Leonello Oliveri
proprietà letteraria riservata
riproduzione vietata
Dal 2 aprile al 14 giugno 1982 si combatté, nelle acque, nei cieli e sulla terra delle lontane isole Falkland/Malvinas, una guerra breve ma ad alta intensità, conclusasi come tutti sappiamo.
La guerra cagionò la perdita di 649 argentini (di cui 323 nel controverso affondamento, (ad opera di un sottomarino nucleare inglese) dell’incrociatore Belgrano, che era al di fuori della zona di interdizione di 200 miglia), 255 soldati britannici e 3 civili).
Il 14 giugno le ostilità, e la guerra, terminarono.([1]) Ma restò una pesante eredità: munizioni abbandonate, residuati bellici, bombe a grappolo inglesi inesplose e soprattutto i numerosi campi minati che erano stati posti dagli argentini.
Iniziò così un lungo e pericoloso lavoro di sminamento, durato ben 38 anni, terminato nel 2020.
Le operazioni di sminamento erano cominciate immediatamente alla fine della guerra.
In un primo momento furono utilizzati anche (in violazione delle norme della Convenzione di Ginevra?) prigionieri di guerra argentini che si erano offerti volontariamente “dopo aver pensato che tali sforzi avrebbero loro fatto guadagnare un biglietto prioritario per casa: il modo in cui sono arrivati a questa convinzione non è mai stato determinato”([2]). Durante tali operazioni ci furono diversi morti: “ Le truppe e gli specialisti britannici e i prigionieri argentini sono riusciti a rimuovere un gran numero di mine e ordigni inesplosi nelle settimane successive al cessate il fuoco, a caro prezzo. Sei uomini sono stati uccisi o gravemente feriti” ([3]). I caduti sarebbero (se ho ben capito) prigionieri argentini: “I prigionieri venivano usati per ripulire il campo di battaglia. In un incidente, mentre spostava munizioni di artiglieria, il plotone della compagnia RI 12 C (sotto il sottotenente **) è stato travolto da una massiccia esplosione che ha provocato 5 morti o dispersi e 10 feriti gravi" ([4]) . Il problema grosso erano però i vari campi minati disposti in gran numero dagli argentini durante la breve occupazione delle isole.
Fortunatamente, se così si può dire, “nonostante le voci secondo le quali le mine antiuomo sarebbero state sparse casualmente da elicotteri, la maggior parte dei campi minati sembra essere stata posata in modo professionale e le posizioni delle singole mine sono state registrate” ([5]) e ancora ” gli Argentini sono stati molto professionali nel modo in cui hanno posato le mine... registrandole attentamente perché intendevano riprenderle una volta che avessero messo in sicurezza le isole” ([6]) . Non bastava infatti una bonifica superficiale: avendo il Regno Unito firmato il Trattato di Ottawa per la messa al bando delle mine del 1999, era obbligato a ripulire tutti i suoi territori (Falklands/Malvinas compresi) entro il 2010. Di conseguenza dovette procedere alla bonifica ( o comunque messa in sicurezza) dei 117 campi minati posti dagli argentini nell’isola
Iniziò così un difficile lavoro di ripulitura totale.
In questo post tratterò quindi esclusivamente delle operazioni di bonifica di quattro campi minati eseguite da operatori di ditte civili dal novembre 2009 all’aprile 2010. Per informazioni più complete sulle intere operazioni di sminamento delle isole (operazione iniziata subito dopo la guerra e terminata nel 2020!) v.. l’articolo di wikipedia sopra citato.
Lo sminamento in oggetto iniziò a novembre del 2009.
L’ 11 novembre 2009 arrivò sull’isola un team ( 37 persone) di sminatori civili che aveva già lavorato nello Zimbabwe (di cui erano originari molti degli sminatori) seguito poi da un secondo proveniente dal Libano.
I campi minati che avrebbero dovuto bonificare erano quattro, denominati MF8 a Surf Bay, MF25 a Sapper Hill, MF11 a Goose Green e MF(W a Fox Bay. Il sopra ricordato articolo di Key Briant (che dell’operazione di sminamento fu un pianificatore) ben illustra le difficoltà e le caratteristiche di questi campi minati.
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Mina SB81 |
Il primo, MF8 a Surf Bay era ben documentato dalla piantine lasciate dagli argentini: conteneva oltre 1000 anticarro SB81 (AT) e antiuomo SB33 (AP) di fabbricazione italiana: mine che contengono minime quantità di metalli e quindi difficili da localizzare. Ogni “pannello” di mine conteneva da 2 a 6 file, ogni riga 8 mine, di tipo misto AT e AP.
Al riguardo di queste mine italiane una curiosità: dopo 27 anni “la maggior parte delle mine SB-81 esaminate sembrava essere perfettamente funzionante” (..) “Quindici mine anticarro SB-81 (AT) sono state recuperate da un mix di siti asciutti e umidi (..) Nessuna di queste mine ha mostrato segni di degrado esterno significativo; infatti, il loro aspetto era praticamente "come nuovo"([7]).
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Mina SB 33 |
Il secondo sito, MF25 (Sapper Hill ([8]), conteneva 190 mine spagnole P 4 B (antiuomo) disposte in 8 pannelli di tre file. Si trattava di mine contenenti una minima quantità di metallo e “quasi impossibili da rilevare con un rilevatore di mine”.
Il campo denominato MF11 a Gnoose Green ( dove si erano svolti scontri accaniti per 2 giorni e una notte a partire dal 28 maggio ([9]) era già stato ripulito dalle mine “da prigionieri di guerra argentini subito dopo, la battaglia”.
Il campo MF8W a Fox Bay, infine, non aveva documentazione ma si sapeva che conteneva altri residuati pericolosi, sopratutto munizioni a grappolo inglesi. Al riguardo di questo tipo di munizionamento (bombe a grappolo BL755 ) è interessante questa dichiarazione del Ministero della Difesa del Regno Unito risalente al 2009 circa le frequenti mancate esplosioni di questi ordigni: “ Secondo i documenti storici, 106 o 107 unità di bombe a grappolo (CBU) sono state lanciate dai British Harrier e dai Sea Harrier durante il conflitto. Ogni CBU contiene 147 submunizioni BL755 e utilizzando la cifra CBU più alta (107), sono state sganciate un totale di 15.729 submunizioni. Utilizzando un tasso di guasto ( ovvero di mancata esplosione) del 6,4% valutato durante la sorveglianza in servizio in 15 anni, stimiamo che 1.006 non sarebbero esplose. Dato che 1378 BL 755 sono stati eliminati nel primo anno dopo il conflitto e che altri 120 sono stati trovati e smaltiti da allora (per un totale di 1.498), chiaramente c'era un tasso di fallimento leggermente più alto. Anche se il tasso fosse stato più vicino al 10% e 1.573 avessero fallito, possiamo solo stimare che ne rimangano circa 70 ma che a causa della natura molto soffice della torba trovata sulle isole, molti di questi saranno stati sepolti ben al di sotto della superficie. Riteniamo che la maggior parte di quelli rimasti siano ora contenuti all'interno dei campi minati esistenti e questi verranno eliminati a tempo debito" ([10]). |
Il cluster BL 755 |
Proprio per questi motivi, come parte dei negoziati della Convenzione sulle Munizioni a grappolo del 2007 , la RAF ha deciso di rimuovere il BL755 dal suo inventario entro il 2008 ([11]): una singola bomba a grappolo produce un totale di oltre duecentomila frammenti!
Inizialmente erano previsti 4 mesi di lavoro, ma ben presto gli sminatori si accorsero che sarebbe stato necessario più tempo. I metodi di sminamento richiedevano infatti estrema pazienza.
Il contratto prevedeva una bonifica totale fino ad una profondità di 20 cm.: però le mine italiane potevano essere rilevate fino a 12 cm, quelle spagnole solo fino a 5: restava quindi una bella fetta di terreno da sondare: a Surf Bay (MF8) lo sminatore doveva quindi ripulire col rilevatore un area davanti a lui di 1 mq.. Una volta sgombrato avrebbe scavato con strumenti manuali quell’area fino a 10 cm. di profondità. Quindi avrebbe controllato col md. lo strato così emerso per una profondità di altri 10 cm, arrivando in questo modo ai 20 richiesti per contratto .
Ancora più complicata la bonifica di Sapper Hill, dove le mine spagnole potevano essere rilevate solo fino a 5 cm. Lo sminatore doveva quindi prima passare il md., poi scavare manualmente fino a 20 cm.
Si trattava quindi di un lavoro estremamente stressante e lento: all’inizio delle operazioni era possibile bonificare solo 1 mq per uomo al giorno, invece dei 20 previsti. Ciò richiese l’intervento di un quarto team di sminatori proveniente dal Libano.
La prima mina fu localizzata a Surf Bay il 10 dicembre, a Sapper Hill il 15. Alla fine di dicembre le mine trovate erano 80 a Surf Bay e solo 12 a Sapper Hill. La velocità aumentava dopo aver trovato 2-3 mine di seguito. Alla fine si arrivò a 30 mine al giorno. Il 5 marzo la bonifica di Sapper Hill era terminata con la rimozione dell’ultima delle 190 mine: tempo richiesto: 77 giorni. Terminata la bonifica, fu ripristinata la superficie e tutti gli sminatori giocarono una partita al pallone sull’area per dimostrarne la sicurezza.
La fine del lavoro a Sapper Hill permise di concentrare gli sforzi su Gnoose Green (MF11) che “era stato ripulito dalle mine dai prigionieri di guerra argentini subito dopo la battaglia”: evidentemente non bene, visto che 6 settimane dopo una Jeep era saltata u una mina anticarro. Fu quindi effettuato uno scavo completo dell’area dove si sapeva ch c’erano le C3B spagnole quasi prive di metallo e ricerca col MD dove si sapeva esserci mine AP israeliane No4 contenenti parecchio metallo.
L’attività terminò il 17 aprile con la consueta passeggiata degli sminatori sul terreno “mentre io correvo intorno ad esso con la mia Toyota” (a noleggio!).
Ripuliti Sapper Hill, Fox Bay e Gnoose Green, restava da completare il lavoro su Surf Bay. Qui c’erano enormi dune di sabbia che avevano determinato un profondo interramento delle mine: fu quindi usato in escavatore con cabina blindata che movimentò grandi quantità di sabbia trovando 32 mine fino a 4 metri di profondità. In tutto la sua bonifica richiese 146 giorni.
Alla fine “ la vegetazione e le dune di sabbia sono state ripristinate al meglio delle nostre capacità”. Il 4 giugno lavoro terminato, con un solo lieve incidente: una SB 33 AP italiana esplosa senza danni per l’operatore grazie ai dispositivi di protezione individuale indossati.
Oltre alle mine furono anche eliminati altri residuati: bombe a grappolo inglesi, trappole esplosive, munizioni etc.
Tutto questo per bonificare quattro siti minati: poche ore per realizzarli, mesi di pericoloso e costoso lavoro per rimuoverli.
L’operazione di sminamento e bonifica della Falkland /Malvinas continuerà però ancora a lungo, e solo nel 2020 il Ministero degli Esteri Inglese annunciò la fine delle operazioni ([12]). L’evento fu celebrato il 23 ottobre 2020 sulle Falklands con l’esplosione del’ultima mina: “L'opportunità di premere il pulsante sulla detonazione finale e di aprire il recinto finale sarà disponibile per tutti tramite una lotteria di beneficenza, i cui proventi saranno condivisi tra cinque gruppi giovanili locali. “ ([13]).
L’incubo, durato 38 anni, era finalmente finito.
Tutte le armi uccidono o feriscono, ma le mine nel modo più sporco.
PS. Preparando l’articolo mi sono imbattuto in un altro articolo dell’ottobre 2010: In Remembrance: Stephen “Darby” Allan in CISR JOURNAL Center for International Stabilization and Recovery at JMU (CISR) (https://commons.lib.jmu.edu/cisr-journal/:: è il commosso ricordo di un altro sminatore, ucciso dall’esplosione di una mina in Sudan.
Onore a lui e a tutti questi uomini coraggiosi che col loro impegno (sono civili) cercano di porre rimedio almeno ad una delle bestialità della guerra
Per saperne di più (oltre ai link già citati)
v. anche
https://www.gichd.org/fileadmin/GICHD/what-we-do/events/Technology-Workshop-2010/L-7Sept2010-Falkland-TechWS.pdf
https://www.standard.co.uk/news/world/meet-the-team-who-cleared-20-000-land-mines-from-the-falklands-in-two-years-a3720771.html
https://commons.lib.jmu.edu/cisr-globalcwd/162/
https://commons.lib.jmu.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=2117&context=cisr-globalcwd
Leonello Oliveri
proprietà letteraria riservata
riproduzione vietata
[1] ) Questa guerra, che ci sembrò così lontana e
moderna, ebbe anche- a quanto pare –momenti che ricordano gli assalti alla baionetta della I G. M.: v. per es. https://en.wikipedia.org/wiki/Battle_of_Mount_Longdon).
I soldati argentini, coscritti di leva, combatterono con
molto coraggio contro i professionisti inglesi: “Il comandante della 3a Commando Brigade,
il brigadiere ** , avrebbe dichiarato: "Ero sul punto di
ritirare i miei Paras dal Monte Longdon. Non potevamo credere che questi
adolescenti travestiti da soldati ci stessero causando molte vittime" (The
British 3rd Commando Brigade commander, Brigadier ** was reported as
having said: "I
was on the point of withdrawing my Paras from Mount Longdon. We
couldn't believe that these teenagers disguised as soldiers were causing us to
suffer many casualties”.( ibidem)..
[4] ) https://en.wikipedia.org/wiki/Battle_of_Goose_Green: “Prisoners were used to clear the battlefield. In an incident,
while moving artillery ammunition, the RI 12 C Company platoon (under
Sub-Lieutenant **) was engulfed in a massive explosion that left 5 dead or missing
and 10 seriously wounded”.
[7] ) “Most of the SB-81 mines
examined appeared to be fully functional. .(..) Fifteen SB-81 Anti-Tank (AT) mines were
recovered from a mixture of dry and wet sites (..). None of these mines showed
signs of significant external degradation; in fact, their appearance was
virtually ‘as new”, da Examination of the sb-81, https://commons.lib.jmu.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=2117&context=cisr-globalcwd.
Particolare curioso: a quanto pare durante gli scontri diverse mine calpestate non
sarebbero esplose perché congelate per la temperatura estremamente bassa: “Quando la compagnia B del 3° PARA (..) ha sistemato le baionette
per prendere d'assalto le posizioni del 1° plotone argentino sul Monte
Longdon, si sono trovati a imbattersi in un campo minato. I genieri
britannici contarono successivamente circa 1.500 mine antiuomo che il plotone
di genieri del tenente **(..) aveva posato lungo le pendici occidentali e
settentrionali del Monte Longdon, ma solo due esplosero (..) perché
le restanti erano congelate. Altrimenti, la battaglia finale per Port
Stanley sarebbe stata tutta un'altra storia”(da “ https://en.wikipedia.org/wiki/Battle_of_Mount_Longdon.