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Small Teams, Large Effects: le
Special Operations Forces (SOF) e il “
Nelle mie ricerche in internet mi sono imbattuto in un documento del Naval War College di Newport, Rhode Island, US.
del 2009 dall’intrigante titolo: “Small Teams, Large Effects: le Special Operations Forces (SOF)” che possiamo tradurre un po’ liberamente come “ Grandi effetti raggiunti da piccole squadre, le Forze per Speciali Operazioni”. Il documento conteneva un elenco di operazioni
militari in cui piccole formazioni hanno ottenuto grandi risultati. Fra le
tante (molte note), una non la conoscevo:
il Raid delle truppe speciali inglesi
durante la guerra delle Falklands/Malvinas del 1982 nella piccola isola
(e aeroporto ) di Pebble Islands/( Borbon
per gli Argentini).
Incuriosito ho cercato informazioni e ne è scaturita questa veloce ricerca .
Intanto
reputo utile un breve excursus sulla storia delle Falkland/Malvinas che l’Argentina rivendica fin dal 1816!
Per evitare di farmi bello con le ricerche altrui riporto quanto si legge su questo aspetto della vicenda in https://www.defensemedianetwork.com/stories/the-sas-raid-on-pebble-island/: “Nel 1816, lo Stato dell'Argentina ottenne
l'indipendenza dalla Spagna e nel 1820 inviò navi da guerra per reclamare le isole per l'Argentina. Nel 1831, il governatore Louis Vernet accusò diversi cacciatori di foche americani di bracconaggio e li processò a Buenos Aires per furto. Per rappresaglia, il presidente degli Stati Uniti Andrew Jackson inviò la USS Lexington alle isole e la nave da guerra distrusse le fortificazioni di Puerto Soledad (Port Stanley). Gli americani hanno dichiarato le isole "libere dal governo". Nel 1833, le navi da guerra britanniche HMS Tyne e Clio, sotto il capitano James Onslow, rivendicarona le isole per la Gran Bretagna che stabilì un governatore generale e una capitale a Port Stanley (la solita politica della cannoniere, diremmo, prassi né nuova né isolata da parte dei soliti noti, nota mia..).La proprietà delle isole, quindi, rimase un punto di contesa tra l'Argentina e il Regno Unito fino alla fine del XX secolo”:
Quando quindi nel 1981 la Giunta Militare Argentina del
gen. Galtieri occupò le isole, ciò non
fu solo un escamotage estemporaneo per distrarre l’opinione pubblica (anche internazionale) dalla situazione interna, ma anche il tentativo di risolvere con un colpo
di mano una situazione che si trascinava
da quasi 200 anni.
Come sia andata a finire, lo sappiamo.
Ma torniamo al raid inglese.
La base aerea Calderon (da httpwww.histarmar.com.arAVIACIONEANCalderon.htm |
Durante la guerra delle Falkland nel
1982 le truppe argentine stabilirono su questa piccola isola una base aerea (Estación Aeronaval Calderón)
completa di piste di atterraggio in terra (una di 600 m., due di 400), depositi di carburante e
altre strutture; inoltre stanziarono sull’isola
un gruppo di piccoli aerei: 6 Pucarà
FMA IA 58 dell’aviazione dell’esercito e 4 Mentor T 34C-1 (addestratori
ricognitori da attacco leggero della Marina), armati di mitragliatrici e razzi.
La guarnigione era composta da 150 uomini, anche di leva, anche coscritti di 19 - 20 anni.
L'incisività degli attacchi aerei argentini ([1]) convinse i britannici a programmare alcune operazioni di forze speciali per eliminare il pericolo costituito da questi aerei. Della missione venne incaricato lo squadrone D del SAS (Special Air Service ) britannico.
Durante la notte tra il 14 e il
15 maggio alle 4.20 gli incursori, trasportati da elicotteri partiti dalla
portaerei Hermes, sbarcarono sotto la protezione delle cannonate del
cacciatorpediniere Glamorgan, che nel frattempo aveva raggiunto l'area,
e danneggiarono irrimediabilmente parte degli aerei presenti, cinque Pucarà,
quattro Turbomentor ed uno Short Skyvan da trasporto.
Gli incursori furono poi prelevati da elicotteri e tornarono alla portaerei con
due feriti .
Questi i fatti in estrema sintesi.
Il Pucarà |
I britannici, preoccupati perché la ricognizione da parte degli aerei
argentini basati a Pebble/Borbon avrebbe potuto compromettere le loro
operazioni, affidarono allo squadrone D del 22 rgt. SAS imbarcato sulla
portaerei Hermes il compito di eliminare la minaccia.
Dopo una ricognizione effettuata dal personale del Boat Troop (in canoa) ([2]), che confermò la presenza degli aerei sulle piste, nella notte del 14 maggio quattro elicotteri (secondo altre fonti due) Westland Sea King HC4 partirono dalla Hermes con 45 uomini a bordo. Anche la partenza non fu delle più facili: “il vento non
La posizione della base nell'isola "dei Ciottoli" (da Google) |
permise di spiegare le pale dei rotori, in quanto i mezzi vengono stivati negli hangar con le pale ripiegate, ma poi venne deciso di porre gli elicotteri negli ascensori parzialmente abbassati, in modo che solo la cima del rotore spuntasse ad altezza del ponte di volo. In questo modo, uno ad uno gli elicotteri vennero approntati e messi in moto, ma servì tanto tempo da costringere il primo di essi a fare rifornimento prima del decollo a causa del consumo di carburante avuto sul ponte” ([3]) .
Il cacciatorpediniere Glamorgan avrebbe fornito supporto di fuoco ravvicinato coi suoi cannoni da 4,5. Al comando del gruppo era il cap. John Hamilton, comandante del G Squadron (Mountain Troop) SAS ([4]) Il gruppo di incursori prese terra senza essere avvistato ad alcuni km. dall’obbiettivo, cui si avvicinò a piedi.
Al riguardo dell'avvicinamento abbiamo trovato una notizia curiosa (non presente nelle fonti inglesi) in un blog (http://peterspenguinpost.blogspot.com/2012/11/pebble-island-pivotal-place-in-1982.html) :" uno squadrone di 45 soldati della SAS fu sbarcato in elicottero la notte del 14 maggio 1982 e rapidamente marciò in fila indiana per le 3 miglia fino all'aeroporto. Così rapidamente, infatti, che il terzo posteriore delle truppe perse presto il contatto con la parte anteriore del gruppo e si perse.Questo fu scoperto solo al punto di ritrovo e l'ufficiale in comando decise di proseguire con la forza minore a sua disposizione". Così abbiamo letto.
Comunque sia andata, nell’oscurità riuscirono ad arrivare alle piste inosservati. Gli aerei non erano raggruppati ma parcheggiati molto lontani gli uni dagli altri. Gli incursori si divisero in sette squadre di due uomini correndo verso gli aerei alle diverse estremità delle piste ( una di 600 e due di 400 m.) e applicarono cariche esplosive su alcuni aerei. Preparate le cariche, iniziate le esplosioni, gli aerei furono colpiti anche con anticarro Law 66, lanciagranate M 203 e raffiche di armi automatiche:
Un Mentor dopo il raid |
Contemporaneamente i cannoni del Glamorgan aprirono il fuoco per tenere lontana la guarnigione argentina. In 30 minuti tutti gli aerei furono distrutti o danneggiati : “Quando il primo dei Pucaras veniva fatto esplodere, i proiettili di Glamorgan devastarono il deposito di carburante argentino, il deposito di munizioni e la torre di guardia, creando uno spettacolo pirotecnico e illuminando ulteriormente i restanti Pucaras. In una frenesia di 20 minuti di distruzione, gli uomini del SAS hanno messo fuori combattimento 11 velivoli, tra cui sei Pucaras, quattro Turbo-Mentor e un aereo da trasporto Skyvan. Tra di loro, Hamilton e "Paddy" Armstrong, un esperto di esplosivi delle truppe di montagna, avevano distrutto quattro Pucara davanti al nemico”([6]).
Un Pucarà |
Terminato il raid, gli uomini del SAS poterono esfiltrare.
In quel momento un militare argentino, pensando che gli inglesi volessero occupare l’installazione, fece detonare delle mine che erano state interrate sulle piste per renderle inutilizzabili in caso di occupazione. L’esplosione ferì due militari inglesi, che furono le uniche vittime (feriti) dell’incursione. Tutto il gruppo fu evacuato dagli elicotteri senza altri incidenti.
Al suo comandante, John Hamilton, restava però meno un mese di vita.
Il campo con i crateri delle mine (da httpswww.defensemedianetwork. comstoriesthe-sas-raid-on-pebble-island) |
La ricostruzione
del raid da parte argentina non presenta
sostanziali differenze rispetto alla ricostruzione inglese.
E’ però ricca di
alcuni particolari.
Quando gli
Argentini arrivarono sull’isola, essa
non era deserta: c’era una fattoria destinata all’allevamento delle pecore e
amministrata da 25 persone: “Il
personale dell’estancia era composto da 25 uomini e donne ai quali è stata
spiegata la situazione ed è stato chiarito che i loro compiti sarebbero stati
ostacolati il meno possibile. La scuola, una casa e la rimessa per la
tosatura sono state utilizzate come alloggio. Gli abitanti rimanevano nelle
rispettive case e potevano svolgere le loro normali attività durante il giorno,
dovendo rimanere nelle loro case durante la notte. Il centro dell’estancia
aveva un edificio che costituiva la scuola, scelto come Combat Operations
Center”. ([7])
Per quanto riguarda gli aerei trasferiti sull’isola si trattava di 4 Beechcraft T 34-C1 Turbo Mentor della Aviazione Navale, 6 Pucarà della Forza Aerea Argentina e 1 Skyvan PA50 della Prefettura.
Lo Skyvan |
Al momento del bombardamento navale “il guardiamarina ** e i suoi fanti hanno formato una barriera di spari sotto la pioggia che ha impedito ai SAS di avanzare verso gli edifici. Un soldato britannico è rimasto ferito a seguito di schegge prodotte dall’esplosione di cariche poste dalle forze argentine sotto la pista di atterraggio per impedirne l’utilizzo in caso di conquista. Le cariche esplosive sono state innescate dal ** nella convinzione che l’operazione fosse un assalto totale per conquistare la base aerea”([8]).
Dopo il raid gli
inglesi non mantennero l’occupazione della base, e ciò fu probabilmente un errore in quanto gli argentini, dopo aver recuperato l’ armamento
fisso dagli aerei danneggiati per
potenziare le difese (fino ad allora basate esclusivamente sulle armi portatili
della piccola guarnigione, in gran parte composta da soldati di leva), usarono la base per fornire informazioni su
due unità di superficie britanniche, informazioni che resero possibile -secondo
fonti argentine ([9] )-
l’affondamento del “Coventry” e il danneggiamento dello “Broadsword”.
Inoltre il personale dell’isola poté procedere al salvataggio di tre piloti dell’Aeronautica Militare Argentina abbattuti sull’isola o nei pressi: tra l’altro i resti di due aerei sono ancora oggi presenti nell’isola costituendo un motivo di attrazione per i rari turisti che si spingono fino laggiù ([10]).
Falkland/Maldivas: il cimitero dei caduti argentini |
Al riguardo si
deve riconoscere ai piloti argentini una grande capacità e un enorme coraggio,
effettuando attacchi a volo radente – stile II G.M. – contro navi dotate di
sofisticati sistemi missilistici: un
aereo cadde dopo aver urtato l’albero di un’unità inglese, diversi fra i
piloti erano, a giudicare dai cognomi, di origine italiana. Onore a loro ([11]).
Al termine della “guerra delle Falkland”
la guarnigione si arrese il 15 giugno, “ma non prima di aver distrutto tutte
le apparecchiature di comunicazione, armi, bussole, binocoli, regolamenti e
tutta la documentazione “ ([12]).
Persero ma con onore. Una manciata i piloti coraggiosi, “ni héroes ni kamicazos, solo argentinos”, molti dei quali di lontane origini italiane, si scontrarono a volo radente con la più esperta flotta mondiale, e poche migliaia di giovani di leva combatterono contro le più esperte truppe di elite di Sua Maestà britannica.
Destini incrociati
La guerra delle Falkland fu una guerra breve ma dura, combattuta in condizioni climatiche estreme.
Fu una guerra dura, “ Malvinas fuer una guerra en la que uno le vio la cara al enemigo”, una guerra in cui si vedeva il volto del nemico (13), ma fu anche, abbiamo letto, “una guerra in cui i due eserciti si sono affrontati secondo le regole dell’onore e della cavalleria, dove il coraggio e l’eroismo di entrambe le parti erano oggetto di ammirazione e rispetto”(14).
Ecco il racconto dei fatti come lo abbiamo letto in rete (e più o meno tradotto) da un giornale argentino:
”Il primo
passo di questa storia è avvenuto il 10 giugno 1982 a Puerto Yapeyú, Isla Gran
Malvina. Gli inglesi chiamano quel posto Port Howard. Ma in quei
giorni il 5 ° reggimento di fanteria di Corrientes lo aveva ribattezzato Puerto
Yapeyú perché custodiva il luogo di nascita di San Martín. Vi agiva un
gruppo di comando della Compagnia 601 al comando dell'attuale Maggiore Generale
**. Alle 11 del mattino del 10 giugno, il tenente X** e tre
sottufficiali, che stavano cercando un posto per guardare le truppe inglesi a
San Carlos, hanno sentito delle voci. X**, oggi colonnello, ricorda:
"Ho
pensato che potessero essere abitanti, "o la nostra gente, un'altra
pattuglia, o il nemico. Uno dei sergenti venuti con me, **, voleva
lanciare una granata. Gli ho detto di aspettare. A quel punto vedo un
soldato che avanza, scuro, con i baffi, con indosso un passamontagna. Gli
ho gridato di alzare le mani. In ogni caso l’ho detto anche in inglese:
"Mani in alto" (Por las dudas lo gritè en ingles tambien: Hands up.)
Il ragazzo saltò di lato con gli occhi così grandi. Là ho visto la sua
uniforme. Mi ha sparato con la sua M 16 e i proiettili mi hanno colpito
davanti al viso, sulla pietra dietro la quale stavo: la terra mi ha riempito
gli occhi”.
Pochi
minuti dopo, il fuoco () colpì uno degli inglesi. L'altro si
arrese. Fu il caporale F** a diventare prigioniero delle forze
argentine.
Tornato a
Puerto Yapeyú, X** inviò uno dei suoi ufficiali a recuperare il corpo di chi, lo sapeva da F**,
era il capitano John Hamilton delle forze speciali britanniche (SAS).
"Lo
abbiamo visto nel reggimento che allora comandava il colonnello ** e lo
abbiamo seppellito con gli onori militari". Era morto proteggendo il
suo compagno, il che me lo ha fatto rispettare come un soldato. So che
queste cose a volte non sono molto ben comprese ma, nell'enorme sfortuna che è
una guerra, questi atteggiamenti possono umanizzarla un po'.
Ma tre
giorni dopo, i prigionieri eravamo noi. Allora dissi a un colonnello
inglese che avevamo seppellito Hamilton e gli diedi le sue piastrine di
identificazione. Gli ho detto che avevo combattuto con grande coraggio e
che mi sarebbe piaciuto conservare il copricapo di Hamilton come
ricordo. Il colonnello si è commosso ed è lui che da fatto il rapporto in
cui cita quanto gli ho detto.
Le parole di X** indussero il governo britannico a
onorare Hamilton. La sua vedova ha ricevuto la militar cross dalla
regina”(16)).
J. Hamilton |
Mentre si avvicinavano alla formazione
rocciosa, un uomo con una carnagione scura e grandi baffi (Cpl. F** allegato allo Special Air Service),(..) indossava un'uniforme
mimetica e un passamontagna verde uscì improvvisamente sul terreno aperto,
ignaro della presenza dei commando e guardando un'altra
direzione. Inizialmente gli argentini esitarono perché i passamontagna somigliavano
a quelli consegnati alle proprie forze, e X** gridò: " Argentinos o
Ingleses ?" ( Argentino o inglese?). F** si voltò verso di
lui e si fermò di colpo, fissandolo come sbalordito e non riuscì a
rispondere. Dopo un breve silenzio, il tenente X** ha gridato in inglese:
"Mani in alto, mani in alto!". In
risposta a ciò, F** si buttò a terra, e
aprì il fuoco contro X**, colpendo
le rocce davanti a lui mentre si chinava per mettersi al riparo, accecandolo
brevemente con polvere di roccia. Mentre i commandos si affrettavano a
raggiungere le posizioni di tiro coperte, F** balzò in piedi e tornò di corsa
tra le rocce da dove era emerso, e uno scontro a fuoco con armi leggere iniziò
tra i 4 argentini e il posto di osservazione avanzato dell'esercito britannico
di 2 uomini che avevano scoperto. Durante l'ingaggio il sergente ** lanciò
due granate contro la postazione britannica e ricevette in risposta una granata
britannica da 40 mm, che esplose a poche iarde dietro, e Hamilton, sparando ai
commando dall'interno a fianco di F**, fu colpito in il braccio da un
proiettile.
Sebbene Hamilton non indossasse alcun
grado o insegne (come è pratica SAS), è stato identificato dal suo piastrino (..)
Deposizione di fiori sulla tomba di Hamilton (da httpswww.thenorthernecho.co.uknews3832175 .soldiers-remember-falklands-hero) |
Il corpo di Hamilton fu sepolto con gli onori militari
dalla
guarnigione argentina nelle Falkland occidentali, la tomba esiste nel piccolo cimitero di Port Howard.
Tutto finito?
No, purtroppo la guerra lascia lividi, dolori e tomento a chi resta.
Passano 20 anni.
Poi, la vedova di
Hamilton vuole incontrare l’uomo che, nel combattimento, si era scontrato col marito.
Il 9 aprile 2002 X** e V** Hamilton si incontrano presso l’Ambasciata argentina di Londra: “Ero
un po’ nervoso –rilasciò X** ad un giornale- "perché non è molto
comune, come puoi immaginare." Ma si vede che la donna voleva
incontrarmi perché fu la prima a dirmi: "Volevo incontrarlo e
ringraziarlo, perché grazie al suo racconto (a su
gestión), il coraggio di mio marito è stato
riconosciuto". Per loro non è
cosa da poco che un nemico esprima il suo apprezzamento per il coraggio di un
soldato. E mi ha detto che la regina le aveva detto che sapeva di quel
coraggio, che era molto importante per lei. È una donna molto equilibrata,
mi ha dato l'impressione di avere una grande qualità umana e calore.
Senti,
ho viaggiato per incontrare questa donna per un giornale britannico. E
quando il giornalista inglese le ha parlato del "suo eroe",
riferendosi al marito, questa donna lo ha fermato e ha detto: "Aspetta:
anche lui è un eroe".
E poi la
constatazione che la guerra lascia dei lividi
che non spariscono facilmente:
“Per me, quell'incontro con la vedova del
capitano Hamilton chiuse un cerchio.(..). Negli anni, da tutta quella dimostrazione
di miserie che è una guerra, ai suoi figli, ai miei, l'unica cosa che rimarrà è
quella: buone azioni, buoni sentimenti. Malvinas era una guerra in cui si
vedeva il volto del nemico. E quando il nemico muore, rimane sempre una
ferita. Non che ci si senta responsabili dell'avversario, ma c'è sempre
qualcosa che non è naturale nella morte di una persona, nell'uccidere una
persona”..(19).
L’uomo non è born to kill. (20)
B. Aires. Guerra Malvinas Monumento al caduto ignoto |
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NOTE
1) Vedi appendice
2 ) Otto uomini furono sbarcati in elicottero il giorno 12 a Purvis Bay, di lì su canoe Klepper si spostarono fino a Deep Ferny Valley da dove osservarono le installazioni di Pebble Island notando la presenza di 11 aerei subito segnalata alla Hermes dando il via all’operazione
Commandos in addestramento su canoe Klepper (da httpswww.eliteukforces.infouksf-gearsbs-boats) |
[3] ) https://it.wikipedia.org/wiki/Raid_sull%27isola_di_Pebble
[4] ) https://www.defensemedianetwork.com/stories/the-sas-raid-on-pebble-island/.
6) “As the first of the Pucaras were blown, the shells
from Glamorgan devastated the Argentinian fuel dump, ammunition store, and
watchtower, creating a pyrotechnic display, and further illuminating the
remaining Pucaras. In a 20-minute frenzy of destruction, the SAS men knocked
out 11 aircraft, including six Pucaras, four Turbo-Mentors, and a Skyvan
transport aircraft. Between them, Hamilton and “Paddy” Armstrong, a Mountain
Troop explosives expert, had destroyed four Pucaras in glaring view of the enemy.
( H. Tuck, The
7 ) El personal de la estancia sumaba 25 personas entre hombres y mujeres a quienes se les explicó la situación y se les aclaró que se interferiría lo menos posible en sus tareas. Se utilizaron como alojamientos la escuela, una casa y el galpón de esquila. Los habitantes permanecieron en sus respectivas casas y podían cumplir sus actividades normales mientras fuera de día, debiendo permanecer en sus casas durante la noche.
El
casco de la estancia tenía ligeramente alejado un edificio que constituía la
escuela, que fue elegido como Central de Operaciones de Combate”( http://www.histarmar.com.ar/AVIACION/EANCalderon.htm)).
8 ) El Guardiamarina ** y sus infantes formaron bajo la lluvia una barrera de disparos que impidió a los SAS seguir avanzando hacia las edificaciones. Fue herido un soldado británico como resultado de la metralla producida por el estallido de las cargas colocadas por las fuerzas argentinas debajo de la pista de aterrizaje para impedir su uso al enemigo. Las cargas explosivas fueron accionadas por el ** en la creencia que la operación era un asalto completo para asumir el control la base aérea (http://www.histarmar.com.ar/AVIACION/EANCalderon.htm)
10 ) V. https://www.think defence.co.uk raid-pebble-island.doc (immagini)
11] ) “Durante tutto l'arco delle ostilità gli aviatori argentini rispettarono scrupolosamente le navi ospedali britanniche, e non solo le due ufficialmente segnalate dalla Royal Navy come presenti in area e con relativa posizione; secondo il comandante Ward della Fleet Air Arm più volte gli aerei argentini che attaccavano nella baia di San Carlos evitarono di attaccare il transatlantico Canberra, evidentissimo per dimensione e perché interamente pitturato di bianco, nel dubbio che fosse una nave ospedale” (da https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_delle_Falkland#Perdite_materiali)
12) El 15 de junio ** recibió la orden de rendirse a las tropas británicas, la guarnición se rindió no sin antes destrozar los equipos de comunicaciones, de puntería, cañones, brújulas, prismáticos, reglamentos y toda la documentación”(ibidem).
..E il 22 giugno 1986 nello stadio Azteca di
Città del Messico, l’Argentina si prese la sua rivincita, con la mano de
Dios..😄
13 ) https://www.defensemedianetwork.com/stories/the-sas-raid-on-pebble-island/
14 ) “una guerra en que se han enfrentado dos esercitos bajo reglas de honor y caballerosidad, donde el valor y el heroismo de uno y otro bando fueron objetos de admiracion, respeto y de culto » .
15] ) Sulla vicenda si trovano diversi riscontri e narrazioni in internet: ci limitiamo a citarne due, uno di fonte inglese (https://en.m.wikipedia.org/wiki/Gavin_Hamilton_(British_Army_officer) e una di fonte argentina (https://www.clarin.com/politica/combate-empezo-malvinas-termino-londres_0_rJ_bphNgRFx.html). (Secondo una prassi x me consolidata non metto nomi propri se non quando lo ritengo indispensabile. E' una scelta personale, ma una scelta).
16) Qui il testo dell’articolo (https://www.clarin.com/politica/combate-empezo-malvinas-termino-londres_0_rJ_bphNgRFx.html)
18 ) Ruiz Moreno, Isidoro: Comandos en acción . Edizioni Emecé, 1986
19) Qui il testo dell’articolo: https://www.clarin.com/politica/combate-empezo-malvinas-termino-londres_0_rJ_bphNgRFx.html.
20 )” Alcuni degli uomini delle SAS durante il raid di Pebble Island morirono pochi giorni dopo mentre venivano trasferiti in elicottero da una nave all'altra a San Carlos Water. Si pensa che il loro elicottero sia stato colpito da un albatro. Gli uomini avevano con sé il loro equipaggiamento completo e l'elicottero affondò immediatamente. In qualche modo, 9 uomini sono sopravvissuti, ma 18 sono morti.” (http://peterspenguinpost.blogspot.com/2012/11/pebble-island-pivotal-place-in-1982.html). Nello stesso blog leggiamo che "Molti dei militari britannici che hanno combattuto nelle Falkland 30 anni fa hanno recentemente rivisitato le isole, alcuni di loro per la prima volta. Si ritiene che queste visite siano terapeutiche e li aiutino a venire a patti con le azioni traumatiche in cui sono stati coinvolti e con la perdita di amici e compagni".: ulteriore prova dei lividi che la guerra lascia in chi le sopravvive.
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APPENDICE I
La guerra per le Falkland/Malvinas è stata determinata dalle rivendicazioni argentine su queste isole, che sono un Possedimento britannico d'oltremare. Le isole distano, (dati Wiki) 1521 km. dall'Argentina (presumo dalla capitale) e 12789 km. dall'Inghilterra.
A titolo di curiosità presentiamo una mappa e un elenco dei possedimenti inglesi d'oltremare sempre presi da Wiki, tra i quali tre nel Mediterraneo : Gibilterra e, a Cipro, Akrotiri e Dhekelia (v. https://it.wikipedia.org/wiki/Akrotiri_e_Dhekelia).
da https://it.wikipedia.org/wiki/Territori_d%27oltremare_britannici |
APPENDICE II
PERDITE NAVALI INGLESI
da:
http://www.naval-history.net/F62-Falklands-British_ships_lost.htm
"Nota: se le frequenti bombe inesplose (1-13) fossero esplose colpendo alcune delle navi elencate di seguito, le perdite aggiuntive della Royal Navy avrebbero potuto mettere in dubbio l'eventuale successo della Task Force britannica" (ibidem) Sabato 1 maggio HMS Alacrity - leggermente danneggiato da una bomba quasi mancata (near misses) HMS Arrow - leggermente danneggiato dal fuoco dei cannoni HMS Glamorgan - leggermente danneggiato da bombe quasi fallite (near misses), tutto al largo di Stanley di Daggers of FAA Grupo 6 Martedì 4 maggio HMS Sheffield- Danneggiato a morte a sud-est delle Falklands dal missile Exocet sparato dal Super Etendard di CANA 2 Esc. Bruciato e affondato al seguito lunedì 10 maggio. Mercoledì 12 maggio HMS Glasgow - moderatamente danneggiata al largo di Stanley da bomba 1) inesplosa sganciata da A-4B Skyhawks della FAA Grupo 5. La bomba è passata attraverso lo scafo ma i danni hanno richiesto alcuni giorni per essere riparati ed è tornata presto nel Regno Unito. Venerdì 21 maggio HMS Antrim - gravemente danneggiato nel Falkland Sound fuori San Carlos Water da una bomba inesplosa (2) sganciata da Daggers del FAA Grupo 6. L'UXB è stato rimosso ma i danni hanno richiesto alcuni giorni per essere riparati. HMS Broadsword - leggermente danneggiato fuori San Carlos Water dal fuoco dei cannoni di Daggers of Grupo 6. HMS Argonaut - leggermente danneggiato fuori San Carlos Water da razzi e cannoni da Aermacchi MB.339A di CANA 1 Esc, e poi gravemente danneggiato da due bombe inesplose (3/4) sganciate da A-4B Skyhawks della FAA Grupo 5. Rimozione gli UXB e le riparazioni impiegarono diversi giorni e sebbene dichiarata operativa, presto salpò per il Regno Unito. HMS Brilliant - leggermente danneggiato fuori San Carlos Water dal fuoco dei cannoni di Daggers of Grupo 6. (Attacco diverso da "Broadsword") HMS ARDENT - gravemente danneggiato a Grantham Sound da bombe - colpi, UXB (5 +) near misses - sganciato da Daggers of Grupo 6, poi mortalmente danneggiato dalle bombe dell'A-4Q Skyhawks di CANA 3 Esc al largo dell'isola nord-occidentale. Affondò la sera seguente. Domenica 23 maggio HMS ANTELOPE - danneggiata a San Carlos Water da due bombe inesplose (6/7) sganciate da A-4B Skyhawks del Grupo 5. Una delle bombe è esplosa quella sera mentre veniva disinnescata, la nave ha preso fuoco ed è affondata il giorno successivo. Lunedì 24 maggio RFA Sir Galahad - danneggiato da una bomba inesplosa (8) e fuori combattimento per alcuni giorni, RFA Sir Lancelot - danneggiato da una bomba inesplosa (9) e non pienamente operativo per quasi tre settimane, RFA Sir Bedivere - leggermente danneggiato da una bomba, il tutto a San Carlos Water probabilmente da A-4C Skyhawks della FAA Grupo 4. Martedì 25 maggio HMS Broadsword - danneggiato a nord di Pebble Island dalla bomba dell'A-4B Skyhawk del Grupo 5 che rimbalzava attraverso la sua poppa e tornava a terra in mare. HMS COVENTRY - affondata a nord di Pebble Island nello stesso attacco di tre bombe. TRASPORTATORE ATLANTICO - Danneggiato mortalmente a nord est delle Falklands dal missile Exocet sparato dal Super Etendard di CANA 2 Esc. Bruciato e successivamente affondato . Sabato 29 maggio British Wye - colpito a nord della Georgia del Sud dalla bomba sganciata dal C-130 Hercules della FAA Grupo 1 che rimbalzò in mare senza esplodere Martedì 8 giugno HMS Plymouth - danneggiato nel Falkland Sound al largo di San Carlos Water da quattro bombe inesplose (10-13) da Daggers of FAA Grupo 6. RFA SIR GALAHAD - Danneggiato mortalmente al largo di Fitzroy dalle bombe dell'A-4B Skyhawks del Grupo 5 e bruciato. Più tardi, in giugno, fu rimorchiato in mare e RFA Sir Tristram - gravemente danneggiato al largo di Fitzroy nello stesso attacco e abbandonato, ma in seguito tornato nel Regno Unito e riparato. LCU F4, HMS Fearless - affondato nel Choiseul Sound dalla bomba dell'A-4B Skyhawk del Grupo 5. Sabato 12 giugno HMS Glamorgan - danneggiato al largo di Stanley dal missile Exocet terrestre. Lo stesso sito riporta anche le perdite in aerei e, ovviamente, anche quelle degli argentini. Uno specchietto sulle perdite materiali si trova anche qui https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_delle_Falkland#Perdite_materiali. Il notevole numero di mancate esplosioni di bombe è dovuto, a quanto ho letto, al fatto che erano sganciate a quote troppo basse perchè la spoletta potesse attivarsi.
APPENDICE III Il raid nella musica Il raid delle SAS è diventato anche un brano dei Sabaton: Back
in Control (SAS in |
Una foto curiosa nei pressi di Port Stanley: evidentemente
i pinguini sono troppo leggeri per provocare la detonazione delle mine
( nel frattempo il tutto probabilmente sarà stato bonificato)
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