibile
avvista una nave. Prima del lancio, col periscopio d'attacco, il
comandante riconosce che la nave è "untouchable, either a neutral or
hospital ship", non attaccabile, perché neutrale o nave ospedale. La
nave viene identificata come la "safe conduct tanker" (
crediamo si possa tradurre con “cisterna con salvacondotto”)
italiana Lucania, di 8106 tons.: la sua storia è riportata
più sotto.
Il teatro della vicenda (da uboat-net) |
L’affondamento del Lucania trova
spazio anche nelle pagine del Diario di Ciano, che così scrive: “12
Febbraio – Gli inglesi hanno silurato una nostra cisterna, il Lucania, mentre
si recava da Taranto a Genova per unirsi al convoglio di piroscafi destinati
all'evacuazione dei connazionali dall'Africa Orientale”.
Qui occorre fare un passo indietro.
Dopo l’occupazione dell’ex nostra Africa Orientale da parte degli inglesi era
sorto il problema della sorte delle migliaia di civili italiani presenti colà.
Fu così concertata tra italiani e inglesi un’operazione di recupero
L’operazione sarebbe stata affidata
a navi italiane disarmate, rese neutrali e
riconoscibili da enormi contrassegni: la Lucania era destinata al
loro rifornimento nel lungo viaggio via Capo di Buona Speranza: la missione (un
elegante atto umanitario o una “pulizia etnica” “soft” e senza troppa violenza fisica?) era concordata
con gli inglesi e posta sotto la copertura della Croce Rossa Internazionale. Su
questa vicenda, non molto nota, v., per es.,
https://www.ilsole24ore.com/art/le-navi-bianche-quando-profughi-dall-africa-erano-italiani-AE3GxU5E.
E comunque basta cercare in internet “navi bianche”.
” La nave –continua il diario di
Ciano- andava secondo le regole e i patti convenuti: si tratta di una vera e
propria mancanza alla parola data, che non può trovare giustificazioni”.
La torpediniera Circe (da Wiki) |
In seguito all'attacco alla Lucania fu inviata in
zona la torpediniera italiana Circe che iniziò una lunga la caccia al sottomarino tracciandolo con l'ecoscandaglio. Ad essere individuato fu però il Tempest. Durante tutta la notte, fino al mattino successivo, ci furono diversi contatti e diversi lanci di bombe di profondità. Ripetutamente danneggiato, il Tempest fu infine costretto ad emergere e ad affrontare quella che l'ex sommergibilista
inglese (http://www.hansonclan.co.uk/)
definisce "the Italian Wrath",
l'ira italiana: "the destroyer closet rapidly, ricorda il
testo sopracitato, and opened up with small arms. Several more men were
killed by this: la torpediniera (non era un caccia) lo attaccò col cannone e le armi
leggere, colpendo diversi uomini che stavano dirigendosi verso il cannone del
sottomarino: “if this seemed a cold-blooded act, scrive
lealmente l'autore inglese, we had to remember that they were firing on
the men whom they thought had sunk their hospital ship": ovvero "se
ciò sembrasse un'azione a sangue freddo, noi dovremmo
ricordare che loro ( gli italiani) facevano fuoco su
uomini che pensavano avessero affondato la loro nave ospedale" .
L''equipaggio è quindi costretto ad abbandonare il battello, i 23 superstiti
sono raccolti dalla nave italiana, “ vengono rivestiti con pantaloni, camicie e maglie di lana e sistemati in cuccette con coperte, cognac, bevande calde e biscotti; parte dell’equipaggio, tra cui alcuni marinai che conoscono l’inglese, interloquisce con loro piuttosto amichevolmente”.
(http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/2016/06/circe.html )
Viene recuperato anche un cadavere, che sarà poi sepolto a Taranto con gli onori militari.
(http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/2016/06/circe.html )
Viene recuperato anche un cadavere, che sarà poi sepolto a Taranto con gli onori militari.
Dopo diversi tentativi ostacolati dal mare
grosso la Circe riesce ad abbordare il sommergibile per
prenderlo a rimorchio e due uomini salgono a bordo per fissare un
cavo d'ormeggio; durante questa operazione, però, il Tempest si
inabissa verticalmente: due note fotografie scattate dalla Circe hanno
fissato per sempre gli ultimi istanti di questo sottomarino (v. http://www.difesaonline.it/news-forze-armate/storia/13-febbraio-1942-laffondamento-del-sommergibile-tempest-ad-opera-della).
Qui abbiamo sintetizzato in modo estremo
quello che in realtà fu un lungo duello nave/sottomarino, durato tutta la
notte: alle 315 individuazione del sottomarino
tramite ecoscandaglio della Circe, ore 332 primo lancio di bombe di
profondità, ore 716 secondo lancio, ore 755 terzo, ore 917 quarto e ultimo
lancio di bombe, ore 945 emersione del sottomarino. Ci sarebbe materiale per un
bel film. Ma non stile Hollywood!
Un ampio, vivido ed interessante
resoconto dell'azione della Circe e dell'affondamento del Tempest è
leggibile in G. Grilletta, KR 40-43: cronache di guerra, L.
Pellegrini ed. 2003, pp. 182 sgg.
E, più facilmente accessibile, in questo bel blog
Il Tempest (da Wiki) |
Leggeteli
perché merita.
Ecco come
la vicenda è ricordata da una fonte inglese ( ma v. anche il libro di cui sopra
che riporta anche una foto del Lucania in fiamme) in https://uboat.net/allies/warships/ship/3499.html:
On 13 February 1942 HMS Tempest was
blown to the surface by depth charges the Italian torpedo boat Circe.
Tempest was on patrol in the Gulf of Taranto / Ionian Sea some 30 nautical
miles north-east of Crotone , Italy in position
39º15'N, 17º45'E. The Italians tried to take Tempest in tow but this failed
since she suddenly started to sink. Around 0300 hours Tempest was detected by
an Italian destroyer / torpedo boat that started dropping depth charges. This
destroyer never lost contact and dropped depth charges throughout the morning.
All depth charges were very close. In each attack minor damage was caused,
resulting in it being very difficult to maintain depth control. Around 0900
hours a double pattern of depth charges was dropped causing major damage. The
boat was filling with chlorine gas from the cracked battery. Lt. Cdr. Cavaye
ordered to surface and abandon ship. The Italian destroyer picked up 3 officers
and 20 ratings from the water. Tempest did not sink dispite attempts to scuttle
her. She was eventually sunk by the Italians
as she was beyond salvage”
Possiamo tradurre pressappoco così: “Il
13 febbraio 1942 la nave di S.M. Tempest fu affondata mentre la
torpediniera italiana Circe cercava di prenderlo a rimorchio dopo averlo
costretto ad emergere con bombe di profondità. Tempest era di
pattuglia nel Golfo di Taranto / Ionio circa 30 miglia nautiche a nord-est di
Crotone, in Italia in posizione 39º15'N, 17º45'E. Intorno alle 3:00 ore Tempest
è stato bombardato con cariche di profondità da un cacciatorpediniere italiano.
Questo cacciatorpediniere non ha mai perso il contatto e ha sganciato cariche
di profondità durante la mattinata. Tutte le cariche di profondità erano molto
vicine. In ogni attacco è stato causato un danno, risultando molto difficile
mantenere il controllo della profondità. Verso le ore 09:00 un doppio lancio di
cariche di profondità ha causato gravi danni. Il sottomarino si stava
riempiendo di gas di cloro dalle batterie rotte. Lt. Cdr. Cavaye ordinò di
emergere e abbandonare la nave. Il cacciatorpediniere italiano raccolse 3
ufficiali e 20 marinai. Risultati inutili i tentativi di agganciarlo il Tempest
fu infine affondato dagli italiani essendo impossibile rimorchiarlo”.
Anche l’affondamento del Tempest
è ricordato nel Diario di Ciano : “13 Febbraio – Il sommergibile
che ha colpito il Lucania è stato speronato ( in realtà colpito da
bombe di profondità) e molti naufraghi sono stati recuperati. Quindi è ormai
da scartare l'ipotesi che potesse trattarsi di una mina alla deriva”.
Evidentemente gli inglesi non avevano pubblicizzato il siluramento della Lucania.
L’affondamento della Lucania rischiò
di compromettere l’intera operazione di evacuazione dei civili: scrive infatti
Ciano nel Diario: “15 Febbraio – Mussolini non ha ancora preso la
decisione di rompere i negoziati con l'Inghilterra per l'evacuazione dall'A. O.
Preferisce prendere ancora tempo: è contrario, in massima, alla partenza dei
piroscafi, ma si rende conto che sarebbe responsabilità troppo grave il
rifiutare”. La faccenda ha un seguito all'inizio di Marzo: Ciano scrive
“1 Marzo – Gli inglesi vengono incontro alle nostre richieste in seguito al
siluramento del Lucania: danno di nuovo le più ampie garanzie e metteranno in
libertà, per rimpiazzare il Lucania, una delle nostre motocisterne confiscate.
La Marina, che vuole ad ogni costo sabotare l'iniziativa, (sottolineatura
mia) fa obiezioni: vuole che la cisterna restituita sia inglese.
Se no – dicono – al momento della pace avremo una cisterna di meno. Anche il
Duce – che pure non è entusiasta del rimpatrio degli italiani – ha reagito a
tale sciocca obiezione: "O vinciamo la guerra" ha commentato "ed
avremo cisterne a strafottere. O la perdiamo e non ci lasceranno nemmeno gli
occhi per piangere".
Interessante l'osservazione di Ciano circa il fatto che "La Marina vuole a ogni costo sabotare l'iniziativa": forse per il consumo di nafta necessario per far uscire dai campi di raccolta (chiamiamoli così) inglesi migliaia di donne e bambini ?
L'UNA /da Wiki) |
L’UNA sopravvisse per
tutta la guerra e fu rottamato nell'aprile del ' 49.
Invece
la Circe, che “con quattro
affondamenti accertati è stata l'unità della Marina italiana ad ottenere i
maggiori successi nella lotta antisommergibile” (Wiki), terminerà tragicamente la sua
vita il 27 novembre del ’42, speronata per errore da una motonave italiana
mentre due convogli si incrociavano (http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/2016/06/circe.html). Dell’equipaggio si salvarono in 99,
66 i “dispersi”.
Circa l'affondamento di una nave untouchable da parte degli alleati questo non fu l'unico caso.
Circa l'affondamento di una nave untouchable da parte degli alleati questo non fu l'unico caso.
Al di là dell’episodio specifico della Lucania), la tutela, per es., delle navi ospedale fu nei fatti relativa e non sarebbe stata la prima volta che veniva attaccata una nave untouchable: il 15 febbraio del ‘41 era stata affondata da una mina la Tevere al largo di Tripoli, il 14 marzo era toccato alla Po, affondata da aerosiluranti inglesi nella baia di Valona con 23 morti: l'affondamento provocò grande risonanza, anche perché a bordo, come crocerossina, c'era Edda Ciano Mussolini (https://marpubs.com/14th-march-1941-british-sink-italian-hospital-ship-po. Il 10 agosto 1941, durante un attacco aereo inglese su Siracusa, fu colpita a poppa da un siluro la California, il 10 settembre 1942 mentre navigava da Napoli a Tobruk, fu colpita da un siluro lanciato da un aereo la Arno, il 6 gennaio del ’43 la Principessa Giovanna, con a bordo circa 800 feriti e malati subì due attacchi aerei al largo dell’isola di Zembra con la morte di 50 persone e il ferimento di altre 52 , il 4 aprile del '43 toccherà alla Sicilia bombardata da aerei statunitensi a Napoli. In totale delle 19 navi ospedale o con compiti sanitari italiane, 9 furono affondate durante la guerra.
Leonello Oliveri
Propr. letteraria riservata
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